Dall'inizio dell'anno, il prezzo dell'uva sultanina turca ha registrato una flessione del 7%, attestandosi intorno alle 2.850 sterline per tonnellata. Secondo l'analisi di Aretè, parallelamente, le quotazioni dei ceci Kabuli canadesi sono diminuite del 13% nel periodo gennaio-febbraio, tornando sotto i livelli di inizio campagna. Due andamenti diversi ma accomunati dalla stessa dinamica: domanda in rallentamento e un mercato globale che sta ridefinendo le sue priorità.
Per quanto riguarda l'uva passa turca, l'analisi condotta da Aretè evidenzia come il calo sia principalmente legato a una riduzione della competitività del prodotto. La sultanina turca, oltre a soffrire il confronto con altre origini più convenienti, deve fare i conti con problematiche qualitative che la rendono meno attrattiva sul mercato internazionale. A complicare ulteriormente il quadro c'è l'arrivo sul mercato del nuovo raccolto sudafricano, atteso su livelli record, che sta guadagnando sempre più interesse da parte dei principali Paesi consumatori. Nonostante la flessione registrata dall'inizio dell'anno, i prezzi della sultanina turca restano storicamente alti: rispetto a febbraio 2024 si registra un incremento dell'8%, mentre il confronto con febbraio 2023 evidenzia un rialzo del 93%. Questa tenuta è legata a un'offerta estremamente limitata, risultato di due campagne produttive deludenti, in un contesto macroeconomico turco piuttosto fragile. Le difficoltà interne, tra svalutazione della lira e aumento dei costi di produzione, continuano a esercitare una pressione sui listini, rendendo difficile una discesa più marcata dei prezzi.
Passando al mercato dei ceci, la situazione è leggermente diversa. Tra gennaio e febbraio le quotazioni dei Kabuli canadesi in Saskatchewan sono scese del 13%, un trend che ha portato i prezzi sotto i livelli di agosto 2024, quando si era conclusa una lunga fase deflattiva iniziata a maggio. Secondo Aretè, questo calo è attribuibile a una domanda internazionale debole e a un buon livello di approvvigionamento del mercato globale. Tali fattori hanno dapprima smorzato i tipici aumenti stagionali post-raccolta e, successivamente, hanno contribuito alla ripresa della tendenza ribassista. La fotografia della campagna in corso mostra quotazioni medie inferiori del 21% rispetto alla media delle tre precedenti stagioni. La disponibilità abbondante, unita a una domanda meno dinamica, sta frenando i possibili rimbalzi dei prezzi, confermando una fase di stabilizzazione su livelli più contenuti rispetto agli ultimi anni.
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