Assume un significato particolare e coinvolgente per tutti la 10ª Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare, in calendario il 5 febbraio. I princìpi che invitano alle buone pratiche per non gettare via i buoni frutti della natura e del lavoro dell'uomo sono da tempo entrati nella coscienza generale grazie alle tante campagne di sensibilizzazione e progetti per ridurlo di tanti soggetti pubblici e privati come le associazioni ambientaliste e della solidarietà.
Le buone pratiche per non gettare via i buoni frutti della naturaTutto il mondo impegnato nella ricerca di una soluzione
Ma i confini delle buone pratiche domestiche si sono drammaticamente allargate perché secondo quanto afferma l'Unep, il programma delle Nazioni Unite dedicato all’ambiente, solo il 61% dello speco avviene nella cucina di casa. Il 26% si registra lungo la filiera durante tutto il processo di produzione degli alimenti e il 13% nelle rivendite, come cibo invenduto o a rischio di scadenza.
Di fatto quasi il 17% di quanto viene coltivato, finalizzato e venduto viene buttato. Eliminare gli sprechi di cibo permetterebbe inoltre di limitare il quantitativo di rifiuti, di salvaguardare le risorse disponibili come acqua, suolo, energia, tutelando nello stesso tempo la biodiversità anche in ragione del cambiamento climatico. Tutto il mondo è impegnato per trovare una soluzione concreta al problema mondiale che ormai non riguarda soltanto i Paesi più ricchi ma anche singolarmente possiamo contribuire ad arginare il problema.
Il vademecum antispreco
Ce lo dice l'Unc (Unione nazionale consumatori) che lancia per il 5 febbraio un «vademecum antispreco»: 10 consigli e suggerimenti pratici per come mettere in tavola alimenti e piatti nutrienti in quantità giusta, ma anche su come conservarli. Messi a punto in collaborazione con "Unaitalia Viva Il Pollo", vanno dall'acquisto di cibi per tutte le tasche come carni e tagli meno nobili ma egualmente nutrienti e gustosi, frutti e ortaggi scelti non solo per il loro aspetto estetico, fino alle pratiche di conservazione, perché nulla vada sprecato. Eccoli:
- Preparare la lista per comprare solo il necessario. La prima regola per non sprecare è programmare e attenerci a ciò che ci serve realmente. Andate al supermercato con una lista della spesa pronta, avendo già pianificato i pasti della settimana, e non a stomaco vuoto, evitando così di riempire il carrello di prodotti non necessari.
- Occhio alla data di scadenza. È importante scegliere alimenti freschi solo se sappiamo che li consumeremo subito, controllando sempre la data di scadenza del prodotto. Altrimenti orientiamoci su alimenti con una vita residua più lunga. Stiamo attenti alle offerte e ricordiamo che convengono solo se siamo certi di consumare effettivamente il prodotto.
- Conciliare risparmio, stagionalità e nutrizione. Scegliete verdure di stagione – in inverno cavolo, verza, broccoli, finocchi - e i legumi che sono nutrienti, hanno una durata più lunga e sono economici. Tra le carni, prediligete quella bianca, che è ricca di proteine e aminoacidi, povera di grassi ed è la più amica del portafoglio. Per il pesce, oltre a programmare bene l’acquisto in modo da cucinarlo in giornata, riscoprite il pesce azzurro, di cui il nostro mare è ricco, e rappresenta un vantaggio anche in termini di sostenibilità. Quindi, acciughe, sardine, palamita, spatola, sgombro, lampuga. Un toccasana per gli Omega 3 e i cui effetti sono riconosciuti anche sul sistema cardiovascolare.
- Ogni alimento va al suo posto. Una volta ritornati a casa riponete gli alimenti con cura così da riuscire a conservarli più a lungo. E allora: frutta e verdura nei cassetti più in basso nel frigorifero, pesce e carne cruda in basso al primo ripiano in uno specifico contenitore e ben separati da altri alimenti; carne cotta al secondo; affettati e formaggi più in alto; conserve aperte e uova ancora più su. In frigo le carni non hanno tutte lo stesso tempo di conservazione: pezzi interi di bovino restano freschi in frigo anche 5-6 giorni. Fettine, pollo e affettati invece andrebbero consumati entro 3 giorni. Hamburger e polpa macinata sono prodotti molto delicati: se non si ha la certezza di consumarli nei successivi 2 pasti, meglio congelarli.
