Il Giappone ama
il vino italiano:
crescono le vendite
del 28,6%
Un successo trainato in particolare da una crescente richiesta da parte del mercato nipponico di vini “sostenibili”, siano essi biologici oppure con packaging leggeri e facilmente riciclabili.
Lo rende noto l’Alleanza Cooperative Agroalimentare a seguito di una rilevazione interna con le sue associate particolarmente impegnate nella vendita sui mercati esteri. L’incremento a due cifre delle vendite di vino è dovuto in particolar modo alla fine delle chiusure dovute alla pandemia. Finalmente le persone hanno iniziato a consumare di più, uscire di casa e riscoprire la socialità. Sono state riaperte le frontiere: prima il Giappone era chiuso all’ingresso degli stranieri, oggi invece c’è un forte aumento di visitatori in un paese dalla grande vocazione turistica.
La preferenza per il packaging da mezzo litro è anche dovuta al fatto che scegliere vino nelle classiche bottiglie di vetro sia assai più costoso, perché in Giappone le procedure di smaltimento dei rifiuti sono molto rigorose e il cittadino deve corrispondere un contributo a seconda del peso dei propri sacchetti di rifiuti. Dal momento che il tetrapak è compostabile e occupa pochissimo spazio, il problema si risolve con tre “e”: in modo ecologico, economico ed elegante, offrendo prodotti di qualità in confezioni dall’aspetto degno della loro storia.
Cooperative campione di export
Da una recente indagine sul grado di internazionalizzazione delle cooperative vitivinicole realizzata da Ismea per Alleanza delle cooperative, il fatturato generato dall’export delle cantine aderenti ad Alleanza cooperative tra il 2010 e il 2022 ha registrato una crescita del 130%, con un trend superiore all’andamento delle esportazioni nazionali di vino che nello stesso periodo sono cresciute del 101%.
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