ASSOENOLOGI: NEL MONDO… E' ITALIANA
UNA BOTTIGLIA DI VINO SU CINQUE VENDUTA
Come sarà
la vendemmia 2013? Difficile a dirsi. Allo stato attuale il ciclo vegetativo
della vite nel Centro Nord risulta in ritardo, mentre lo spread nel Centro Sud
e nelle Isole in anticipo. I due prossimi mesi saranno, come sempre, decisivi
e, dopo tanta eterogeneità, una eccellente annata, alla faccia della primavera
più fredda e piovosa degli ultimi cinquant’anni, non ci starebbe male.
Intanto
l’Istat ha diramato un nuovo rilevamento sulla produzione 2012. Non è ancora
quello definitivo, ma per quanto concerne la quantità di vino prodotta è in
linea con le stime elaborate a fine novembre da Assoenologi che facevano
prevedere una produzione al di sotto dei 40 milioni di ettolitri, tra le più
scarse degli ultimi decenni.
"Diverso il discorso delle nostre vendite
all’estero che, nonostante la crisi, a fine anno, hanno fatto registrare un
incremento di 6,5% in valore e di -8,8 in volume a causa de crollo,
principalmente, dello sfuso e di alcune tipologie che il mercato con sempre
maggiore difficoltà assorbe. Sta di fatto però che esportiamo meno vino ma
introitiamo di più, il che significa che mandiamo all’estero prodotti con
sempre maggiore valore aggiunto. E questo non è poco”. -spiega Giuseppe Martelli direttore generale di Assoenologi,
che aggiunge- “La scarsa produzione 2012,
il calo delle vendite nel periodo natalizio e i ritocchi dei listini di inizio
anno, avevano fatto prevedere che nei primi tre mesi del 2013 le nostre performance
sarebbero state calmierate. Invece no, anzi le vendite di vino italiano
all’estero non solo tengono ma crescono”.
Infatti i
dati elaborati dal Centro studi di
Assoenologi, sui primi tre mesi dell’anno sfiorano un incremento del 10%
in valore, superando la soglia di 1,1 miliardi di euro a fronte di un
decremento di solo l’1,1% in quantità. Situazione che determina una crescita di
introiti sia nell’Unione europea (+8,7%) che nei Paesi Terzi (+10,9%).
Lievitazioni rare in questi periodi e ancor più incoraggianti se si pensa che
sono abbastanza uniformi, nel senso che riguardano bottiglie prodotte dal
Piemonte alla Sicilia.
"Ovviamente il discorso
non è omogeneo, nel senso che ci sono vini che il mercato richiede maggiormente
e quindi aziende sulla cresta dell’onda e altri che è sempre più difficile
collocare e quindi strutture che boccheggiano, ma alla fine il risultato è più
che positivo - afferma Martelli che non ha dubbi: una bottiglia di vino su cinque venduta nel mondo è di vino italiano.
Una scalata che fino a pochi anni fa era inimmaginabile e che oggi invece
sembra inarrestabile. Anche di questo si parlerà diffusamente ad Alba, dal 4 al
7 luglio, al 68° Congresso nazionale della Aeei":
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