La notizia è più che buona anche se è passata, come si suol dire, sotto traccia. In Lombardia il virus della peste suina africana (Psa) è assente da quasi un anno. La comunicazione ufficiale è avvenuta in Commissione Regionale Agricoltura da parte dell'assessore competente Alessandro Beduschi. «Dall'ottobre del 2024 - ha dichiarato - il virus della Psa è stato debellato dagli allevamenti di suini grazie alle rigorose misure di biosicurezza adottate dagli allevatori. Il rischio di diffusione rimane comunque ancora elevato per l'attività nei campi e la possibile presenza del virus nella carcasse dei cinghiali».

Peste suina in Lombardia, continuano i controlli
E a proposito di cinghiali il controllo della fauna selvatica rimane un elemento fondamentale nella strategia di condimento della Psa che tanta apprensione e danni economici ha causato negli addetti al settore suinicolo del Centro Nord. Lo scorso anno in Lombardia sono stati abbattuti 18 mila cinghiali, principali vettori della malattia virale contagiosa. Quest'anno la Regione ha già effettuato 4.300 controlli in allevamenti e circa 8.000 mila analisi di laboratorio.
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Sul fronte del contenimento dei cinghiali è stata rafforzata l'attività di ricerca tempestiva delle carcasse con cani molecolari e sono stati chiusi più di 160 varchi autostradali per limitare l'attività della fauna selvatica. Quanto agli abbattimenti, nel 2025 hanno già superato quota 6mila per un investimento complessivo di 3 milioni di euro.«Un trend in costante crescita - ha rimarcato il presidente della commissione Massardi-: nel 2021, quando la Psa non era diffusa, gli abbattimenti erano stati 7428, saliti negli anni successivi a 14mila, 16mila e 18mila».
Per quanto riguarda gli indennizzi, il Pirellone ha già erogato 25 milioni di euro per compensare i danni diretti agli allevamenti più colpiti: 18 milioni nella provincia di Pavia e quasi 7 milioni fra le provincie di Milano e Lodi «Abbiamo saputo risponde con fermezza e concretezza- hanno rimarcato gli amministratori pubblici - anche se la minaccia è ancora dietro l'angolo. Serve che tutti continuino a fare la propria parte per tutelare un patrimonio economico, sociale e produttivo fondamentale per le regioni del Nord». Insomma, mantenere la guardia alta.


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