martedì 21 giugno 2022

Birre regine di bar e ristoranti: il futuro è roseo. Ma quali sono le preferite degli italiani?

 

Birre regine di bar 

e ristoranti: il futuro 

è roseo. Ma quali sono 

le preferite 

degli italiani?

Già oggi la birra rappresenta un prodotto strategico per il fuori casa, ma nei prossimi 5 anni raddoppieranno i locali per i quali rappresenta oltre il 50% del fatturato. Intanto gli italiani sono “tradizionali”: bevono la classica bionda. I brand più conosciuti? Moretti e Peroni, ma la preferita è l'Ichnusa

di Gianluca Pirovano

Birre regine dei bar: il futuro è roseo. Ecco le preferite degli italiani


Un presente di successo e un futuro altrettanto positivo. È questo in estrema sintesi lo stato di salute della birra in Italia. A dirlo ci sono due distinte ricerche: da una parte un'indagine di YouGov, che ha tracciato gusti e abitudini degli italiani nel presente, dall'altra uno studio di Piepoli/Osservatorio Birra (realizzato insieme a Partesa, azienda di distribuzione food & beverage), che ha provato a disegnare i trend del futuro. 

E cosa è emerso? Che l'estate è la stagione della birra per eccellenza, ma anche che gli italiani sono parecchio tradizionalisti: la classica bionda batte la concorrenza in qualsiasi fascia d'età. Così Moretti e Peroni sono le più note e consumate, anche se la preferita è l'Ichnusa, orgoglio sardo. E il domani? Un mercato in costante crescita che porterà nei prossimi cinque anni dall'attuale 16,7% al 30,2% il numero di locali che nella birra trovano più del 50% del loro fatturato


Birra: l'estate è la tua stagione 

L’84% dei maggiorenni beve un bicchiere, almeno una volta ogni tanto. Solo il 16% dichiara di non bere, principalmente concentrato nella fascia d’età 55+ (il 56% del totale “astemi”). D’altra parte, i giovani sono bevitori più occasionali, che tendono a consumare alcolici nei momenti di socialità (55% degli under 35) piuttosto che quotidianamente.

La birra non manca quasi mai: più del 90% di chi beve alcolici la consuma, cioè oltre tre quarti della popolazione maggiorenne. Soprattutto in estate, quando 64% degli intervistati dichiara di consumare più birra, mentre le altre tre stagioni messe insieme non raggiungono il 10%, e più di un quarto dei rispondenti non pensa che il periodo dell’anno influenzi il proprio consumo.

Che l’estate sia la stagione della birra non deve stupire: i fattori esterni che più spingono il consumo di birra sono le vacanze e il caldo, che si traducono in un aumento del consumo rispettivamente per il 75% e il 65% dei rispondenti. Un altro elemento che influisce positivamente sul consumo di birra sono gli eventi sportivi, che portano a un aumento del consumo per il 31% dei rispondenti, contro solo il 12% per cui questo causa una riduzione. Se ci si potrà quindi aspettare un calo del consumo nella seconda metà dell’estate rispetto a un anno fa (controcifra di Europei di calcio e Olimpiadi), all’alba dell’estate il 61% dei rispondenti afferma di bere la stessa quantità di birra dello scorso, mentre chi ha aumentato o diminuito il consumo si equivale (16%). 

Birre regine dei bar: il futuro è roseo. Ecco le preferite degli italiani

Ma quali sono le birre preferite dagli italiani? 

Ma quali sono gli stili di birra preferiti dagli italiani? Nettamente in testa troviamo la classica bionda Pils, prediletta da 45% dei rispondenti, seguita a grande distanza dalle dalle birre di frumento Weizen e Blanche (13%) e dalle scure Bock (12%). Percentuali più basse per Radler (6%), Tripel (4%) Pale Ale e Stout (3%). Nella preferenza di alcuni di questi stili emergono differenze di età: se le Pils sono nettamente preferite dagli over 55 (per il 52% contro il 33% dei 18-34), con Radler e IPA il discorso si ribalta.

Ichunsa è il brand più amato 

Quando si passa alle marche, i brand italiani sono in vetta: le più note sono Peroni (87%) e Moretti (86%), seguite da Heineken, Nastro Azzurro, Corona e Beck’s, tutte con una awareness tra il 75% e l’85%. Quando si chiede però quale, tra le marche note, sia la birra preferita, la vincitrice è nettamente Ichnusa, indicata dal 36% di chi conosce almeno un marchio, seguita a distanza da Moretti (26%). 

Birre regine dei bar: il futuro è roseo. Ecco le preferite degli italiani

Un futuro... con più birra 

Già oggi la birra è un ingrediente strategico per la ripresa dei luoghi del fuori casa, siano essi bar, ristoranti, pizzerie o fast food, dove questa bevanda ha un peso strategico sempre più rilevante, con un valore condiviso di 4.385 milioni di euro

In generale, gli addetti ai lavori del fuori casa apprezzano la dimensione socializzante della birra nei locali. Se per il 35,9% dei locali italiani la birra è già oggi centrale nella propria offerta (e per questo non crescerà in futuro), il 60,6% dei rispondenti dice che ci sarà sempre più birra domani nei loro locali, principalmente per 3 ragioni: è sempre più richiesta; è poco o per nulla alcolica (e questo chiedono molti giovani); infine, permette una buona marginalità, elemento vitale in un periodo di grandi difficoltà economiche per un settore reduce da due anni neri…

 Non solo la birra resterà la costante del nostro stare insieme, ma la ripresa dei locali italiani ruota attorno a questa bevanda. E infatti, che sia chiara (56,2%) o artigianale (45,3%), la birra la fa da padrona pensando al futuro dell’Horeca. Vino (bianco e rosso) finiscono al terzo posto (43,8%), cocktail e spirits al quarto (42,7%), lo spumante al quinto (19,8%). E un ruolo sempre crescente per le birre low-alcohol e analcoliche (10,4%).

Fatto sta che se oggi per il 64,5% dei locali la birra rappresenta più del 25% del proprio business, colpisce vedere che nelle previsioni a 5 anni la quota di chi dipenderà per metà degli incassi dalla birra passerà dall’attuale 16,7% al previsto 30,2%.

I trend per il futuro di birra e cibo 

Per un fuori casa che sta cambiando, il primo trend attivo è quello di un ritorno alla tradizione, all’insegna della qualità (58,3%), di cui parla anche il boom delle trattorie moderne, quelle del “cibo come una volta” (12,5%). Seconda tendenza emergente, quella che parla di più sostenibilità nel piatto e nel bicchiere (12,5%). Terzo asse del cambiamento è la flessibilità, che si traduce in ampliamento delle fasce orarie di aperture e servizio e nella formula dell’all-day dining (17,7%). Iat

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