domenica 4 dicembre 2022

Come acquistare e conservare il tartufo

 

Come acquistare 

e conservare il tartufo 

Chi conosce, probabilmente come nessun altro, l’offerta enogastronomica del territorio è Mauro Carbone, direttore dell’ente turistico Langhe, Monferrato e Roero dal 2005 al 2022. 

A lui chiediamo consigli per la scelta, l’acquisto e la conservazione del tartufo bianco: «Occorre innanzitutto considerare che parliamo di un prodotto unico, affascinante, delicato e deperibile. È fondamentale comprendere che non c’è un tartufo uguale all’altro, e che noi dobbiamo valutare quello che ci piace di più, quello che risponde meglio al nostro olfatto. Poi vanno evitati i tartufi molto o troppo morbidi, perché sono già in avanzata fase di maturazione, il loro profumo non è ideale e durano di meno. Quindi, quando compriamo un tartufo, dobbiamo seguire queste regole e fare una valutazione sui tempi. Perché la vita del tartufo bianco non supera la settimana dal momento dell’acquisto. Quindi: prima lo mangiamo e meglio è. Tenetene conto anche per un regalo. Una volta arrivati a casa avvolgete il tartufo in un panno morbido e chiudetelo in un barattolo, che va messo nella parte bassa del frigo. In Langa, durante l’autunno, non è difficile trovare chi vende tartufi, ma io consiglio, in particolare ai neofiti, di fare i propri acquisti alla Fiera di Alba. L’offerta è qualitativamente molto alta, sicuramente garantita, anche se i prezzi sono leggermente più alti. Per tutti è sempre disponibile un banco di consulenza, dove possiamo ottenere valutazioni e consigli sul nostro acquisto. Quando vi recate al ristorante chiedete sempre di guardare bene il tartufo che vi propongono e anche di annusarlo. Proprio perché, come dicevo prima, i tuberi sono tutti differenti. Così sceglierete quello che vi piace di più, seguendo il vostro olfatto. Visto la spesa preventivata è un vostro diritto. In estrema sintesi: quando comprate un tartufo comprate un arcobaleno, sempre diverso e in costante divenire. Preziosissimo proprio per questo».

Quindi la Fiera di Alba è una tappa fondamentale...
Certo, va sicuramente visitata. Anche perché è il più grande mercato al mondo per il tartufo bianco, dove ogni settimana vengono esposti 25/30 chili di prodotto. Un quantitativo enorme, che dopo sette giorni deve essere completamente smaltito. La Fiera è frequentata da un mercato internazionale top e i tartufi sono già “sfiorati”, quindi valutati, in modo quasi esoterico, da chi è preposto ad emettere un giudizio. 

Consigli per un soggiorno in Langa? 
Chi cerca un hotel o un resort sul territorio può mettersi l’anima in pace e prenotare per il 2023. Salvo approfittare di qualche struttura con delle disdette, oppure puntare sui giorni centrali della settimana ed armarsi di santa pazienza. Però non va dimenticato che Torino dista poco più di un’ora in auto, ed è forse l’opzione più pratica. 

Come sta andando la stagione turistica e il mercato in generale? 
Direi a gonfie vele. Questa è il primo anno del post covid e si sente. Sono tornati gli stranieri, che sono tantissimi, in assoluto la maggioranza. Non ci sono più i russi e gli orientali scarseggiano, ma sono cresciuti gli americani e gli europei, tedeschi e nordici in testa. Il mercato italiano va molto bene e si è sensibilmente abbassata l’età dei turisti, che per noi è un dato estremamente favorevole. 

Quali possono essere gli obiettivi di questo territorio? 
Occorre fare quello che ha fatto in precedenza il mondo del vino. Raggiunta la soglia della quantità bisogna lavorare sempre di più sulla qualità. Offrendo un servizio sempre migliore, più curato, più attento alle nuove tematiche che oggi vanno per la maggiore, come la sostenibilità. Però oggi affrontiamo un mercato competitivo con gli strumenti adeguati. Le nostre strutture – di ristorazione e accoglienza – sono di un livello molto alto, un’eccellenza che ha ancora margini di miglioramento. 

Itinerario autunnale nelle Langhe 

Scegliere un itinerario autunnale nelle Langhe – tra vigneti, foliage, tartufi e sapori pirotecnici - non è difficile, ma semplicemente impossibile. Deve vincere la flanerie, tenendo ben presenti gli approdi potenziali e il vostro gusto nel selezionarli.

Io consiglio di procedere borgo per borgo, e questi sono i miei 10 + 1 della listaVerduno, con le degustazioni nel castello; Barolo, un nome e una garanzia, con la sua enoteca regionale; Serralunga d’Alba, anche qui un castello, con le sue pareti ripide sembra catturato dal “Trono di spade”; Barbaresco, altro nome evocativo, con le cantine Gaja nel centro storico e il vertiginoso torrione; Neive, raccolto e intimo, fuori dal tempo; Grinzane, col Museo delle Langhe, ospitato, indovinate un po'…in un altro castello; Castiglione Falletto, piccolo e suggestivo offre un panorama da acquarello; Monforte d’Alba, con l’Auditoriun Horszowsky, anfiteatro naturale dall’acustica mirabile; Santo Stefano Belbo, dove Pavese (c’è la fondazione a lui dedicata) ambientò “La luna e i falò” e infine Roddi, con l’università dei cani da tartufo e il Museo a cielo aperto sul prezioso tubero.

