«Quando il mare era calmo tutte le navi mostravano eguale maestria nel navigare», recita così il Coriolano di Shakespeare. E in questa primavera 2022 siamo in tempo di mare procelloso con tre concause di “tempesta”: lo strascico della pandemia, il caro bollette, la guerra Russia-Ucraina. Utile ai nostri fini la metafora della nave e della maestria di comandante ed equipaggio. La nave, ad eccezione di quelli a trazione animale, è il più antico mezzo di trasporto. E ne navigano di navi nel nostro Mare Mediterraneo... e non da oggi!
Il cammino della civiltà mediterranea e la correlata cultura sedimentatasi nel corso dei millenni sono il frutto delle contaminazioni virtuose abilitate dal navigare. Si smettesse, per assurdo, di navigare, decadrebbe lo scenario evolvente della nostra amatissima mediterraneità e tutti vivremmo gramo periodo di involuzione. L’area mediterranea è ancora centrale nell’economia del pianeta. È nel Mediterraneo che passano enormi flussi di merci e di persone. Siamo area a fortissima vocazione turistica. Ed è proprio nel settore del turismo che le suddette tre concause della tempesta in corso stanno provocando mutamenti di scenario e di modello di business che devono essere attentamente e creativamente analizzati.
Un fenomeno pervasivo, che ci riguarda tutti
L’ottimizzazione dei flussi delle merci e delle persone non può prescindere dalla navigazione marittima. È la nave, con la sua unicità sovente sottovalutata, il mezzo di trasporto che venendo dal lontano passato rappresenta anche il viatico per il radioso futuro. La crucialità del trasporto marittimo e la consapevolezza del ruolo strategico dei nostri porti sono tali che il tema non può essere considerato di esclusiva pertinenza degli addetti ai lavori, bensì investe tutti coloro i quali si mobilitano e si giovano della mobilità delle merci. Praticamente senza eccezione alcuna, tutti noi. Da qui la pervasività del fenomeno. Possiamo anche essere a terra e non a bordo ma la navigazione di una nave, quale che sia il suo carico o la sua rotta, impatta su tutti noi membri della business community.
Le “autostrade del mare” e quelle su terra
Pertanto, l’incremento economico e sociale del nostro Belpaese e dell’area mediterranea nel suo complesso passa per la qualità - con essa sottintendendo anche efficacia ed efficienza - della mobilità attraverso il trasporto su nave. Trasporto su nave agevolato dall’esistenza delle “autostrade del mare”. In locuzione gergale si parla di short sea, collegamenti che si effettuano nell’arco delle 24-48 ore. Le autostrade del mare connettono le città portuali affacciate sul Mediterraneo. Parliamo, oltre che dell’Italia, anche di Grecia, Marocco, Spagna, Tunisia, nonché della sponda africana. Prioritari per insularità e centralità sono Malta, Sardegna e Sicilia. Fuori dal Mediterraneo, ma in connessione geopolitica, il Baltico.
Ci fosse stata lungimiranza dei governanti negli anni del dopoguerra, gli anni della ricostruzione a cui fece seguito il boom economico, di sistema viario autostradale propriamente detto, quello su gomma, avremmo soltanto l’Autostrada del Sole, indispensabile ai fini di un collegamento al passo con i tempi del Nord lombardo e piemontese con le aree interne del Centro (aree estese di Bologna e Firenze) e del Sud peninsulare. Le altre due dorsali, la Tirrenica e l’Adriatica, hanno collocazione nativa e naturale sul mare, non sulle coste, almeno per quanto attiene al trasporto delle merci.
Imprenditoria armatoriale seria ed avveduta, con chiara visione strategica non disgiunta da lodevole attenzione al benessere complessivo, le dorsali tali per vocazione, ovvero quelle del mare, le ha create con collegamenti diretti tra la Sicilia e la Campania, la Toscana e la Liguria. Sulla dorsale adriatica, collegamento tra la Romagna e la Puglia. Fuori dai confini (ma il mare ha confini?!) le “autostrade del mare” giungono in Grecia, in Spagna, in Tunisia.
Alcuni dati significativi riferiti all’anno 2019
- Numero di passeggeri: 56 milioni, di cui 12 milioni da navi da crociera
- Volumi delle merci: 479 milioni di tonnellate
I vantaggi della navigazione marittima
I vantaggi della navigazione marittima, sia per le merci che per le persone, sono evidenti. Per le merci, il vantaggio del trasporto su nave è certamente la convenienza economica, soprattutto in presenza di grandi carichi. Per le persone, il vantaggio è poter attraversare tratti di mare con la propria auto; vantaggio non da poco, esso comporta anche un notevole risparmio economico e una grande comodità rispetto al noleggiare un’auto nel luogo di destinazione. Ma non si sottovaluti la componente di svago abilitata dalla presenza a bordo di spazi attrezzati e presidiati. E la gioia grande di godere di panorami e scorci impossibili da osservare da terra. Il comfort è assicurato sia dal servizio di ristorazione sia, per i viaggi notturni, dalla possibilità di fruire di comode cabine.
