Dal semi-deserto al super affollamento. «Troppa gente, troppi turisti. Servono interventi per regolare e limitare l'accesso alla penisola di Sirmione». Prime conseguenze, dopo il gran pienone ed il tutto esaurito delle festività pasquali sulla perla del Garda. A scendere in campo il Consorzio Albergatori e Ristoratori, l'Associazione Commercianti e i residenti. «Il weekend pasquale ha messo a dura prova la nostra amata Sirmione. È indubbio - scrivono gli operatori del settore - che la nostra destinazione è e sarà sempre pronta ad accogliere i nostri amati ospiti, ma questo afflusso non può essere così congestionato e assolutamente privo di sostenibilità. Da sempre la penisola di Catullo, dalla Rocca scaligera fino alla Villa Romana, viene invasa da flussi smodati di visitatori e, proprio per questo, da anni chiediamo un piano di viabilità ai nostri amministratori, uno studio sulla capacità di carico e sulla regolazione dei flussi,invano».
L'affollamento tra le vie dei comuni sul GardaI residenti: «Il carico antropico è troppo»
Più o meno sulla stessa linea i residenti per i quali Sirmione è per tutti, ma non per tutti contemporaneamente. «Il carico antropico è troppo, siamo al limite - rimarcano quanti ci vivono quotidianamente - bisogna posizionare transenne, chiudere un parcheggio a ridosso del centro e contingentare i visitatori». Questo, forse, il vero nodo. La voglia di muoversi e di conoscere le cose belle e uniche, dopo gli anni terribili della pandemia. Adesso si assiste ad un grande ritorno di turisti in tutti i comuni rivieraschi bresciani, veneti e trentini.
A farne le spese non solo Sirmione ma anche Desenzano e la super gettonata Manerba, presa d'assalto ogni giorno da migliaia di curiosi alla scoperta dall'isola di San Biagio raggiungibile a piedi, causa siccità. Stesso discorso a Riva, così come a Bardolino, Lazise e Malcesine. Insomma, di turismo si vive e non si può certo rifiutarlo o respingerlo; in alcuni momenti dell'anno (leggasi quanto avviene a Venezia), servono, rispetto al passato, diverse politiche di accoglienza da parte degli enti locali. Si devono - o dovrebbero - studiare modalità innovative in grado rispettare e tutelare l'ambiente, ma anche garantire reddito a chi vive di questa attività, con due semplici parole magiche: qualità e destagionalizzazione.
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