lunedì 4 aprile 2022

Fra Covid e guerra, riprendiamoci la nostra vita

 

Fra Covid e guerra, 

riprendiamoci 

la nostra vita

Tornare a guardare al futuro con ottimismo dopo 2 anni di limitazioni è un grande traguardo, raggiunto grazie alla scienza e ai nostri sacrifici. Ora facciamo ripartire il turismo per ricreare benessere anche psicologico

di Alberto Lupini
direttore Italiaatavola

Col 1° aprile (e non è un pesce di aprile) l’Italia ha completato i passi da gigante per tornare alla normalità. Pur con qualche limitazione temporanea, abbiamo riaperto tutto. Non è così in tutto il mondo: ci sono ancora Paesi in piena pandemia e in Cina, ad esempio, si chiudono in lockdown città di milioni di abitanti per il terrore che possa re-innescarsi un’epidemia proprio là dove è scoppiata. Ma questo non sembra interessare ai negazionisti di casa nostra che tanto hanno combattuto i decreti (parlando addirittira di "dittatura sanitaria") che pure ci hanno permesso di uscire finalmente dal tunnel.

E se l’Italia può oggi guardare con moderato ottimismo al futuro (almeno per quanto riguarda il Covid), è per merito degli italiani che si sono fidati della scienza e, fra vaccinazioni e green pass, mascherine e distanziamento, hanno seguito le regole. Certo due anni di stato di emergenza hanno lasciato il segno. Il mondo dei pubblici esercizi ad esempio è quello che più di altri ha pagato il tributo più alto con 45mila aziende chiuse. Un’ecatombe degna di una guerra e che fa il paio coi morti che in tanti casi non hanno nemmeno avuto un funerale.

Fra Covid e guerra, riprendiamoci la nostra vita

Guardiamo con ottimismo al futuro

Abbiamo vinto una battaglia di civiltà

Per fortuna il confronto coi no vax è avvenuto per lo più sul web. E poco importa se molti di questi irriducibili avversari del buon senso, basandosi sulle stesse fonti tarocche tifano oggi per Putin e la sua guerra. L'importante per loro è dimostrare di esistere. Per ora abbiamo vinto una battaglia di civiltà e, grazie alla responsabilità di tanti, abbiamo garantito anche ai pochi (non vaccinati) di tornare a vivere nella normalità. Certo ora ci saranno polemiche perché i no vax non possono ancora andare allo stadio o mangiare all’interno del ristorante, ma sopporteremo anche questi ultimi ragli...

L'Italia, da Paese più colpito dalla pandemia ad esempio di rinascita

L’Italia è il Paese che all’inizio più di tutti ha pagato l’impreparazione del pianeta ad affrontare una pandemia. Quasi miracolosamente abbiamo però saputo gestirla, riducendo i danni e riorganizzandoci per ripartire. E il merito di ciò va riconosciuto proprio ai cittadini che hanno accettato limitazioni e vincoli (e si sono vaccinati), nonché ai sanitari e ai volontari che hanno combattuto fin dal primo giorno in prima linea anche disarmati.

Fra Covid e guerra, riprendiamoci la nostra vita

Paure e crisi ci circondano, ma non perdiamo la fiducia e riprendiamoci la nostra vita

Certo le angosce e le paure non sono finite. Il virus potrebbe tornare mutato in varianti più pericolose di Omicron, ma sappiamo che ora abbianmo le armi per contrastarlo.  Ciò che ci deve spaventare di più è la guerra a pochi chilometri da noi. Basterebbe l'errore di un missile che cade in Polonia per scatenare quella che potrebbe essere "l'ultima guerra", quella che finirebbe con l'annientamento del nostro mondo.

 Turismo e cultura, le armi da affiancare ai missili per difenderci da chi vuole negare la democrazia

Anche se può sembrare un controsenso, proprio per rispetto al dramma degli ucraini (che difendono la nostra e la loro idea di civiltà e libertà) dobbiamo sforzarci di non cedere allo scoramento e riprenderci la nostra vita e le nostre abitudini. Dobbiamo tornare a viaggiare e a divertici, per quanto possibile, e respingere l’assurda guerra di civiltà lanciata dallo zar contro l'Occidente. Solo senza rinunciare alle nostre abitudini - che riguardano anche il prendere un caffè con gli amici o prenotare un hotel - potremo ricreare benessere anche psicologico e cercare di dare realmente un aiuto reale agli ucraini. Solo tornando ad una normalità che è fatta anche di benessere, fisico e mentale, potremo aiutare meglio gli ucraini a vincere la lor battaglia e a ricostruire le loro città. E intanto ospitandoli nelle nostre case. L'obiettivo comune deve essere quello di condividere stili di vita e democrazia. E fra questi ci sono anche le conquiste ottenute dopo 70 anni di pace in Europa, come la libertà di viaggiare, di andare a teatro o di avere un'informazione libera. Tutto ciò che in Russia è solo apparenza. Turismo e cultura possono essere le nostre vere armi da affiancare ai missili anti-aerei.

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