Se c’è “made" in una regione italiana in etichetta, il prodotto vende di più. A rivelarlo è l’ultima edizione dell’Osservatorio Immagino di GS1 Italy, che monitora l’andamento delle vendite di quasi 130 mila prodotti di largo consumo suddivisi in 11 carrelli “tematici” che identificano altrettanti fenomeni di consumo. In particolare, come dicevamo, l’indagine rileva, appunto, il boom di offerta per prodotti alimentari e vini sulle cui etichette è segnalata la regione da cui provengono. Tra supermercati e ipermercati ormai superano le 10mila referenze, grazie a una crescita annua dell’offerta a scaffale di +11,0%, e sviluppano oltre 2,8 miliardi di euro di sell-out. Il Trentino-Alto Adige è la regione che cavalca maggiormente il trend della valorizzazione dei prodotti locali e il giro d’affari lo dimostra, contribuendo con il maggior numero di referenze a scaffale e con il più alto valore delle vendite di prodotti in cui sono indicate in etichetta. Seguito da Sicilia ed Emilia-Romagna. Ma se guardiamo alla performance annua di vendita, allora il primato va al Molise (+10,7%), seguito da Sardegna (+8,3%) e Liguria (+6,3%). Trend negativi, invece, per i panieri “targati” Friuli-Venezia Giulia (-10,6%), Lazio (-10,0%) e Basilicata (-8,8%).
Il primo posto, per giro d’affari, spetta al Trentino-Alto Adige
Dunque, ancora una volta, come accade sin dalla prima edizione dell’Osservatorio Immagino, è il Trentino-Alto Adige la regione con il giro d’affari più importante sviluppato dai prodotti che riportano la loro origine in etichetta: le 974 referenze che esplicitano sulla confezione la provenienza da questo territorio hanno realizzato oltre 372 milioni di euro di vendite. Il trend annuo è stato leggermente negativo (-0,7% rispetto all’anno finito a giugno 2021) e va attribuito ad alcune categorie di prodotto: vini Doc e Docg, salumi interi e in tranci, formaggi a pasta filata e yogurt. Invece spumante classico, latte fresco, latte Uht e mele sono state le categorie più in crescita.
La seconda regione per giro d’affari è la Sicilia, con oltre 347 milioni di euro di sell-out, in leggero aumento rispetto all’anno finito a giugno 2021 (+0,9%). Tra i 1.141 prodotti che segnalano in etichetta la provenienza da questa regione sono stati i vini Igp e Igt, la limonata, i gelati multipack (coni), il panettone, le birre e la passata di pomodoro quelli che hanno contribuito alla crescita delle vendite. La categoria più in calo è stata il vino, a causa principalmente di una diminuzione della domanda.
Al terzo posto della classifica per giro d’affari stilata dall’Osservatorio Immagino si è installata l’Emilia-Romagna, con 298 milioni di euro di vendite, in calo del -2,6% rispetto all’anno mobile precedente. Un risultato negativo dettato soprattutto dalla flessione di vini Doc, Docg e Igp e Igt, di tavolette di cioccolato, di pasta all’uovo e di nettari di frutta e simili.
Pur retrocedendo di una posizione, il Piemonte è riuscito a mantenere stabile il suo giro d’affari, che è stato di oltre 295 milioni di euro (+0,2%). Merito, soprattutto, di categorie importanti in termini di vendite quali la terza lavorazione bovina (hamburger), il macinato e i prodotti freschi tradizionali (come la robiola). Negativo è stato, invece, l’andamento dei vini Doc e Docg, della crescenza e del miele.
Nell’arco dei 12 mesi sono calate del -3,7% le vendite realizzate dai 751 prodotti della regione Veneto, che si è fermata a 274 milioni di euro di sell-out in super e ipermercati. A penalizzarla è stata, soprattutto, il forte calo di alcuni suoi prodotti portabandiera: il Prosecco e i vini Igp, Igt, Doc e Docg sia rossi che bianchi. I 1.192 prodotti con l’indicazione Toscana sulla confezione hanno perso lo -0,6% a valore, fermandosi a 251 milioni di euro. Le categorie con i cali più significativi sono state i vini Doc e Docg, la passata e la polpa di pomodoro. Quelle con le crescite più importanti sono state i panetti croccanti, le fette biscottate e i primi piatti pronti.
