Vinitaly: l'enoturismo
continua a crescere
anche grazie
agli acquisti in cantina
È quanto rivela un'analisi di Coldiretti/Ixe a Vinitaly riguardo i dati dell'enoturismo in Italia. Sono oltre 6 milioni le notti trascorse in vigna nel 2023, una tendenza in crescita spinta anche dagli acquisti in cantina
In occasione dell'apertura del Vinitaly, Coldiretti ha diffuso un'analisi basata su dati Terranostra Campagna Amica e Airbnb, svelando che oltre sei milioni di notti sono state trascorse tra le vigne nel 2023 da enoturisti italiani e stranieri. Questi turisti hanno affollato strutture agrituristiche, bed & breakfast e case vacanza, desiderosi di immergersi nel mondo del vino.
Oltre sei milioni di notti sono state trascorse tra le vigne nel 2023Ma non finisce qui, l'indagine di Coldiretti/Ixe’ rivela, inoltre, che il fenomeno della vendita diretta sta trainando il turismo tra le vigne. Quasi un italiano su due (47%) ha acquistato nel 2024 il vino direttamente dal produttore in cantina o nei mercati degli agricoltori, registrando un aumento del 15% rispetto all’anno precedente. Questi dati sono stati presentati insieme alle esperienze dell’enoturismo dal vivo a Casa Coldiretti, mostrando l'importanza crescente di questa forma di commercio e turismo.
Enoturismo: 15 milioni di italiani l'hanno già sperimentato
Secondo l'indagine, il profilo delle preferenze degli enoturisti è delineato con chiarezza, sono 15 milioni gli italiani che hanno già sperimentato il turismo in cantina. Ancora più interessante è il fatto che ben 8 cittadini su 10 si dichiarano intenzionati a farlo, rappresentando un bacino di potenziale interesse fondamentale per la crescita del settore. Oltre alle tradizionali degustazioni di vino e ai corsi di cucina, le attività innovative attirano sempre più l'attenzione degli appassionati.
Una parte significativa degli enoturisti mostra interesse per diverse attività nelle vigne. Il 31% desidera concerti e spettacoli in vigna, il 26% è attratto dalla vinoterapia e dal benessere con prodotti derivati dalla vite e dal vino, un 24% è interessato a pratiche sportive e salutistiche come yoga e pilates tra i filari o percorsi in bicicletta. Queste tendenze riflettono la crescente popolarità dell'agriwellness nel settore enoturistico.
Una parte significativa degli enoturisti mostra interesse per diverse attività con il vino o nelle vigneProprio per sostenere questa nuova forma di turismo dalle crescenti potenzialità arriva il primo accordo siglato tra Coldiretti, Terranostra e Airbnb per la promozione di Distretti del Vino, valorizzando esperienze made in Italy di turismo autentico e sostenibile. A lanciare l’intesa saranno, in questa prima fase, le Colline del Prosecco in Veneto, i Castelli Romani nel Lazio e il Parco del Pollino in Calabria. Previste, in particolare, la creazione di pagine web dedicata per ciascun Distretto del Vino sul sito di Airbnb con mappa digitale con l’indicazione delle cantine da visitare e schede Informative e wine passport/book o altre iniziative di valorizzazione dell’esperienza vinicola, oltre ad iniziative di formazione.
Enoturismo: agricoltura e ospitalità alimentano il fenomeno
«Il boom dell’enoturismo conferma il ruolo trainante del made in Italy nel piatto e nel bicchiere per l’intero settore turistico, dove non dobbiamo dimenticare che proprio il cibo e il vino rappresentano la prima voce di spesa. Un successo dietro al quale ci sono i primati green della nostra agricoltura, con i suoi record in fatto di qualità e di sostenibilità che ci hanno garantito la leadership in tutta Europa» ha sottolineato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini.
Lo stand CasaColdiretti a Vinitaly«La capacità delle cantine e degli agriturismi italiani di rivoluzionare l’accoglienza interpretando al meglio le nuove esigenze di una parte importante dei flussi turistici nazionale e stranieri testimonia l’alto grado di professionalità raggiunto, grazie a un impegno costante per la qualificazione dell’offerta turistica - ha rilevato la presidente di Terranostra Dominga Cotarella -. Un impegno che va ora sostenuto con politiche sempre più mirate per la valorizzazione dell’agriturismo e delle campagne italiane».
Anche Luca Zaia, presidente della regione Veneto, all'inaugurazione del Vinitaly ha sottolineato: «ll Veneto rappresenta ancora oggi la prima regione in Italia per produzione di vino, con 11 milioni di ettolitri su un dato nazionale di circa 56 milioni di ettolitri, ma soprattutto questo Veneto della viticoltura e dell'enologia copre il 36% dell'export nazionale, con 2,8 miliardi di euro, il vigneto oggi vale circa 100mila ettari, con una piccola flessione di superficie a vite, assolutamente fisiologico».
“Cosa sarebbero, dunque, l'Italia e il Veneto senza il vino?”
«Il vino - ha risposto ai cronisti Zaia - è da un lato produzione, dall'altro è paesaggio, dall'altro ancora è tutela del territorio, ma, fondamentale, il vino è identità. E questo, per quanto riguarda il Veneto, ci permette di dire che le due grandi industrie del turismo (con l'enogastronomia in generale) e del vino, ne fanno la prima regione turistica d'Italia: 72 milioni di presenze, 18 miliardi di fatturato, tutte le destinazioni turistiche che crescono, e con un 70% di ospiti stranieri. La morale allora qual è: che dove si mangia e si beve male non si fa turismo».
Vino: anche gli acquisti in cantina favoriscono l'enoturismo
“Consumo sempre più responsabile. La vendita diretta del vino con la possibilità di conoscere vigneti e cantine - rileva la Coldiretti - rappresenta anche un importante elemento di promozione non solo del turismo ma anche della consapevolezza del bere. Non a caso più di un italiano su dieci (13%) tra coloro che bevono vino si dichiara nel 2024 un vero e proprio esperto, capace di abbinare la bottiglia giusta alle pietanze nel piatto e di saper riconoscere le caratteristiche di rossi, bianchi, rosati e spumanti” secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’.
Anche gli acquisti del vino in cantina favoriscono l'enoturismoUn tema sempre più sentito dagli italiani se si considera che la maggioranza degli intervistati, pari al 53%, chiede comunque aiuto al sommelier o al cameriere sulla scelta della bottiglia più adatta al pranzo o alla cena che sta per consumare. Un 34% dichiara, invece, di scegliere il vino in base ai propri gusti, senza curarsi dell’abbinamento, secondo Coldiretti/Ixe’.
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La crescita della cultura del vino conferma come il settore sia diventato in questi anni il simbolo del bere responsabile, rispetto a modelli di consumo sregolato, spesso mutuati dal Nord Europa, dei quali finiscono vittime soprattutto le nuove generazioni. Non a caso il vino è inserito appieno all’interno della Dieta Mediterranea, riconosciuta elisir di lunga vita.
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