anti-app
Il software
nato in Norvegia ora è attivo anche nel Regno Unito e punta ad espandersi nel
resto d’Europa
C'è un’app che paga per non usare app. Si chiama Hold e si sta
espandendo dai Paesi scandinavi (dov’è nata) alla Gran Bretagna.
Il suo obiettivo è semplice: premiare chi resiste alla tentazione di usare compulsivamente il proprio smartphone. Nello specifico, si rivolge agli studenti universitari per tentare di limitare le distrazioni mentre sono a lezione.
Quello che devono fare è attivare l’app: da allora parte un software collegato ad un timer che permette di calcolare per quanto tempo il cellulare resta a riposo. E più il tempo passa, più lo studente accumula punti. Per farci cosa? I punti diventano buoni da spendere sul mercato incorporato nell’applicazione: possono essere utilizzati per avere sconti, sia online che (con un QR Code) alla cassa di alcuni punti vendita, per comprare snack, libri, servizi universitari, prestiti in biblioteca.
Il suo obiettivo è semplice: premiare chi resiste alla tentazione di usare compulsivamente il proprio smartphone. Nello specifico, si rivolge agli studenti universitari per tentare di limitare le distrazioni mentre sono a lezione.
Quello che devono fare è attivare l’app: da allora parte un software collegato ad un timer che permette di calcolare per quanto tempo il cellulare resta a riposo. E più il tempo passa, più lo studente accumula punti. Per farci cosa? I punti diventano buoni da spendere sul mercato incorporato nell’applicazione: possono essere utilizzati per avere sconti, sia online che (con un QR Code) alla cassa di alcuni punti vendita, per comprare snack, libri, servizi universitari, prestiti in biblioteca.
Riscontri
positivi
Il mercato sul quale spendere i punti è sostanzialmente un luogo digitale
dove promuovere prodotti. I marchi, quindi, pagano “Hold” per entrarci e avere
un contatto diretto con un pubblico preciso (quello degli studenti). I
fondatori dell’app, Maths Mathisen, Florian Winder e Vinoth Vinaya, hanno detto
che proteggere gli studenti dalle distrazioni digitali “è una grande sfida”.
Che si vince convincendoli ad allontanare il dispositivo dalle loro mani.
I primi
riscontri sono positivi: “Hold” ha già ottenuto 1,4 milioni di dollari dagli
investitori. E, secondo i dati forniti dai tre fondatori, un quarto degli
studenti norvegesi (la società ha sede a Oslo) ha scaricato l’app nei primi tre
mesi dal lancio. “I numeri – sottolineano – dimostrano che i giovani sono
pronti per affrontare questo cambiamento”.
Come funziona
Dopo aver
installato “Hold” (disponibile per iOS e Android), è sufficiente lasciare il
telefono fermo in un punto il più a lungo possibile così da accumulare punti.
L’utente riceve 10 punti ogni 20 minuti trascorsi senza toccare il telefono:
per ottenere biglietti per il cinema a metà prezzo occorrono 60 punti,
l’equivalente dunque di 120 minuti lontani dal telefono; per due caffè gratis
occorrono 300 punti, cioè 600 minuti lontani dal telefono; per i buoni Amazon
da £ 5, gli utenti devono aver raggiunto 1000 punti, il che richiederebbe 33
ore trascorse lontano dal proprio smartphone.
Un’app come
“Hold” potrebbe esser d’aiuto a molti, non soltanto agli studenti, ma non tutti
forse si accontentano di un caffè come incentivo. Intanto aspettiamo che l’app
arrivi anche da noi per capire se sarà capace di tenere lontani i nostri
giovani dalle tentazioni dello smartphone.
«Disconnect»
rivista digitale off-line
Sulla stessa lunghezza d’onda viaggia The Disconnect, una
nuova rivista digitale (lanciata a febbraio) che costringe a staccare la spina
da Internet, nel senso che il lettore può fruire dei suoi contenuti una volta
sola e soltanto se si è disconnesso dalla rete. Il tutto suona di provocazione,
naturalmente, anche se il fondatore della rivista Chris Bolin dice di voler
sottolineare proprio questa contraddizione: un contenuto solo sul digitale ma
che si può leggere soltanto off-line.
Il sito sfrutta una
funzione integrata nella maggior parte dei browser web che rileva se un utente
è connesso o meno a Internet. Così, quando si accede per la prima volta al sito
di “The Disconnect” (dopo essersi iscritti via mail) si legge: “Si prega di
scollegare da Internet. Questa è una rivista offline di commento, finzione e
poesia”. Così, dopo la disconnessione, il sito si rivela ed è in tutto e per
tutto un normale magazine online: racconti brevi, saggi ed editoriali. “Ho
creato questa rivista in parte perché penso che sia molto divertente usare
l’ironia in questo modo: avere un pezzo di Internet che ti costringe a lasciare
internet “, spiega il fondatore Chris Bolin.
PANORAMA EDIT
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