lunedì 3 gennaio 2022

Fra maschere e coriandoli, una guida ai 400 migliori carnevali d'Italia

 

Fra maschere e coriandoli, 

una guida ai 400 migliori 

carnevali d'Italia

L'autore Antonio Castello ha messo in fila una carrellata degli appuntamenti più conosciuti, originali e insoliti lungo tutta la Penisola: da Venezia a Viareggio, fino in Basilicata dove si celebrano i riti arborei

di Piera Genta

ICarnevale è un periodo dell’anno che intercorre tra l’Epifania e la vigilia del mercoledi delle Ceneri e non ha una data precisa nel calendario. Si celebra nei paesi di tradizione cristiana e in particolare in quelli di rito cattolico e i festeggiamenti si concentrano tra il Giovedì e il Martedì Grasso, nei sei giorni che precedono l’inizio della Quaresima. La sua storia ha origini antiche, mentre l’usanza di festeggiare con feste ed eventi in maschera sembra sia nata in epoca rinascimentale. Negli ultimi periodi la pandemia ha imposto di non festeggiare uno degli eventi più allegri dell’anno, quindi il volume di Antonio Castello, appassionato ricercatore degli aspetti antropologici della cultura italiana, è una ricca fonte di informazioni per non perdere il senso delle tradizioni. 

Una guida a 400 eventi dedicati a maschere e coriandoli

In Maschere e Coriandoli l’autore ha preso in considerazione soltanto le manifestazioni che si svolgono in Italia evidenziando quelle di maggiore spessore dal punto di vista scenografico, storico, culturale, sociale e turistico, realizzando una carrellata di oltre 400 eventi. Le manifestazioni descritte, suddivise per regioni, richiamano credenze e usanze antiche e tracciano la storia di maschere tipiche, spesso derivate dalla Commedia dell’Arte, divenute parte integrante della cultura e del folclore locale, concorrendo a fare del nostro Paese una meta turistica straordinaria anche sotto questo particolare aspetto. 

Da Cento a Viareggio, i carnevali storici d'Italia

Nelle descrizioni troviamo carnevali storici: quello di Cento in provincia di Ferrara, in assoluto uno dei più antichi d’Italia conosciuto dal 1600 come testimoniano le scene di alcuni affreschi del famoso pittore centese Gian Francesco Barbieri, detto il Guercino. Ivrea in provincia di Torino che affonda la sua storia del Medioevo con la spettacolare Battaglia delle arance, momento di grande coinvolgimento e forte emozione che vuole rievocare la ribellione popolare alla tirannia. Mamoiada in provincia di Nuoro, con la danza dei Mamuthones. Secondo alcuni, il rito potrebbe risalire all'età nuragica, nato come atto di propiziazione per il raccolto o di protezione contro gli spiriti maligni.

Carnevali di grande richiamo turistico come quello di Viareggio, uno dei più importanti d'Italia e d'Europa, per la magia  dei suoi carri allegorici, i più grandi e movimentati al mondo, realizzati in cartapesta. Fu scelto nel 1954 per inaugurare la prima diretta televisiva in esterna della neonata Rai. Quello di Venezia che insieme a quello di Rio de Janeiro è il Carnevale più conosciuto ed apprezzato al mondo. Le sue origini sono antichissime: la prima testimonianza risale ad un documento del Doge Vitale Falier del 1094, nel quale si parla di divertimenti pubblici e viene citato per la prima volta il vocabolo “carnevale”.

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In maschera per l'ambiente a Satriano di Lucania

Alcuni quelli curiosi. In Basilicata a Satriano di Lucania nel Parco Nazionale dell’Appennino lucane, si svolge i riti arborei, uno dei più originali d’Italia. Dal 2013 quando la figura del Rumit ha acquisito le fattezze dell'uomo-albero, il carnevale si è fatto sempre più portatore di valori ecologici e naturalistici. In tale veste, questa curiosissima maschera ha preso parte nel 2015 all'Expo di Milano, come ambasciatore non solo di un folclore autoctono, ma di un messaggio ecologista universale, volto a rinsaldare il rapporto inscindibile dell'uomo con la natura.

Ad Acqualagna ci si lancia i ... tartufi!

Quello di Acqualagna nelle Marche viene consideratoil carnevale più pazzo d'Italia, l'unico al mondo dove durante la sfilata dei carri e dei gruppi mascherati, anziché lanciare coriandoli e caramelle, si lanciano tartufi. A Gavoi, paese della Barbagia che si affaccia sulle rive del lago di Gusana, si festeggia il carnevale musicale sardo per eccellenza. Qui infatti, non si dà
risalto al travestimento o al mascheramento, quanto al suono. Originale anche quello di San Giovanni Valdarno, un appuntamento che, da oltre 300 anni, si svolge per ricordare i defunti. Una
tradizione con un'accezione religiosa: il suo significato è quello di celebrare l'Uffizio dei defunti e raccogliere offerte per l'Oratorio di Santa Maria delle Grazie. 

E a Milano il carnevale dura di più

A Milano, così come nell'intera arcidiocesi e in molti territori limitrofi, il Carnevale si celebra con il rito Ambrosiano, secondo cui il periodo quaresimale non inizia il mercoledì delle Ceneri come quello romano, ma la domenica successiva: una durata più lunga e per questo detto carnevalòn. Il motivo del prolungamento è legato alla storia o leggenda, secondo cui Sant'Ambrogio, patrono di Milano, in pellegrinaggio pastorale fuori dell'arcidiocesi, chiese alla popolazione di aspettare il suo ritorno, prima di iniziare le liturgie della Quaresima. Verosimilmente, lo spostamento potrebbe essere stato dettato invece dal prolungarsi di guerre, carestie o pestilenze in atto in quel periodo o dalla transizione dal calendario giuliano a quello gregoriano, avvenuta solo nel 1582.  

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