lunedì 9 settembre 2013

VENDEMMIA 2013

LA VENDEMMIA 2013
IN SINTESI DALL'AEEI

Assoenologi conferma i suoi dati 2012. Lo scorso anno, per la prima volta, il Dicastero dell'agricoltura aveva convocato in tempo utile le associazioni di categoria per fare il punto sulla produzione vitivinicola italiana 2012. Tutte le organizzazioni, dalla Coldiretti alla Cia, dall'Assoenologi alla Confagricoltura, dall'Unionvini alla Federvini, si sono trovate d'accordo nell'affermare che eravamo di fronte alla vendemmia più scarsa dal 1950 con una produzione stimata intorno ai 40 milioni di ettolitri.
Recentemente Agea ha invece comunicato che le denunce di produzione presentate in gennaio fanno ritenere un quantitativo di 45,6 milioni di ettolitri, ossia oltre la media quinquennale secondo le rilevazioni Istat, che da sempre sono prese come punto di riferimento.
Giuseppe Martelli
Che il 2012 sia stato un anno problematico e bizzarro è sotto gli occhi di tutti, non occorre ricordare i sette anticicloni, il caldo torrido e le piogge nei momenti sbagliati. Andando a verificare i dati Agea troviamo alcune di-scrasie. Innanzitutto nei suoi computi sono inseriti anche i mosti e i vini acquistati. Inoltre il calcolo è fatto sul vino torbido e non sul limpido.
Ma quello che non si capisce è come alcune regioni possano registrare certe produzioni. Ad esempio la Campania, secondo l'Agea, avrebbe prodotto solo 663.000 ettolitri, quando le medie ufficiali pluriennali danno un valore molto vicino a 1.800.000 ettolitri. Secondo Agea il Veneto ha prodotto 9.260.000 ettolitri, quando la media degli ultimi dieci anni dà 7,8 milioni. La Puglia e l'Emilia, in un'annata notoriamente scarsa come quella 2012, avrebbero fatto registrare 7,7 milioni di ettolitri, quando le medie uf-ficiali pluriennali indicano tra i 6,3 e i 6,7 milioni.
Quindi c'è qualche cosa che non quadra. Anche perchè altre due entità istituzionali danno dati di riferimento diversi da quelli Agea: Ismea: 39,3 e Istat 41,1 milioni di ettolitri (dato non ancora definitivo), per noi molto vicini alla realtà. Come Assoenologi confermiamo le stime di produzione elaborate a fine ottobre 2012, ossia circa 40 milioni di ettolitri.

2013 decisamente meglio del 2011 e del 2012. Lo scorso anno abbiamo dovuto fare i conti non con l'anticiclone delle Azzorre, bensì con sette disperati fenomeni dai nomi più suggestivi - spiega Giuseppe Martelli, direttore generale di Assoenologi.
In primavera abbiamo accarezzato Hannibal. Quindi conosciuto Scipione che, dal 17 al 27, ha fatto evaporare giugno. Poi abbiamo maledetto Caronte che, dal 29 giugno al 9 luglio, ci ha traghettato verso una torrida estate facendoci boccheggiare alla soglia dei 40 gradi. E che dire di Minosse che, dal 10 al 15 luglio, ci ha regalato sei giorni di fuoco privilegiando Sicilia, Sardegna e Puglia. Dal 29 luglio al 5 agosto abbiamo dovuto fare i conti con Ulisse. Dal 7 al 15 agosto è stato Nerone a far parlare, o meglio "sudare" l'Italia tutta, seguito da Caligola (17/19 agosto) che ha lasciato il posto a Lucifero (20/25 agosto).
Beatrice non ha portato le tanto auspicate piogge di fine agosto che sono arrivate in settembre grazie a Poppea che, però, per le uve bianche non ha ristabilito le ottimali condizioni salvando soprattutto al Nord quelle a baccarossa in generale e di vendemmia tardiva in particolare.
Quest'anno invece l'andamento climatico e meteorico è stato inusuale ma favorevole alla vite permettendogli un ciclo vegetativo più razionale, con una maturazione diluita nel tempo che ha determinato acini più grandi e più ricchi, facendo rientrare il periodo vendemmiale della media storica. Infatti i tempi di raccolta, rispetto alla scorsa campagna, sono procrastinati di 10/15 giorni nel Centro Nord e di 7/10 giorni nel Sud e nelle Isole.

Un andamento climatico bizzarro, ma non per la vite. Dopo un autunno molto mite, tra i più caldi degli ultimi 25 anni, - continua Martelli - l’inverno è iniziato con un brusco abbassamento delle temperature inferiori alla norma. Gennaio, febbraio e marzo sono stati caratterizzati in tutt'Italia da precipitazioni elevate, superiori alla media stagionale, tali da ascrivere questo periodo come tra i più piovosi e nevosi degli ultimi 50 anni.
Ad esempio: in Friuli le piogge dei primi 5 mesi hanno eguagliato la quanti-tà caduta mediamente in un anno; il Trentino, solo nel mese di maggio, ha fatto registrare 260 mm di acqua; in Romagna i primi 3 mesi sono stati i più umidi degli ultimi decenni; nelle Marche nel periodo gennaio/maggio sono caduti 464 mm di pioggia superando del 46% l'andamento medio dell'ultimo quarantennio. In sintesi nei primi tre mesi del 2013, in molte zone, è caduta il 50% del quantitativo di pioggia che si registra in un anno.
Anche in primavera e all'inizio dell'estate le precipitazioni sono state copiose creando preziose riserve nel sottosuolo, ma provocando anche, in diverse zone, non pochi problemi a causa dei virulenti attacchi fungini (peronospora e oidio) che hanno inciso sui potenziali produttivi, innescando altresì diversi problemi di allegagione che hanno fatto seguito ad una fioritura eterogenea.
Nella seconda metà di luglio, e per un mese, è arrivato il grande caldo e in agosto si sono verificate importanti quanto decise escursioni termiche tra il giorno e la notte che hanno creato le condizioni propizie per una matura-zione molto promettente, senza dubbio migliore delle due precedenti vendemmie. Purtroppo diverse sono state le grandinate che, sia pure in modo diverso, hanno colpito e stanno continuando ad abbattersi da Nord a Sud.


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