Piante grasse
«depuratori»
naturali
Piante grasse (succulente o cactacee,
che dir di voglia) sono campionesse di bassa manutenzione e in cambio bellezza
di design (magari esaltato dal vaso giusto) e soprattutto, in ambienti chiusi,
la preziosa capacità di eliminare dall’aria che respiriamo in casa e in ufficio
sostanze inquinanti a cui siamo esposti più a lungo in inverno. Senza
dimenticare che le “grasse” richiedono poca acqua, il cui consumo è tema
decisamente attuale in questi tempi di dibattito sulle risorse del pianeta.
L’acqua è un tesoro sempre più a rischio. I cambiamenti climatici, ai quali
gli scienziati imputano anche il problema delle precipitazioni eccessive e
distruttive che sempre più spesso ci colpiscono, hanno portato a una seria
riduzione delle piogge, soprattutto nel periodo estivo; l’estate 2017 è stata
una delle più aride, il che porta l’attenzione proprio sulle piante meno
esigenti in fatto di risorse idriche. Ecco perché diventano sempre più
interessanti le piante che vengono da zone desertiche, subdesertiche e
mediterranee.
Si tratta di vegetali che uniscono due valori: una bellezza, a volte
decisamente straordinaria, e la capacità di richiedere apporti idrici minimi e
manutenzioni solo occasionali, fattore molto importante per chi è costretto a
contare i minuti a disposizione per la cura del verde, “rubandoli” dagli
impegni quotidiani del lavoro e della famiglia. Ciò che occorre per conservare in salute le piante grasse
sono più che altro le condizioni ambientali.
In estate vivono bene all’aperto, meglio se in ombra parziale (al sole la
poca terra del vasetto si asciuga troppo in fretta e diventa troppo bollente).
Le irrigazioni in estate possono essere frequenti se vogliamo vederle crescere
vigorose, ma occorre anche concimarle: usate un prodotto liquido per piante
grasse ogni 20 giorni circa da aprile a settembre. In autunno-inverno le piante devono tornare
in ambiente protetto: la maggior parte non sopravvive sotto i 5 °C. Se sono in
un luogo fresco (pianerottoli, garage e ambienti simili) entrano in riposo e
non vanno innaffiate. Se sono in casa, occorre un luogo molto luminoso e un
pochino d’acqua ogni tanto. L’ideale è tastare il terriccio: se è del tutto
asciutto si inumidisce, svuotando il sottovaso se dopo 15 minuti c’è ancora
acqua.
Piccolo
ma prezioso aiuto
Un regalo
prezioso delle piante grasse è il loro potenziale depurativo. Durante il loro
ciclo metabolico, queste piante incamerano aria risucchiando anche numerose
altre sostanze inquinanti, presenti senza che ce ne accorgiamo: anidride
solforosa, biossido di azoto, formaldeide, diversi solventi e persino le
famigerate polveri sottili (pm10) che tanto affliggono le nostre città,
soprattutto in inverno. Alcune specie di piante, tra cui certi tipi di Cactacee,
per esempio il classico “cuscino di suocera”, l’Echinocactus, e alcune
succulente come la Sansevieria, non vengono danneggiate da queste
sostanze nocive: il loro metabolismo confina le microparticelle tossiche
all’interno di cellule particolari, che fungono da deposito isolato dal resto
dell’apparato vegetale e che non verrà mai riaperto.
Grazie a questo fenomeno
hanno la capacità di abbattere sensibilmente la quantità di inquinanti presenti
nell’aria che respiriamo. Il fenomeno è stato lungamente studiato da numerose
équipe di ricercatori attraverso una serie di autorevoli sperimentazioni
scientifiche. Non potranno certo aiutare a dimenticare lo smog urbano, ma in
casa e in ufficio ci danno un piccolo, prezioso aiuto per ripulire l’aria e
regalare bellezza.
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