Alla scoperta
delle fortezze
della Serbia
L’incanto del bel Danubio blu
- > ALLA CONFLUENZA DELLA SAVA NEL DANUBIO
- > LO STILE GOTICO DALLE PREZIOSE BIFORE A SMEDEREVO
- > PRIMA DI VARCARE LA PORTA DI FERRO
Alla confluenza della Sava nel Danubio
Il Danubio, secondo fiume d’Europa, da sempre ha segnato, nel bene o nel male, la vita sociale e politica della Serbia. Uno dei punti panoramici più spettacolari sul grande fiume si gode dall’imponente fortezza di Belgrado Kalemegdan, strategicamente ubicata alla confluenza della Sava nel Danubio. La fortezza sorge su un antico campo fortificato romano, così come avviene in un’altra trentina di casi in tutto il paese, ed in particolare nella regione orientale lungo il Danubio. Ciò testimonia la storia travagliata che ha interessato la Serbia negli ultimi due millenni, coinvolgendo serbi, magiari, bizantini e turchi e non lasciando esenti neppure chiese e monasteri, molti dei quali fortificati. Pochi sanno che quello serbo fu uno dei “limes” più importanti per l’impero romano tra il I ed il V secolo, in quanto considerato baluardo contro le invasioni barbariche da Est. E non è un caso se in Serbia sono nati ben 16 imperatori romani, compreso Costantino il Grande, e vi sono passati tutti i più importanti. Uscendo dalla capitale verso est, seguendo il corso del fiume tra campi coltivati e boschi fino alla gola della Porta di Ferro, si possono visitare, in giornata, alcuni castelli e cittadelle fortificate di estremo interesse, che rivestono anche un ruolo di primo piano nella storia del paese.
Lo stile gotico dalle preziose bifore a Smederevo
Dopo circa un paio d’ore di auto si giunge a Smederevo, con 25 torri. E’ una delle maggiori città fortificate europee con preziose bifore in stile gotico, creata in appena tre anni nel 1427. Al tempo Belgrado era sotto il controllo dei magiari, per cui Smederevo tra 1430 e 1439 fu la capitale della Serbia, cosa che si ripetè ancora nel 1806 all’epoca della rivolta serba antiturca. Nei secoli intermedi fu dominata alternativamente da serbi, ungheresi e ottomani. Nel 1941 fu occupata dai nazisti, che vi accumularono 400 mila tonnellate di munizioni, tanto quanto la potenza della bomba atomica di Hiroshima. Qui a fine settembre vi si svolge un importante festival enogastronomico: dai vitigni di questa regione trapiantati in Ungheria è nato infatti il celebre vino Tokaj. Se siete a Smederevo per l’ora di pranzo potete mangiare nel bizzarro “AS Vagon Ristoran”, un piccolo ristorante allestito in un vecchio vagone ferroviario proprio davanti alla fortezza. Più avanti, dopo Kostolac, si incontrano le rovine di Viminacium, uno dei più consistenti acquartieramenti militari romani attivo con Augusto e Tiberio fino al V secolo, poi municipio e colonia, visitato da diversi imperatori come Traiano, Adriano, Settimio Severo, Caracalla e Diocleziano, distrutta prima da Unni e Goti, poi dagli Avari. Da non perdere la visita dell’anfiteatro con 12 mila posti, circo, terme e una necropoli con 14 mila tombe. Dove il fiume segna il confine con la Romania ecco su uno sperone il castello di Ram ancora in ottime condizioni, prima bizantino poi ottomano, costruito nel XII e poi rinforzato nel 1500 per resistere alle bocche di fuoco, con 10 torri, bastioni e fossato a forma pentagonale.
Prima di varcare la Porta di Ferro
Infine, prima che il Danubio entri nella Porta di Ferro si arriva alla scenografica Golubac, cittadella medievale piuttosto articolata su una roccia con tre cinta murarie e 10 torrioni quadrati, già fortezza romana nel 299 sotto Diocleziano, poi contesa per secoli dal regno d’Ungheria e dall’impero ottomano, infine serba dal 1867. Unico specialista da 35 anni per le vacanze in tutte le nazioni dell’ex Iugoslavia, e quindi anche in Serbia, è l’operatore “il Piccolo Tiglio” (tel. 0381. 72 098, www.ilpiccolotiglio.com), in grado di organizzare qualsiasi tipo di soggiorno o itinerario in questa come nelle altre nazioni. Informazioni a info@ilpiccolotiglio.com, prenotazioni nelle migliori agenzie.
Donato Sinigaglia
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