venerdì 20 dicembre 2013

EXPORT VINO ITALIANO IN ASCESA


LE ELABORAZIONI ASSOENOLOGI
DATI EXPORT DEL  VINO ITALIANO
GENNAIO/SETTEMBRE 2013. 

Continuano i risultati brillanti e le soddisfazioni per gli operatori del settore
: calano del 3,4% i volumi ma crescono dell’8,2 i valori esportati.
Dall’Ufficio Studi di Assoenologi arrivano le elaborazioni dei dati export del periodo gennaio/settembre 2013. A fronte di una contrazione dell’export nazionale nei primi nove mesi del 2013 (-0,34%), il vino scalda i motori in vista delle festività natalizie e mette a segno un significativo balzo dei valori (+8,2%), superando quota 3,6 miliardi € e un volume di 14,9 milioni di ettolitri, in leggera contrazione rispetto allo stesso periodo del 2012. Il terzo trimestre dell’anno consolida una dinamicità registrata durante l’intero arco dell’anno. Nel confronto con il trimestre precedente si registra un’impercettibile limatura di due punti decimali nei valori che non modifica l’importanza del risultato. Il valore medio unitario mostra una robusta accelerazione passando da € 2,16 a € 2,42/l (+11,9%); tendenza che mostra un’accentuazione nella crescita in settembre con un VMU pari € 2,56/l.
L’ottima performance del vino italiano è riscontrabile dall’andamento del curve dei valori annuali suddivise per mesi. Oltre a questo aspetto è utile osservare l’ampiezza più ridotta delle curve indice di una migliore distribuzione geografica e destagionalizzazione dei flussi.
Conclude Giuseppe Martelli: “L’export del vino continua a dare brillanti risultati e soddisfazioni agli operatori del settore, nonostante un clima internazionale caratterizzato da un deterioramento delle condizioni economiche in numerosi paesi. Il successo del vino italiano supera i confini del settore e delle migliaia di aziende produttrici per diventare un possibile modello per altre realtà produttive del Made in Italy, ancora non sufficientemente valorizzate.
Per il momento le grandi aspettative riposte nel Far East, come possibile eldorado per le eccellenze italiane, sembrano dissolversi, offuscando l’ottimismo tipico del mondo delle imprese. Ma si tratta solo di una fase da recuperare senza indugi.
Il vino italiano non deve dimenticare la “lezione americana”. Lezione che trova la sua essenza nell’aver ascoltato il consumatore americano, nell’aver individuato i desideri e le semplici aspettative di un consumo quotidiano proponendo una ricetta altrettanto semplice tutta italiana: qualità, originalità e quel pizzico di passione che ogni produttore infonde in ogni vino, trasformando un prodotto quotidiano in un paesaggio, un’emozione, in un mito quotidiano.
La ricetta di Assoenologi è di tornare a concentrare l’attenzione e le risorse su quei prodotti che possano innescare circuiti economici virtuosi, valorizzando le specificità presenti nei mille territori italiani, vino in primis”.

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