lunedì 27 febbraio 2023

Il Po sale solo di un cm: servirebbe un mese di pioggia per salvarci dalla siccità

 

Il Po sale solo di un cm: 

servirebbe un mese di pioggia 

per salvarci dalla siccità


Finalmente sono arrivate pioggia e neve, ma il “maltempo” ha fatto salire di appena un centimetro il livello del fiume Po che resta a secco e al Ponte della Becca (Pavia) si trova a -3,2 metri rispetto allo zero idrometrico, con le rive ridotte a spiagge di sabbia come in estate.
 

È quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti sugli effetti della perturbazione nel weekend con l’allerta della protezione di civile in ben 11 regioni, Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Molise, Sicilia, Umbria a cui si aggiungono Marche, Puglia e Emilia-Romagna.

Il maltempo con pioggia e neve hanno fatto salire di appena un centimetro il livello del fiume Po Il Po sale solo di un cm: servirebbe un mese di pioggia per salvarci dalla siccità

Il maltempo con pioggia e neve hanno fatto salire di appena un centimetro il livello del fiume Po


Lo stato del più grande fiume italiano è rappresentativo della situazione in cui si trovano i principali corsi d’acqua e laghi che restano con percentuali molto basse di riempimento per il periodo che vanno dal 36% del lago di Garda al 38% di quello Maggiore fino al 19% di quello di Como ma si registra anche lo scarso potenziale idrico stoccato sotto forma di neve nell’arco alpino ed appenninico.
L’ arrivo delle precipitazioni è importante per aiutare i cereali in campo e consentire le lavorazioni dei terreni per preparare le semine primaverili ma ci vorrebbe oltre un mese di pioggia in una situazione in cui si registra un deficit idrico del 30% che sale addirittura al 40% nel nord Italia, secondo l’analisi Coldiretti su dati Isac Cnr.


A preoccupare è anche il brusco e improvviso abbassamento delle temperature ed il vento gelido che danneggiano le fioriture fuori stagione di mandorli, peschi e ciliegi, anticipate da settimane di caldo anomalo, con il rischio concreto della perdita dei raccolti. La natura è in tilt con le coltivazioni ingannate dal clima che si sono svegliate e predisposte alla ripresa vegetativa ma si registra anche la maturazione in anticipo delle primizie che sono ora particolarmente sensibili al freddo che si è abbattuto sulla Penisola.


Si tratta degli effetti del cambiamento climatico che si manifesta proprio con una più elevata frequenza di eventi estremi, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo. L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici con i danni provocati dalla siccità e dal maltempo che hanno superato nel 2022 i 6 miliardi di euro.

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