Apicco i prezzi del riso, per questo meglio non vedere «il risone (il riso non ancora lavorato) in questo momento: meglio conservare il prodotto, piuttosto che svenderlo per fare spazio nei silos». È l'allarme lanciato da Confagricoltura di Vercelli e Biella, di Novara, di Alessandria e Cia per le province di Novara, Vercelli, Biella e Alessandria riguardo il prezzo del risone che in questi giorni ha raggiunto valori al di sotto dei costi di produzione. Si va da 43 euro lordi al quintale per le varietà lunghi B a 83 euro per il Carnaroli, fino a 35-40 euro per i tondi: quotazioni, denunciano le associazioni, dimezzate rispetto a quelle di gennaio, e che non riescono neanche a coprire le spese sostenute dalle aziende.
Prezzi del riso a piccoPer questo motivo l'invito è di ridurre l'offerta e di non svendere il risone: «è necessario dare un segnale forte al mercato - evidenziano -. Terminiamo una campagna di commercializzazione in netta perdita, col rischio che l'avvio della prossima sarà negativo». La crisi dei prezzi è stata indotta dalla riduzione della domanda da parte dell'industria, coincisa con l'aumento dell'offerta delle aziende agricole per liberare silos e magazzini dal risone in vista del prossimo raccolto. Anche la Coldiretti Vercelli Biella ha protestato contro il crollo dei prezzi del riso, decidendo di disertare le Borse Merci di Vercelli e Novara.
Ma non è tutto: perché anche i riscoltori di Pavia sono in protesta. A renderlo noto la Coldiretti: «Siamo di fronte a manovre speculative - sbottano i risicoltori pavesi - con il tentativo dell’industria di strumentalizzare l’andamento di mercato, che però non può giustificare un crollo così vertiginoso e repentino dei prezzi riconosciuti agli agricoltori, ancora in difficoltà per gli effetti della siccità dello scorso anno e del boom dei costi di produzione». iat
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