giovedì 17 settembre 2015

BIOLOGICO, SETTORE IN CRESCITA IN ITALIA

Biologico, un settore 

in crescita in Italia 
In arrivo un nuovo 

piano di sviluppo

Con 1,3 milioni di fatturato l’Italia si conferma primo esportatore
al mondo di prodotti biologici. Per favorire la crescita di questo comparto il ministero delle Politiche agricole ha presentato un piano strategico, che prevede politiche di sviluppo, semplificazione, controlli e vigilanza, ricerca e innovazione

Biologico e biodinamico in tumultuosa crescita: oggi l'Italia è il maggior paese esportatore nel mondo con circa 1 miliardo e 300 milioni di fatturato, mentre il mercato interno vale ben 2 miliardi di euro l'anno. Dati che confermano la crescita del 17,3% della vendita di alimenti biologici nei primi mesi del 2014 rispetto all'anno precedente e che fanno il paio con l'espandersi sul territorio di campi coltivati senza pesticidi e fertilizzanti chimici. Ormai quasi l'11% della superficie agricola nazionale è bio, mentre l'agricoltura biodinamica (la forma originaria del movimento biologico e quella ancora oggi più attenta alla conservazione della fertilità della terra) vede nel nostro paese una vera e propria terra d'elezione, visto che l'Italia è seconda al mondo per ettari certificati.



Partendo da questi presupposti in occasione del Sana di Bologna è stato presentato il “Piano strategico per lo sviluppo del biologico in Italia”, elaborato dal ministero delle Politiche agricole e forestali assieme alle associazioni dell'agricoltura biologica e biodinamica: «Una vera e propria presa d'atto - ha spiegato il presidente dell'associazione Agricoltura biodinamica Carlo Triarico - che l'agricoltura pulita, oltre a rappresentare un asset delle politiche ambientali, è sempre più uno strumento per la crescita economica sostenibile».

«Si tratta - aggiunge Triarico - di uno strumento importantissimo per la programmazione delle risorse in campo agricolo: il biologico e il biodinamico si aspettano di ricevere un impulso dalla programmazione dei fondi di sviluppo rurale, proprio grazie allo spazio che si sono guadagnati nel cuore dei cittadini europei e al loro ruolo nella produzione d cibo sano e di ambiente pulito. Ma occorre che gli incentivi siano anche di altra natura».

Così, nel documento che il viceministro Andrea Olivero ha presentato alla Fiera di Bologna, sono elencati i must per uno sviluppo ulteriore dell'agricoltura bio: politiche di sviluppo, semplificazione, controlli e vigilanza, ricerca, formazione e innovazione. 


«Sono queste le quattro gambe dello sviluppo dei prossimi anni - dice Triarico - perché sicuramente servono fondi per la conversione delle tante aziende convenzionali verso il biologico, un processo che inevitabilmente porta a costi elevati, anche in termini di rese immediate. È certamente importante ridurre il peso della burocrazia, ma allo stesso tempo il settore ha bisogno di contare su risorse certe, di fondi e umane, per il suo sviluppo: potersi dotare di strutture solide, di centri studi, di istituti di formazione, di una interazione con la ricerca e di piattaforme di comunicazione e diffusione».

«Ma questo è il momento - sottolinea il presidente dell'associazione Agricoltura biodinamica - di tenere alta la qualità: i controlli e le certificazioni sono uno strumento indispensabile per contrastare le truffe a danno dei consumatori e dei produttori biologici. Mentre la ricerca è la vera base dello sviluppo dell'agricoltura pulita: le multinazionali della chimica hanno laboratori privati, mentre chi vuole puntare sui metodi bio organici deve poter contare su una rete di laboratori e di ricercatori. Un’altra possibilità per lo sviluppo della ricerca italiana».
ITALIAATAVOLA

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