Merci e persone insieme
In approccio edutainment - ed è ambito tutto da sviluppare su cui l’armatore porrà attenzione - è la percezione originale della coesistenza in nave di merci e persone. Considerazione non banale se, in approccio edutainment, si creano momenti di confronto mediante i quali soddisfare la curiosità - a vantaggio soprattutto degli ospiti più giovani - su quali siano le merci a bordo, la loro provenienza e la loro destinazione. Ciò comporta stimolare il pensiero della business community di cui, quale che sia il ruolo che ci compete, siamo comunque parte. Insomma, durante la navigazione, si è a bordo della nave ed al contempo si trascorre serenamente il tempo nell’agorà evergreen del XXI secolo. Ovvia l’imprescindibilità dell’utilizzo della nave per raggiungere alcune isole del Mediterraneo.
Il passeggero è ospite a bordo
Fin qui vantaggi tangibili; vi sono anche vantaggi intangibili e comunque da porre nel novero delle sensazioni e delle emozioni. Ben presto dopo essere salpati, allorquando la terra si allontana e la nave diviene piccola isola in movimento, il “passeggero” si commuta in ospite a bordo. Tali e tante difatti, sono le occasioni di “coccole” da parte dell’equipaggio. Equipaggio validamente formato dalla compagnia di navigazione, per essere suadentemente al servizio del cliente ospite. Insomma, se è viaggio di piacere, si può ben dire che la vacanza comincia a bordo.
Sostenibilità e green economy
Se tutto ciò è percezione a livello individuale, quindi situazioni di conforto ben gradite ed apprezzate, vanno comunque considerate anche le doverose attenzioni che l’armatore illuminato rivolge ai temi della sostenibilità, in coerenza con la green economy. I principi green sono considerati in tutta la nave, dalla generazione di energia alla gestione dell’illuminazione. L’alimentazione a terra e un sistema di grandi batterie al litio costituiscono casi concreti di eliminazione delle emissioni durante la sosta nell’area portuale.
Giammai casualmente, a testimonianza ulteriore della rilevanza strategica del trasporto di merci e persone su nave, il PNRR pone forte attenzione sull’articolata tematica. In particolare, la Missione 3 (Infrastrutture per una mobilità sostenibile): «Saranno finanziati interventi per lo sviluppo del sistema portuale per il miglioramento della competitività, capacità e produttività dei porti italiani, con una particolare attenzione alla riduzione delle emissioni inquinanti». Ancora più specifica è la M3C2 (Intermodalità e logistica integrata): «Miglioramento della sostenibilità ambientale, resilienza ai cambiamenti climatici ed efficientamento energetico dei porti». Ancora più specifica la M3C2.1 (Sviluppo del sistema portuale): «I progetti riguardano interventi di riforma sui porti che, insieme agli investimenti previsti a valere sui fondi nazionali, sono finalizzati a garantire l’intermodalità con le grandi linee di comunicazione europee, sviluppando collegamenti con i traffici oceanici».
E ancora attingendo dal PNRR, eccoci all’Investimento 1.1, Interventi per la sostenibilità ambientale dei porti (Green Ports): «Il Progetto Green Ports mira a promuovere la conservazione del patrimonio naturalistico e della biodiversità. Nel caso di specie, l’obiettivo di carattere ambientale sarà perseguito attraverso interventi di miglioramento dell’efficienza energetica e di promozione dell’uso di energie rinnovabili nei porti. Si ritiene che il progetto sia destinato a dare un contributo alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra del 55% entro il 2030».
Ovviamente il tutto non potrebbe prescindere da un adeguamento dell’infrastruttura tecnologica ed a tale riguardo, sempre dal PNRR giunge la Riforma 2.2, Interoperabilità della Piattaforma logistica nazionale (PLN) per la rete dei porti, al fine di introdurre la digitalizzazione dei servizi di trasporto passeggeri e merci: «La riforma è volta a rendere interoperabili i Port Community System, ovvero gli strumenti di digitalizzazione dei movimenti di passeggeri e merci delle singole Autorità di Sistema Portuale, in modo che siano compatibili tra di loro e con la Piattaforma logistica nazionale».
La navigazione porta conoscenza
Se è vero, e di certo è vero, che andrà lontano chi viene da lontano, allora sarà la nave ad abilitare lo scenario prossimo venturo allorquando in pace si farà approdo alla riva lontana, non per combattere il rivale, bensì per ampliare conoscenza. Sovviene l’Ulisse di Dante (Inferno - canto XXVI): «...considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza». È proprio vero che senza la navigazione marittima ci abbrutiremmo. La knowledge society, la società della conoscenza nella quale aneliamo vivere, ha suo principio, sua costante e suo futuro nella nave che va! Iat
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