Ho lasciato per ultimo il mio borgo preferito: La Morra, il più importante comune della denominazione Barolo, arroccato in cima ad una collina permette di assistere, dal suo Belvedere, a quello che è probabilmente il miglior panorama di Langa. Subito fuori dal centro si trova la Cantina Rocche di Costamagna, una di quelle location che valgono il viaggio: Barolo di levatura esoterica, ambiente di grande eleganza, panorama che sembra dipinto da un impressionista ben ispirato, dove si affacciano le Art Suites, approdo magnifico per viaggiatori bene informati. Altra, tappa colta e romantica, la libreria-galleria d’arte “Paesi tuoi”, il gioiello di Roberta Canevari, giusto confinante con la Chiesa della Confraternita di San Sebastiano. Troverete i migliori libri dedicati a territorio (grandi classici e novità), acqueforti, acquetinte, fotografie e tanto altro.

Nel visitare le Langhe e i suoi borghi impossibile non pensare ancora una volta a Cesare Pavese: «Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra, c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti». 

Il panorama nei pressi di Grinzane Cavour  Ad Alba sulle tracce del tartufo bianco, il profumo che si mangia

Il panorama nei pressi di Grinzane Cavour

Nella terra del tartufo: quattro esperienze da non perdere 

Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba 

Aperta fino al 4 dicembre è un evento da non perdere per diverse eloquenti ragioni: centinaia di eventi a tema che (ogni giorno, in particolare nel fine settimana) spaziano dalla gastronomia, alla letteratura, alla musica, all’arte, alla storia; l’imprescindibile Mercato Mondiale del Tartufo Bianco d’Alba, supervisionato dalla Commissione Qualità, l’oreficeria del profumo che si mangia; gli spettacolari cooking show che, nei fine settimana, vedono impegnati i grandi interpreti della ristorazione nazionale e internazionale. Il tema scelto per il 2022 è Time is up”, significativamente dedicato alla sostenibilità e ai rischi connessi col cambiamento climatico. Perché il tartufo – spiegano gli organizzatori - è un indicatore infallibile della salute ambientale.

La Fiera del Tartufo (foto Giorgio Perottino) Ad Alba sulle tracce del tartufo bianco, il profumo che si mangia

La Fiera del Tartufo (foto Giorgio Perottino)

Il bus a tappe 

Volete esplorare la patria del tartufo bianco senza problemi di auto e di parcheggio? Volete scendere e salire ai diversi stop per dedicarvi a visite e tappe conviviali? Ecco una formula perfetta, per fruibilità e costi contenuti. ll Langhe-Sightseeingtour è il servizio in cabrio-bus che vi fa ammirare le Langhe come da un emozionante balcone in movimento sui vigneti più famosi del mondo. Viaggiando in completa autonomia tra le colline dichiarate dall’UNESCO Patrimonio Mondiale. Partenza da Alba per toccare i borghi di Serralunga D’Alba, Castiglione Faletto, Monforte d’Alba, Barolo, Vergne, La Morra. Servizio domenicale fino al 27 novembre, con 4 corse al giorno. Il biglietto costa 20€ ed è valido per l’intera giornata. Gratis per i bambini fino ai 6 anni, 50% di sconto per chi è in possesso di biglietto del treno o di un abbonamento regionale. Non si devono fare prenotazioni e si paga direttamente sul bus, oppure sull’e-commerce della piattaforma: openmove.com, per info: langhesightseeingtour.it.

WiMu Museo del Vino a Barolo 

Firmato dall’architetto svizzero Francois Confino – che lo definisce “Non un luogo dove si apprende come si fa il vino, ma un luogo che parla del rapporto tra noi e lui” - è il più innovativo in Italia e tra i massimi al mondo. Il percorso propone un viaggio interattivo ed emozionale nel mondo del vino, prodotto e produttore di cultura, elemento che, spesso in modo trasversale, ha accompagnato l’evoluzione della civiltà. Sede del WiMu il Castello di Barolo, edificio iconico delle Langhe, datato X secolo (più volte ricostruito e rimaneggiato), è stato per secoli protagonista assoluto della vita del territorio La storia dell’edificio è anche legata alla memoria filantropica della Marchesa Giulia di Barolo. Se Confino ha esaltato l’elemento poetico della storia del vino, quello che affascina maggiormente i visitatori è il contrasto mozzafiato tra le avveniristiche installazioni multimediali e gli spazi secolari che le accolgono.

Museodelvino Wine Experience 

E qui siamo proprio nel futuro. La Mondodelvino Wine Experience – con sede a Priocca d’Alba - è una nuova esperienza interattiva, che ci colloca, in un battito di ciglia, nel terzo millennio, tra esperienze multisensoriali e approcci ludici che abbreviano la distanza tra esperti e neofiti. La Sala 0 è dedicata all’epica del vino, con uno schermo di 12 metri e la sceneggiatura di Davide Enia; la Sala 1 ci trasporta nei territori del vino, mentre la sala 2 è dedicata ai vitigni; la sala 3 narra i metodi di vinificazione e la 4 illustra i concetti di sostenibilità; nella 5 e nella 6 c’è l’approdo al mondo dei sensi; si chiude, sala 7, con il rapporto tra vino e cucina. Ci potete trascorrere due ore, ma anche di più, il tempo non passerà mai. Si apprende, molto, giocando ancora di più. IAT

 

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