Brillante la performance annua del paniere della regione Sardegna, che in 12 mesi ha ottenuto un aumento del +8,3% delle vendite, ammontate a 180 milioni di euro. I prodotti più rappresentativi sono stati il latte Uht, i vini Doc e Docg (in particolare bianchi), le mozzarelle, i formaggi grana e simili. Hanno perso il -4,3% le vendite del paniere composto dai 545 prodotti con indicata la regione Lombardia in etichetta e si sono assestate sui 162 milioni di euro. Un calo che va attribuito soprattutto ad alcune categorie: la crescenza, i vini Doc e Docg, il latte fresco e la passata di pomodoro. Altre categorie, invece, hanno registrato una crescita del sell-out: si è trattato, in particolare, della verdura di quarta gamma (insalate miste), dei legumi conservati e dello spumante metodo classico. Lieve aumento per il giro d’affari dei 740 prodotti alimentari presentati come provenienti dalla Puglia (+1,2%), arrivati a sfiorare i 156 milioni di euro di sell-out in super e ipermercati. Burrata, taralli, ceci e mozzarelle sono stati i prodotti più significativi. Bilancio positivo anche per i 252 prodotti targati Umbria, le cui vendite hanno guadagnato un +2,8% rispetto all’anno finito a giugno 2021. Tra i prodotti più rappresentativi ci sono le acque minerali (principalmente non gassate), i vini Igp e Igt e i ceci conservati.
Nei 12 mesi rilevati il paniere della Campania ha perso il -5,2% delle vendite in valore (114 milioni il totale). Un trend che va attribuito soprattutto ad alcune categorie a cui appartengono i 397 prodotti rilevati, quali la mozzarella di bufala, i vini e gli asparagi. Lieve calo (-0,2%) anche per il giro d’affari del paniere relativo alla Calabria, che ha superato i 107 milioni di euro. Tra i 251 prodotti i più rappresentativi sono stati le clementine, le cipolle rosse e il latte Uht, mentre a soffrire sono stati soprattutto nettari di frutta, mozzarelle e affettati. Proseguendo e amplificando il trend positivo registrato nell’anno precedente, il Molise si guadagna il titolo di best performer di questa rilevazione: i suoi 129 prodotti hanno visto crescere le vendite del +10,7%, portandole a superare i 91 milioni di euro. Il contributo più importante è venuto dalla pasta di semola e dalla passata di pomodoro.
Gli ultimi 12 mesi hanno segnato una pesante contrazione delle vendite dei prodotti presentati come provenienti dal Lazio (-10,0%), fermatesi a 85 milioni di euro. Fra i 312 prodotti a pesare su questo risultato sono stati soprattutto il latte fresco, i vini Doc, Docg, Igp e Igt e la passata di pomodoro. In aumento annuo del +2,3%, arrivate a 79 milioni di euro, le vendite dei 271 prodotti sulle cui etichette è indicata la provenienza dalla regione Marche, in particolare ceci conservati e hamburger di bovino. Risultato decisamente positivo anche per i 200 prodotti della Liguria, che hanno totalizzato 24,2 milioni di euro di sell out (+6,3%), trainati dalla pasta fresca ripiena, dai secondi piatti pronti e dalle focacce. A chiudere la classifica quattro regioni che hanno chiuso il bilancio commerciale dei 12 mesi con risultati negativi. Il Friuli-Venezia Giulia ha perso il -10,6% delle vendite, scese a 40,4 milioni di euro, a causa soprattutto del calo dei vini Doc e Docg e del latte fresco. L’Abruzzo è arretrato del -4,0%, scendendo a un giro d’affari di 40,4 milioni di euro, per effetto soprattutto della diminuzione delle vendite di vini Doc e Docg. La Basilicata ha segnato un -8,8%.
La classifica delle regioni in etichetta
- Trentino-Alto Adige
- Sicilia
- Emilia-Romagna
- Piemonte
- Veneto
- Toscana
- Sardegna
- Lombardia
- Puglia
- Umbria
- Campania
- Calabria
- Molise
- Lazio
- Marche
- Friuli-Venezia Giulia
- Abruzzo
- Liguria
- Basilicata
- Valle d'Aosta
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