- Programmare un menù settimanale. Conoscere sé stessi è fondamentale. Per non sprecare bisogna imparare a capire il proprio appetito e a non cucinare più del dovuto. Stilare un menu settimanale può aiutarci a programmare i pasti ed evitare di cucinare più del dovuto.
- Tra i cibi più sprecati ci sono frutta e verdura. Impariamo a non buttarle se le vediamo ammaccate o appassite: proviamo a preparare marmellate, composte e minestroni. Spesso anche le foglie possono essere commestibili come quella del broccolo romanesco.
- Se ci avanza qualcosa, usiamo la creatività! Proviamo a fare come i nostri nonni, realizzando ricette di recupero. Le carni bianche si prestano perfettamente all’arte del riciclo: se ci avanza del pollo lesso possiamo optare per una sana insalata anche delle crocchette o dei nuggets, tritando il pollo avanzato con del pane a pezzi e una cipolla, e friggendo le quenelle in olio bollente. O ancora in un condimento di un sandwich magari con della salsa guacamole. Vale anche per il pollo arrosto! Ricordiamoci però che il pollo già cotto va scaldato molto bene prima di utilizzarlo nelle preparazioni.
- Non interrompere la catena del freddo è fondamentale per la corretta conservazione di carne, salumi e cibi freschi in generale. Per la carne è sempre meglio attrezzarsi con una borsa termica per il trasporto e riporre subito gli alimenti in frigo una volta tornati a casa.
- Cerchiamo di acquistare il più possibile alimenti interi e non parti. Ad esempio, proviamo a prediligere frutta intera dal mercato e non sbucciata e già porzionata. Se siamo in più persone prediligiamo il pollo intero, che può essere usato, come ci insegnano le nonne e gli chef, in tutte le sue parti.
- Il congelatore è l’alleato anti-spreco. Se non riusciamo ad utilizzare determinati alimenti congeliamoli prima della scadenza. Usiamo fette e monoporzioni, ben separate l’una dall’altra, con l’aiuto di contenitori ermetici o sacchetti appositi per proteggere la carne dalla disidratazione. I tempi di conservazione in freezer variano a seconda dell’efficienza dell’elettrodomestico (riconoscibile dal numero di stelle sull’apparecchio e sul libretto dell’istruzioni) e del tipo di carne.
Giovani sempre più responsabili
I consumatori italiani, soprattutto i più giovani, si sono rivelati molto responsabili negli ultimi anni sul tema, in cui convergono tanti elementi, dalla sostenibilità alle abitudini e ai fattori ambientali fino a quelli sociali ed economici. E in tanti sono coinvolti come volontari in organizzazioni nate per contrastare lo spreco, come il Banco Alimentare italiano, la Onlus membro della Federazione Europea dei Banchi Alimentari, fondata 1989 e che si occupa della raccolta di generi alimentari e del recupero delle eccedenze della produzione agricola e industriale attraversi 21 sedi territoriali. Redistribuisce il cibo a strutture caritative che svolgono un'attività assistenziale verso le persone più indigenti.
Tra magic box e Sprecometro
Tra le tante altre iniziative, c'è Too Good To Go che consente attraverso un'applicazione di acquistare delle "Magic Box" con l'invenduto della giornata di ristoranti, bar e alimentari a prezzo. Ed ora, ad orientare i comportamenti, c'è anche il nuovissimo Sprecometro dell’Osservatorio Internazionale Waste Watcher, sviluppato con l’Università di Bologna e Last Minute Market che ha anche il vantaggio di consigliate una dieta corretta e bilanciata.
Anche l'Unione Europea già da tempo dice no allo spreco alimentare aderendo agli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dall'Oonu nell'Agenda 2030, che punta a dimezzare il quantitativo pro capite di beni alimentari commestibili che ogni anno, per ragioni di varia natura, finiscono nella pattumiera e che costituiscono un danno all'ecosistema del pianeta.
Come aveva detto Inger Andersen, executive director dell’Unep in occasione della presentazione degli ultimi sconfortanti dati, Se la perdita e lo spreco alimentare fossero un Paese, sarebbe la terza più grande fonte di emissioni di gas serra».
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