Le terme sprofondano nel fango, per il caro bollette; a Pasqua
una su tre resta chiusa
Il comparto si trova a fronteggiare un aumento dei costi senza precedenti (+150% sulle bollette) che sta mettendo a rischio la sopravvivenza di molte imprese. Mentre Federterme chiede aiuto al Governo alcuni stabilimenti hanno preferito rimanere chiusi rinunciando ai profitti e ad assumere personale stagionale
Le terme stanno fronteggiando un periodo di grande crisi. Il caro energia, alimentato dal conflitto in Ucraina, ha reso la situazione del comparto drammatica. Di fatto sono aziende energivore, eppure non godono degli stessi aiuti statali concessi a quelle che lo sono per legge. Per evitare di lavorare in perdita un terzo delle strutture rimarrà chiuso a Pasqua. La speranza è che l'impennata dei prezzi si riduca progressivamente. La conseguenza immediata è che il personale stagionale resterà inoccupato.
Per far fronte all'emergenza Federterme ha chiesto al Governo ulteriori aiuti per salvare non soltanto comparto, ma tutto l'indotto.
- La revisione dei periodi di riferimento per il calcolo dei crediti d’imposta per l’acquisto dell’energia elettrica e del gas.
- La modifica della soglia di accesso all’agevolazione Imu affinché possa essere riconosciuta a quelle aziende che abbiano subito una diminuzione del fatturato, nel primo trimestre 2021, di almeno il 30%.
- È anche stato chiesto di eliminare il limite massimo dei 15 dipendenti per poter beneficiare di ulteriori otto settimane di integrazione salariale entro il 31 dicembre 2022, prevedendo in parallelo uno sgravio contributivo per quanti invece non faranno ricorso agli ammortizzatori.
Un terzo delle terme resta chiuso a Pasqua
Le terme si trovano a fronteggiare un aumento senza precedenti dei costi energetici, che stanno mettendo a rischio la sopravvivenza di molte imprese in un momento reso drammatico da oltre due anni di pandemia. Il Governo e il Parlamento hanno già adottato diverse misure per ridurre l’impatto del costo-energia sulle imprese, ma per gli addetti ai lavori non sono sufficienti.
«Siamo convinti che ci possano e debbano essere ulteriori interventi migliorativi; altrimenti per il nostro comparto sarà una vera bastonata - ha dichiarato Massimo Caputi, presidente di Federterme Confindustria - È necessario, pertanto, se si vogliono salvare le terme, il turismo, e tutta l'economia che ruota intorno al comparto, rivedere alcune misure tra cui i periodi di riferimento per il calcolo dei crediti d’imposta per l’acquisto, sia dell’energia elettrica e sia del gas. È inoltre necessario rivedere la soglia di accesso all’agevolazione Imu che dovrà essere riconosciuta a tutte quelle aziende che abbiano subito una diminuzione del fatturato, nel primo trimestre 2021, di almeno il 30%. Infine, deve essere eliminato il limite massimo dei 15 dipendenti per poter beneficiare delle ulteriori otto settimane di integrazione salariale entro il 31 dicembre 2022, prevedendo in parallelo uno sgravio contributivo per quanti invece non faranno ricorso agli ammortizzatori».
Per Federterme è necessario che venga definito dal Ministero del Lavoro un comparto del Fondo Nuove Competenze dedicato al sistema turistico-termale. «Le richieste di Federterme sono un grido di allarme e una richiesta di aiuto che non deve passare inascoltata - ha ripreso Caputi - Non possiamo disperdere un patrimonio così importante per tutto il turismo e ci auguriamo che il legislatore capisca quanto il sistema termale sia fondamentale per l’economia di interi territori e che le conseguenze di eventuali chiusure sarebbero inimmaginabili».
