Export nel Regno Unito,
cibo e vino segnano
un +10% nel 1. trimestre
Questi dati confortanti emergono dall’analisi Coldiretti-Filiera Italia presenti a Londra con una ampia delegazione di imprese associate per il workshop sull'agroalimentare promosso dal Governo con la partecipazione del presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, del segretario generale, Vincenzo Gesmundo, e dell’amministratore delegato di Filiera Italia, Luigi Scordamaglia, insieme al ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, ed al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, il presidente dell’Ice, Matteo Zoppas, e l’ambasciatore italiano nel Regno Unito, Inigo Lambertini.
Una vetrina delle eccellenze dell’agroalimentare italiano a Londra in cui alcuni dei principali brand dell’agroalimentare italiano, con un fatturato di circa 20 miliardi, aderenti a Filiera Italia e Coldiretti incontrano i buyer delle principali catene distributive ed importatori inglesi per aumentare ancora di più la penetrazione sul mercato del Regno Unito. La Gran Bretagna si classifica al quarto posto tra i partner commerciali del Bel Paese per cibo e bevande dopo Germania, Stati Uniti e Francia. Dopo il vino, con il prosecco in testa, al secondo posto tra i prodotti agroalimentari italiani più venduti in Gran Bretagna ci sono i derivati del pomodoro, ma rilevante è anche il ruolo della pasta, dei formaggi, salumi e dell’olio d’oliva. Importante anche il flusso di Grana Padano e Parmigiano Reggiano.
«L’iniziativa è parte integrante della nuova politica di internazionalizzazione avviata da Coldiretti in cui presidieremo tutti i principali appuntamenti internazionali per raccontare, promuovere valorizzare la produzione agroalimentare italiana per individuare nuove opportunità di mercato e contrastare il crescente fenomeno del falso Made in Italy a tavola che ruba all’Italia ben 120 miliardi di euro all’anno e centinaia di migliaia di posti di lavoro» afferma il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini.
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