Magnar l'Oca
a San Martin
Usanza veneta ma soprattutto Padovana
- > DAI COLLI EUGANEI ALLA BASSA PIANURA DI PADOVA IL TRIONFO DELL'OCA
- > ALLEVATE AMOREVOLMENTE
- > OCA COME PIATTO TIPICO DI UNA REGIONE CHE NON SCORDA IL SUO PASSATO
Dai colli Euganei alla bassa pianura di Padova il trionfo dell'oca
Da quando esistono sul web, di questa stagione le nostre pagine hanno sempre dedicato qualche riga ad uno degli appuntamenti gastronomici più rispettosi della cadenze autunnali Euganee e, soprattutto, di quel grande patrimonio popolare che è la conservazione della tradizione gastronomica della terra padovana. Un compito che la grande maggioranza dei ristoratori della provincia di Padova ha saputo fare proprio e onorare di anno in anno in un crescendo di serate e di eventi dedicati alla celebrazione delle gustose carni d'oca. Proprio come era sempre accaduto nei tempi andati nelle case contadine dove il pingue pennuto di corte veniva debitamente acconciato per la festa di San Martino. Giorno novembrino dedicato al santo di Tours ma anche alla fine dell'annata agraria e all'inizio di quella nuova.
Allevate amorevolmente
Legata, quest'ultima, all'eventuale, o meno, rinnovo del contratto tra contadino e proprietario terriero che per essere indotto ad atteggiamenti più benevoli veniva ammansito dallo stesso contadino con l'omaggio di una o più oche; sorelle di quelle che l'agricoltore considerava come “cibo sopraffino “ da mettere in tavola solo nelle grandi occasioni come San Martino o Natale. Più ancora, dopo accurata preparazione, messa in conserva per i mesi a seguire: la celebre composta chiamata ancora oggi che è divenuto presidio Slow Food, “ oca in onto “. Buona dunque per i mesi più freddi o anche d'estate ma non certo per la serata di San Martino dove la maggior parte delle carni servite sono quelle delle pennute amorevolmente allevate proprio per l'occasione.
Oca come piatto tipico di una regione che non scorda il suo passato
Oca dunque, nei diversi sistemi di cottura, a bassa temperatura come vuole la moda di oggi, o nei forni tradizionali, talora anche sullo spiedo, ma sempre e comunque oca. Iper-pronipoti di quelle che salvarono il Campidoglio o di quelle che tradirono San Martino, indicando agli emissari pontifici e ai suoi fedeli il nascondiglio in cui il santo si era nascosto per non essere acclamato vescovo. Insomma storia, tradizione, consuetudini usanze ma soprattutto, come si diceva, grande amore per la tradizione gastronomica di un territorio che a dire la verità non è sola ed esclusiva padovana ma che abbraccia anche le altre province del Veneto. Che, non bisogna dimenticarlo e nonostante siano state definite “Locomotiva del Nordest” per la produzione manifatturiera, dal genio della penna che fu Giorgio Lago, tutte hanno in comune una grande radice contadina. Che amava le oche e quando era ora le celebrava...anche e ovviamente mettendole in tavola.
Cliccando il link troverete l'elenco dei ristoranti APPE che servono nei loro menù le sapide carni d'Oca per tutto il mese di novembre. Oltre che per la serata a tema dedicata domani sera 11 novembre, nel rispetto del vecchio detto che “ Chi non mangia l'Oca a San Martin non vede il becco di un quattrin “
Nelle foto le oche padovane; l'oca preparata da Massimliano Alajmo servita nel ristorante La Montecchia. e una " prova d'oca" dell' Antica Trattoria Ballotta. Infine un dipinto raffigurante San Martino di Tours accompagnato da un'oca a memoria della sua chiamata a vescovo.
Nelle foto le oche padovane; l'oca preparata da Massimliano Alajmo servita nel ristorante La Montecchia. e una " prova d'oca" dell' Antica Trattoria Ballotta. Infine un dipinto raffigurante San Martino di Tours accompagnato da un'oca a memoria della sua chiamata a vescovo.
VinoeCibo
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