domenica 24 settembre 2023

Napolitano e la cucina tra spaghetti, pizza, caffè...

 

Napolitano e la cucina tra spaghetti, pizza, caffè e ristoranti storici

Il presidente, morto all'età di 98 anni, prediligeva una cucina semplice legata alle sue origini napoletane. Con la moglie Clio frequentava i ristoranti e le botteghe del suo amato quartiere a Roma, Rione Monti


Con la morte di Giorgio Napolitano, ieri 22 settembre, si chiude un’epoca della storia della Repubblica italiana. Napolitano aveva 98 anni ed è stato l'11°presidente della Repubblica Italiana dal 15 maggio 2006 al 14 gennaio 2015, e il primo della storia italiana a essere stato eletto per un secondo mandato. Per lui la politica era “un fatto di fede e ragione”, fondate su una concezione alta e nobile di come andrebbe organizzata e amministrata la vita pubblica. Un uomo schietto e leale caratteristiche che hanno trovato sempre riscontro nei suoi gusti culinari (amava gli spaghetti al pomodoro, la pizza e il caffè, da buon napoletano) e nei ristoranti e nelle botteghe storiche che amava e che non tradiva mai, soprattutto quelle del suo quartiere a Roma, Rione Monti, dove in Via dei Serpenti 14, Giorgio e Clio Napolitano non hanno mai chiuso quella casa privata molto amata, riservata e accogliente. E in vacanza? Grande amante del mare spesso Napolitano non disegnava la montagna. Come quando il presidente ha scelto l’hotel Bad Moos di Sesto (Bz) in Val Fiscalina. Ripercorriamo le tappe gourmet del presidente Napolitano.


La mappa gourmet di Napolitano 

al Rione Monti di Roma

Tappe che, come detto, partono dal Rione Monti, dove i punti cardine di Giorgio e Clio Napolitano (da sempre un’ottima cuoca) sono sempre stati il ristorante Le Tavernelle in via Panisperna, specializzato in piatti romani (in primis la cacio e pepe) e ricette di pesce amati dal presidente Emerito, e il ristorante Il Covo, purtroppo oggi chiuso. Chiuso anche lo storico macellaio Stecchiotti in via Panisperna. Attivo ancora, invece, l’Antico Forno di via dei Serpenti 122, una delle botteghe storiche di Monti, dove Giorgio e Clio Napolitano compravano il pane. Clio Napolitano ha fatto la spesa per anni anche da Delizie di Calabria, in via dei Serpenti 30, dove trovava raffinatezze gastronomiche, peperoncino e sapori forti.

Napolitano e la cucina tra spaghetti, pizza, caffè e ristoranti storici

Il ristorante Le Tavernelle in via Panisperna amto da Giorgio e Clio Napolitano

Pizza, spaghetti al pomodoro e caffè: 

il made in Italy a tavola di Napolitano

E la tavola del presidente Napolitano e della moglie Clio era imbandita con cose semplici e buone in nome del Made in Italy: spaghetti al pomodoro e da buon napoletano la pizza il caffè erano in cima alle preferenze a tavola del presidente emerito della Repubblica.

Con la morte di Giorgio Napolitano si chiude un'era della Repubblica

Napolitano e il caffè e le sfogliatelle 

di Gambrinus a Napoli

Caffè che, quando si recava a Napoli non poteva non essere che quello dello storico Caffè Gambrinus, costruito nel 1890. Antonio e Arturo Sergio, i titolari, insieme al nipote Massimiliano Rosati, del Gambrinus hanno conosciuto di persona Giorgio Napolitano che, in occasione di ogni visita a Napoli, prima di recarsi alla residenza presidenziale di Villa Rosebery, sulla collina di Posillipo, non mancava mai di fare una sosta nel locale del centro per bere, quasi sempre in compagnia della moglie Clio, un caffè rigorosamente napoletano e mangiare una sfogliatella.

Napolitano e la cucina tra spaghetti, pizza, caffè e ristoranti storici

Lo storico caffè Gambrinus a Napoli amato da Napolitano

Napolitano, come amano ricordare i Sergio, era originario di via Monte di Dio, una strada che si inerpica verso il monte Echia, la zona che sovrasta piazza del Plebiscito e Santa Lucia: insomma un “balcone” sul golfo di Napoli.  «Prima di trasferirsi a Roma per gli impegni politici ha vissuto a poca distanza dal nostro locale - ricorda Arturo Sergio - quando da presidente della Repubblica veniva nel nostro locale ci chiedeva notizie sull'andamento del turismo in città. Ed era felice se gli riferivamo notizie positive, della presenza di tante persone, di italiani e stranieri. Insomma, ha sempre amato la sua Napoli di cui era tanto orgoglioso. Ma in verità questa città è sempre stata amata da tutti i presidenti della Repubblica che mai hanno fatto mancare il loro affetto ai napoletani». Napolitano era cordiale, tiene a rimarcare Arturo Sergio, con tutti, «con il personale e con gli altri avventori che salutava con grande slancio, ma poi al tavolino doveva bere il suo caffè in tranquillità». Da presidente della Repubblica si faceva solitamente accompagnare al bar dai prefetti in carica durante i suoi mandati. «Io conservo gelosamente la sua firma su un foglio di carta d'Amalfi accanto a quella del suo predecessore, Carlo Azeglio Ciampi», dice ancora Arturo Sergio.

«Ricordo che quando al termine del primo mandato da presidente della Repubblica venne in città ed anche allora fece tappa al Gambrinus - riprende il fratello, Antonio Sergio - era già anziano e si vedeva che voleva riposarsi. Ma non esitò a mettersi al servizio del Paese per il secondo mandato. Insomma un napoletano vero che quando viene chiamato non si tira mai indietro».

Napolitano apprezzò, tra l'altro, molto l'idea dei proprietari del Gambrinus di rafforzare la pratica solidale del caffè sospeso, cioè l'abitudine da parte di chi consumava il caffè di pagarne uno o più a favore di persone indigenti.

La pizza di Alfredo Forgione 

quella preferita di Napolitano

Dal caffè alla pizza. Che per Napolitano era quella di Alfredo Forgione, da 40 anni maestro pizzaiolo da lui insignito della nomina di cavaliere del lavoro. «Era mio cliente già negli anni '90 - ricorda Forgione all'Ansa - quando lavoravo da Ciro a Mergellina e lo è tuttora che mi sono trasferito sul lungomare da “Fresco”. Più volte gli ho fatto recapitare le mie pizze a Villa Rosebery durante i suoi soggiorni napoletani, ma l'ultima volta che mi ha scritto mi aveva promesso una visita».

Napolitano e la cucina tra spaghetti, pizza, caffè e ristoranti storici

La pizza di Alfredo Forgione la più amata da Giorgio Napolitano

Niente salsa per gli spaghetti di Napolitano

E gli spaghetti al pomodoro? Guai a usare la salsa! Come avevano raccontato anni fa gli chef Pietro Catzola e Giovanni Santangelo «niente passata di pomodoro, per creare il sugo gli chef del Quirinale usavano solo pomodori italiani di stagione come il Piccadilly, Datterino e Ciliegino, condito da olio extravergine d’oliva Canino Dop aromatizzato con aglio polesano Doc, cipolla di Giarratana bianca della Sicilia e sedano nero di Terni. Infine gli spaghetti di Gragnano venivano cotti in acqua con sale di Cervia e poi serviti insieme al pomodoro con una generosa grattata di parmigiano 38 mesi e basilico fresco».Iat

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