Daniela Santanchè rischia grosso: se venti giorni fa era arrivata l'accusa di aver truffato lo Stato su 126mila euro di cassa integrazione Covid a zero ore dei dipendenti della sua società, adesso è arrivata quella di falso in bilancio. Sì, perché come riportato dal Corriere della Sera, la Procura di Milano, dopo 18 mesi di indagini, ha notificato la conclusione alla ministra del Turismo, contestandole l'ipotesi di reato di falso in bilancio nelle comunicazioni 2016-2020 di Visibilia Editore Spa. Insieme alla Santanchè, poi, nell'avviso di deposito degli atti risultano indagati anche il compagno Kunz e la sorella Fiorella Garnero.
Chiuse le indagini su Visibilia Editore Spa: per la Santanchè ipotesi di falso in bilancioLe perizie dei magistrati su Visibilia Editore Spa
Le due consulenze tecniche sulla società, condotte rispettivamente dal professor Nicola Pecchiari per conto della Procura e dalla commercialista Daniela Ortelli su incarico del Tribunale civile, hanno evidenziato gravi criticità nella gestione finanziaria di Visibilia Editore Spa durante il periodo in cui era sotto la direzione di Santanchè. Ed infatti, è emerso che la società, quotata in Borsa, presentava un patrimonio netto negativo già a partire dal 2016, nonostante avesse dovuto svalutare completamente l'avviamento da 4,2 milioni di euro, una voce contabile significativa che costituiva quasi la metà dell'attivo di bilancio. Questa svalutazione è stata effettuata solo nel settembre 2021, e solo per un importo di 2,7 milioni di euro, evidenziando una discrepanza nei bilanci della società.
Inoltre, sono emersi problemi nei rapporti finanziari con lo Stato: le consulenze hanno stimato poi debiti significativi di Visibilia Editore nei confronti del Fisco e dell'Inps, con importi che ammontano a milioni di euro. Anche altre società del gruppo Visibilia presentavano debiti fiscali e previdenziali rilevanti, con la società in liquidazione che ha ottenuto una rottamazione dei debiti in cinque anni. Tuttavia, la casa di Santanchè a Milano è stata messa a garanzia solo per i creditori della società, non per le altre aziende del gruppo.
Visibilia, il suicidio di Luca Ruffino
e il rischio bancarotta
Tutto ciò accade a meno di un anno dal traumatico infrangersi dell'ultimo tentativo di salvataggio ad opera dell'imprenditore della gestione di condomìni Luca Reale Ruffino, che sia con la sua società Sif sia in proprio aveva rastrellato in Borsa le azioni di Visibilia Editore senza darne le dovute comunicazioni alla Consob, fino ad acquisirne il controllo: dopo il suo suicidio il 5 agosto 2023, le indagini della Procura non hanno trovato alcun nesso tra la morte e la scalata a Visibilia, ma intanto gli eredi di Ruffino hanno dismesso qualunque interesse per il rilancio o quantomeno il salvataggio di Visibilia.
A questo disimpegno ha fatto seguito a inizio marzo 2024 il commissariamento deciso per 6 mesi dal Tribunale civile del gruppo Visibilia Editore-Visibilia Editrice per «gravi irregolarità» e atti di «mala gestione» che rischiano di comprometterne in «modo rilevante» una «ordinata “uscita dalla crisi”», e che hanno spinto i giudici a nominare l'amministratore giudiziario Maurizio Irrera. Un percorso che in futuro potrebbe arrecare ulteriori guai a Santanchè stavolta di natura fallimentare (ipotesi di bancarotta), mentre altre società nella sua ex orbita (Ki Group, Bioera, Biofood) sono pure alle prese con il Tribunale civile. Ora, però, c'è da fare i conti con la truffa all'Inps e l'ipotesi di reato di falso in bilancio. Cosa succederà? Ai posteri l'ardua sentenza, come direbbe Alessandro Manzoni. Iat
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