Legge Massari, pizzaioli Maestri senza arte: scelta o dimenticanza?
La “Legge Massari”, che istituisce un premio per le eccellenze gastronomiche italiane, ha escluso tra le categorie premiate i pizzaioli e i panificatori. «Difficile ipotizzare che un pizzaiolo possa essere annoverato nella categoria della cucina» ha detto Antonio Pace, presidente dell'Associazione verace pizza napoletana
Fatta la legge, trovata la falla. Ci sono infatti almeno due esclusi eccellenti dall’elenco delle categorie che potranno fregiarsi del titolo di Maestro dell’arte della Cucina Italiana, stando a quanto prevede la legge in tema appena approvata al Senato: pizzaioli e panificatori.
Maestri della Cucina Italiana, cosa dice la legge
Conosciuta come “Legge Massari”, il Ddl S. 1010 è stato approvato al Senato con on 78 voti favorevoli, 4 contrari e un solo astenuto e istituisce un premio per le eccellenze gastronomiche in sei categorie di merito: gelateria, pasticceria, cucina, vitivinicoltura, olivicoltura e arte casearia.
Antonio Pace, presidente AvpnIl premio verrà assegnato ai "cittadini italiani che si siano distinti in maniera encomiabile nel campo della gastronomia e, con la loro opera, abbiano esaltato il prestigio della cucina italiana, illustrando la Patria e contribuendo a valorizzare l'eccellenza nazionale". A selezionare i vincitori sarà un Comitato nominato dal presidente del Consiglio.
Maestri della Cucina Italiana: e la pizza?
Tra le categorie di merito non si fa, però, espressa menzione dei lievitati e della pizza in particolare, come ha sottolineato Antonio Pace, presidente Avpn (Associazione verace pizza napoletana): «Si tratta di un’iniziativa che merita il plauso comune, ma che lascia l’amaro in bocca a tutti coloro che lavorano nel settore pizza. Dall’elenco delle categorie che verranno attenzionate per questo prestigioso riconoscimento, manca infatti proprio quello di “Maestro dell’arte della pizza”. Ed è questo motivo di rammarico per chi dedica passione, studio e impegno per offrire al meglio un prodotto che è per definizione uno dei simboli del made in Italy nel mondo».
«Difficile ipotizzare che un pizzaiolo possa essere annoverato nella categoria della cucina – ha concluso Pace – non fosse altro per il fatto, anche questo piuttosto grave, che manca tuttora un riconoscimento giuridico della figura stessa. E quindi dobbiamo supporre che si sia trattato di una dimenticanza, auspichiamo recuperabile. Sarebbe singolare constatare il dato oggettivo di come l’Unesco riconosca ormai da anni l’arte del pizzaiuolo come patrimonio immateriale dell’umanità e proprio il nostro Governo ci escluda da un premio così prestigioso. Ci tengo a sottolineare dicendo che in questo caso sento di non parlare solo a nome della mia associazione, ma di tutti coloro che si muovono nell’ambito di un comparto che occupa un posto rilevante sia in termini occupazionali che storici, culturali e di immagine».
Maestri della Cucina Italiana, esclusioni eccellenti
Insieme alla pizza, considerato uno dei piatti più iconici, se non il più conosciuto, della tradizione culinaria italiana, a rimanere fuori sono più in generale i maestri dell’arte bianca, pizzaioli, ma anche panettieri. La domanda è perché si è scelto di escludere una categoria così importante per la gastronomia italiana. Difficile, come ipotizzato in modo provocatorio da Pace, che si sia trattato solo di una dimenticanza, per quanto colpevole. Altrettanto difficile da ipotizzare che si sia deciso di seguire una “via Michelin”, in cui le pizzerie sono penalizzate dal non godere di una categoria propria in cui essere valutate. Fatto sta che se nemmeno le istituzioni del nostro Paese aiutano a valorizzare un settore così importante, quello della panificazione e più in generale dei lievitati, né tantomeno il piatto italiano più iconico, diventa un problema.
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