«Sono 35 anni. Quello che abbiamo oggi sotto i nostri occhi difficilmente lo potevano immaginare nel 1990. Sapevamo che il territorio aveva un potenziale ed era una zona vocata. Eravamo determinati. Siamo davvero soddisfatti di aver ottenuto risultati ben oltre le aspettative. È comunque solo una parte del percorso e dobbiamo continuare a lavorare, a investire in ricerca e a perseguire la qualità. La direzione è quella giusta». Così Silvano Brescianini, presidente del Consorzio Franciacorta, a margine del convegno celebrativo dei sette lustri di attività e crescita.
Consorzio Franciacorta, 3.634 ettari di superficie vitata
Da 29 produttori impegnati nel garantire e controllare il rispetto della disciplina del vino Franciacorta alle attuali 120 cantine e oltre 200 soci coinvolti nella filiera produttiva di Franciacorta Docg, Curtefranca Doc e Sebino Igt. Oggi quasi un quinto della Franciacorta è coperto da vigneti: su una superficie di 20.370 ettari su 19 comuni la superficie vitata è di 3.634 ettari.
«Né lo Champagne, né il Prosecco - ha puntualizzato Brescianini - sono i nostri competitor. Lo sono invece i consumatori. Far bene il prodotto è una tappa fondamentale della strada, ma bisogna poi saperlo raccontare in giro per il mondo. E i giovani produttori possono farlo».
Consorzio Franciacorta, comunicare che vita c'è dentro il calice
«I consumatori cercano un’alternativa allo Champagne - ha annotato Amy Wislocky, magazine editor di Decanter - Sono pronti a pagare di più per la qualità. È importante inoltre offrire un’esperienza. L’autenticità paga e il turismo enogastronomico è un valore aggiunto di peso». Le ha fatto eco Essi Avellan, Master of wine finlandese. «I giovani sono interessati ai vini di alto livello e il Franciacorta ne è un ambasciatore. La chiave di volta è un’informazione chiara e diretta per comunicare che vita c’è dentro il calice». Raccontare il territorio crea il desiderio di tornare.
In quindici anni il Consorzio Franciacorta ha più che raddoppiato l’export delle bottiglie nel mondo: +130% dal 2011 al 2024. Anche a fronte dei paventati dazi targati Usa «i vini italiani non sono così facilmente sostituibili», ha commentato l’economista Denis Pantini, responsabile Wine Monitor dell’istituto di ricerca Nomisma. Senza contare che un dollaro forte mitigherebbe i dazi.
Consorzio Franciacorta: qualità, eleganza e territorio
Tornando in Italia, dall’analisi di Wine Monitor emerge che il 95% dei consumatori conosce il Franciacorta e il 61% l’ha consumato nell’ultimo anno. Qualità, eleganza e territorio i tre valori guida. Per quanto riguarda il futuro prossimo, i principali driver di consumo nel nostro Paese secondo l’indagine Nomisma le tipologie di vino che cresceranno di più saranno quelle con marchio biologico (85%), certificazione sostenibile (85%), quelle da piccoli produttori (79%) e da vitigni autoctoni (75%). Con più del 50% dei vigneti bio la Franciacorta è una delle prime denominazioni a livello internazionale per quota di viticoltura biologica.
Dopo due mandati la presidenza di Silvano Brescianini è in scadenza. Lascia un Consorzio in salute, che guarda avanti con ottimismo. La terza generazione di Franciacorta si sta affacciando ai mercati. Le prossime elezioni saranno in maggio.
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