Massimo Caputi presidente di Federterme«Siamo un settore fortemente energivoro»
Per gli addetti ai lavori è indispensabile che il Governo consideri gli stabilimenti termali come delle imprese energivore a tutti gli effetti, affinché anche loro possano godere di ulteriori sgravi fiscali (la stessa richiesta l'hanno avanzata Confindustria Alberghi e i comprensori sciistici). «Gli aumenti in bolletta hanno raggiunto il 150% - ha ammesso Aurelio Crudeli, direttore di Federterme - Così si rischia il collasso. Per questo molti stabilimenti hanno preferito rimanere chiusi per Pasqua. Non ci sono infatti le condizioni per lavorare. Questo significa che solo in termini di mancate assunzioni per il personale stagionale migliaia di persone rimarranno inoccupate, gravando sullo Stato per chi potrà usufruire degli ammortizzatori sociali come la Naspi (l'indennità mensile di disoccupazione, ndr). Ma la cifrà sale drasticamente se si considera l'intero indotto».
Il 2021 è stato per il settore un anno di parziale ripresa, dopo lo stop causato dall'emergenza pandemica, ma ora per Federterme rischia di affossarsi completamente. «A oggi ci manca ancora il 50% del fatturato che avevamo nel 2019», ha concluso Crudeli.
Aurelio Crudeli, direttore di FedertermePunta Marina: «Per ora le tariffe restano le stesse, ma in futuro...»
Le Terme di Punta Marina, site in provincia di Ravenna, hanno una vocazione strettamente legata all'ambito sanitario e diagnostico e quindi restano aperte tutto l'anno. Ma in ogni caso l'aumento dei costi energetici si è sentito drasticamente. «Le bollette sono di fatto triplicate - ha spiegato Andrea Accardo, direttore dello stabilimento di Ravenna - Per il momento abbiamo mantenuto le stesse tariffe, ma non è da escludere che con l'arrivo dell'autunno saremo costretti ad aumentarle. Tra l'altro, per fortuna in passato abbiamo fatto una serie di investimenti legati alla cogenerazione (per sfruttare il calore e generare energia meccanica, ndr), che ci hanno permesso di abbattere i costi, ma adesso per colpa di questi repentini aumenti, in particolar modo del prezzo del gas, siamo in emergenza».
L'interno dello stabilimento termale di Punta Marina (Ra)Gli hotel di Ischia: «Il costo delle bollette è quintuplicato»
A Ischia Elena Leonessa insieme alla sua famiglia gestisce quattro strutture alberghiere termali, il Moresco, l'Excelsior, il Continental e il Continental Mare e soltanto l'Excelsior aprirà i battenti il 15 aprile. Le altre aperture sono state rimandate e scaglionate a fine mese. «Quest'anno la situazione è molto critica, anzitutto perché il costo delle bollette è di fatto quintuplicato - ha spiegato - Nel precedente contratto energetico, che scade a fine mese, 1Kw/h costava 0,005 euro, adesso a febbbraio dal mercato dell'energia è emerso che il prezzo medio ha raggiunto la cifra di 0,28. Oltre a questa si deve poi aggiungere uno spread di 0,0027 euro. Quindi ci aspetta un vero e proprio salasso. Abbiamo investito negli anni in tecnologie per ridurre l'impatto energetico. Abbiamo un impianto fotovoltaico che ci ha permesso di ridurre a un hotel la bolletta del 20%, ma gli sforzi non sembrano sufficienti a ridurre le spese. In base alla presenza di turisti (più camere occupate in estate significa più condizionatori accesi) e alla grandezza della struttura le nostre fatture energetiche oscillano dai 24 ai 36mila euro al mese». Italiaatavola
Elena Leonessa ha inoltre spiegato che quest'anno a causa del conflitto tra Russia e Ucraina il flusso di turisti provenienti dall'Est Europa, da sempre attratti da Ischia e dalle sue bellezze artistiche e naturali, si è interrotto. «Stiamo lavorando con gli italiani e quindi con il turismo di prossimità che è molto diverso rispetto da quello tradizionale - ha ripreso - Le prenotazioni, per esempio, in questo caso arrivano all'ultimo minuto, e poi sono condizionate dal meteo. Finora ha fatto brutto, ma si spera che nei prossimi giorni la situazione migliori. Resta il fatto che nel nostro caso, se una delle nostre grandi strutture si riempie soltanto del 50%, visti i costi conviene tenerla chiusa e dirottare le prenotazioni verso un unico albergo».
Nessun commento:
Posta un commento