sabato 22 gennaio 2022

Più forti del Covid: crescono le imprese, anche nel settore alberghi e ristoranti

 

Più forti del Covid: 

crescono le imprese, 

anche nel settore 

alberghi e ristoranti

Lo segnala Movimprese, il registro delle aziende delle Camere di commercio. Nel 2021 quelle nuove sono 6.833 per un ammontare complessivo di 461.357. Ma i livelli di pre pandemia purtroppo sono ancora ben lontani

di Paola Scarsi

Ci sono buone notizie dal Registro delle Imprese delle Camere di Commercio, l’anagrafe ufficiale delle imprese italiane. Movimprese, l’analisi statistica realizzata da Unioncamere e InfoCamere,  segnala che il 2021 si è chiuso con il segno positivo. Il Covid sembra dare e poi togliere, perché se è vero che ci sono state tante imprese che hanno dovuto chiedere i battenti (il 2021 è stato l'anno nero del turismo), alla fine per il settore legato all’attività degli alberghi e della ristorazione il saldo è positivo. Ci sono state 6.833 nuove aziende e il numero complessivo per il settore è di 461.357 attività.

Buoni numeri anche a livello generale, anche se i livelli prepandemici sono lontani

Le nuove iscrizioni sono infatti 332.596 (14% in più rispetto al 2020), segno di una rinnovata vivacità che non coincide ancora con i dati prepandemia : esiste ancora un gap di circa 20mila aperture in meno rispetto al 2019 e di circa 50mila in meno rispetto alla media del decennio anteprecedente.

«Una mano alla crescita l’hanno data gli aiuti pubblici»

«I risultati dell’analisi mostrano che l’andamento delle iscrizioni è certamente correlato alle prospettive dell’economia, ma anche determinato da andamenti settoriali diversificati e dalle politiche di aiuti pubblici - ha sottolineato il presidente di Unioncamere, Andrea Prete - Appare poi incoraggiante il significativo contributo dato dalle regioni del Mezzogiorno alla crescita del tessuto produttivo».

 

La crescita si sente nel Mezzogiorno

Il Mezzogiorno è l’area del Paese che registra nel 2021 il maggior numero di iscrizioni: quasi 109mila le nuove imprese nate lo scorso anno, a fronte di circa 72mila cessazioni. Il risultato mostra un saldo positivo di poco meno di 37mila unità, che per un terzo si deve al risultato della Campania (+12.732). Il Nord Ovest segna un incremento dello stock di imprese di oltre 20mila unità, grazie a 91mila iscrizioni e 70mila cancellazioni. A spiccare in quest’area è la Lombardia con 14mila imprese in più in un anno. A seguire il Centro, con un saldo complessivo di poco meno di 20mila imprese dovuto a 72mila iscrizioni e 52mila cessazioni. Il Lazio traina la cresciuta di imprese tra le regioni centrali, con 14mila imprese in più. Il Nord Est, infine, registra il minor incremento dello stock di imprese (oltre 9mila unità), differenza tra 60mila iscrizioni e 51mila cessazioni. Veneto ed Emilia Romagna le Regioni con i saldi più elevati. La speranza per il settore che i nuovi aiuti erogati nell'ultimo Decreto ristori, emanato venerdì 21 gennaio dal Consiglio dei ministri possa aiutare la tendenza di crescita a conservarsi o addirittura a migliorare.

Il problema dell'emergenza di liquidità

C'è infatti il problema dell'emergenza liquidità per quasi 700mila aziende italiane che, a inizio 2022, rischiano il default. Fra loro migliaia di bar, ristoranti e alberghi già in crisi con la penuria di clienti e il caro bollette e per cui è già stato chiesto al Governo lo scostamento di bilancio per introdurre nuovi ristori.

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