giovedì 30 giugno 2022

Covid e lavoro: mascherina sì, “ma per far lavorare gli asintomatici”

 

Covid e lavoro: mascherina sì, 

“ma per far lavorare 

gli asintomatici”

Il sottosegretario alla Salute Andrea Costa preme per arrivare a una “convivenza” con il virus, per evitare un nuovo lockdown. Nel frattempo, sparisce l'obbligo di Ffp2 sul lavoro, pur rimanendo “fortemente consigliata”


Non più un obbligo, ma comunque "fortemente consigliate". Stiamo parlando delle mascherine Ffp2 sul posto di lavoro. La bozza del protocollo di aggiornamento delle misure per il contrasto al Covid, siglata dalle parti sociali e che dovrà essere approvata in via definitiva, lascia intendere l'addio all'obbligo, ma dice che le mascherine restano «un presidio importante per la tutela della salute dei lavoratori ai fini della prevenzione del contagio, soprattutto nei contesti di lavoro in ambienti chiusi e condivisi da più lavoratori o aperti al pubblico o dove comunque non sia possibile il distanziamento interpersonale di un metro per le specificità delle attività lavorative. A tal fine, il datore di lavoro assicura la disponibilità di Ffp2 al fine di consentirne ai lavoratori l'utilizzo nei contesti a maggior rischio». 

Il documento, se approvato, dovrebbe restare in vigore fino al 31 ottobre

Nel frattempo però il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, in un suo intervento a Radio 24, ha aperto il dibattito sulle modifiche alle attuali limitazioni per i positivi asintomatici.

Covid e lavoro: mascherina non più obbligatoria, ma  “fortemente consigliata”

«Con la mascherina al lavoro anche gli asintomatici»

La posizione di Costa è chiara e punta alla "convivenza" con il virus nella vita di tutti i giorni. «Se vogliamo arrivare a convivere, io credo che un positivo asintomatico possa uscire, magari con l’utilizzo della mascherina, altrimenti il rischio potrebbe essere di fronte a un incremento importante di contagi di ritrovarci senza saperlo in un nuovo lockdown e di bloccare il Paese - ha detto - Siamo di fronte a un incremento dei dati quindi ci vuole prudenza. Io però confido che nelle prossime settimane questo sia un tema sul quale mi auguro si possa fare una riflessione e si possa fare la scelta. Ripeto, se parliamo di positivi asintomatici io credo che con una mascherina il cittadino possa andare tranquillamente a lavorare e contribuire a non far fermare il Paese». 

Costa ha anche specificato che la sua posizione diverge da quella del ministro Roberto Speranza. «Se vogliamo arrivare ad una fase endemica quando uno ha un po’ di raffreddore o influenza non è che sta in isolamento a casa», ha aggiunto Costa. 

Mascherine sul lavoro: cosa cambia

Nel frattempo, come detto, le parti sociali stanno lavorando a un nuovo protocollo per la gestione del Covid sul posto di lavoro. Si va dunque, se il protocollo verrà confermato nella forma circolata sui media, verso una forte raccomandazione al ricorso alla mascherina Ffp2 e non di quella chirurgica e non più l’obbligo di Dpi come prevedeva il precedente protocollo.

Come avvenuto già con le precedenti versioni del documento, saranno poi le singole aziende in base al contesto lavorativo a decidere se rendere ancora più stringente il vincolo a indossare i dispositivi di protezione individuale. 

La bozza prevede anche che «il datore di lavoro, in collaborazione con il medico competente, anche sulla base delle specifiche mansioni e dei contesti lavorativi, individua particolari gruppi di lavoratori ai quali fornire adeguati dispositivi di protezione individuali (Ffp2), avendo particolare riguardo ai soggetti fragili sulla base di valutazioni del medico competente».

Lo smart working

Nella bozza si specifica che «pur nel mutato contesto e preso atto del venir meno dell’emergenza pandemica, si ritiene che il lavoro agile rappresenti, anche nella situazione attuale, uno strumento utile per contrastare la diffusione del contagio da Covid-19, soprattutto con riferimento ai lavoratori fragili, maggiormente esposti ai rischi derivanti dalla malattia». 

Febbre e sanificazione 

Nella bozza si indica anche il controllo della temperatura all'ingresso che non deve essere superiore ai 37 gradi e mezzo. Il lavoratore con la febbre dovrà comunicarlo subito al datore di lavoro e queste regole varranno anche per i lavoratori esterni come quelli in appalto (fornitori, addetti alla pulizia o alla vigilanza). 

Prevista inoltre la sanificazione periodica dei locali e delle postazioni di lavoro

La bozza indica anche la necessità di ingressi e uscite scaglionati se possibile e la ventilazione continua dei locali. 

«La mascherina non può essere obbligatoria»

«Si sta svolgendo un importante e delicato confronto tra parti sociali, ministeri e istituzioni preposte sul nuovo Protocollo che deve tenere conto del mutato quadro del contesto generale e della normativa. In particolare, stiamo lavorando perché si condividano misure chiare e semplificate in cui siano certi gli ambiti di obbligo e di responsabilità dei datori di lavoro - ha sottolineato Donatella Prampolini, vicepresidente di Confcommercio con incarico al lavoro e welfare - Per quanto riguarda l’uso delle mascherine, esse non possono essere considerate obbligatorie, come avviene praticamente in tutti i contesti di vita quotidiana, ma bisogna individuare, con la collaborazione del medico competente, i contesti e gli ambiti in cui le stesse si mostrino ancora come indispensabili, senza ambiguità interpretative. Anche i protocolli settoriali devono essere considerati decaduti e sostituiti da quello che si andrà a sottoscrivere tra oggi e domani. Sarà, poi, opportuno dare un termine certo di vigenza non troppo in là nel tempo, nel periodo autunnale, per consentire una verifica delle previsioni alla luce del quadro epidemiologico generale. Tra oggi e domani si completerà il confronto così da da poter fornire indicazioni certe alle imprese». 

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