sabato 28 maggio 2022

Appartamenti “fantasma”, dilaga la piaga degli alloggi abusivi

 

Appartamenti “fantasma”, dilaga 

la piaga degli alloggi abusivi

Gli host prendono in gestione locali che poi non vengono registrati al fisco. Nel capoluogo fiorentino ci sono ben 3mila casi concentrati in prevalenza nel centro storico e nei quartieri limitrofi. Ma il danno per il Comune oltre che economico è anche sociale. La gente abbandona i centri storici per fare posto ai turisti e i quartieri perdono la loro identità

di Martino Lorenzini

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Il centro storico, ma anche Campo di Marte e San Jacopino. Firenze è soltanto l'ultimo caso di una città d'arte "svuotata" dei suoi abitanti per fare posto ad alloggi "fantasma"Ovvero, attività non segnalate e quindi irregolari, sia dal punto di vista tributario e sia dal punto di vista della sicurezza. L'ultimo episodio che ha coinvolto il capoluogo fiorentino ha visto la segnalazione di ben 3mila case in affitto "fantasma". Il Comune, su indicazione del sindaco Dario Nardella, è pronto far partire una serie di controlli a tappeto tramite un'apposita task force incaricata di recuperare le tasse di soggiorno non pagate e scovare i falsi residenti che hanno trasformato la prima abitazione (dove dichiaravano di vivere e quindi senza pagare l'Imu) in una fonte di rendita.

Ma il danno, oltre che economico per il Comune è anche sociale perché si creano veri e propri quartieri dormitorio per turisti. Un vero e proprio danno che impoverisce la città e la priva della sua identità.

Il fenomeno degli alloggi fantasma crea anche concorrenza sleale con chi le tasse le paga regolarmente, come gli alberghi, anche perché deve sottostare a un regime di regole più definito. Da tempo, tramite le associazioni di categoria, gli esercenti chiedono al Governo regole più chiare e in grado di riequilibrare il regime fiscale che al momento penalizza gli hotel.

Firenze "infestata" dai B&B "fantasma"

Tutto è partito da un'indagine indipendente di Insideairbnb.com. Il sito investigativo che analizza i dati provenienti da informazioni pubblicamente disponibili dal sito Airbnb, sulla città di Firenze ha evidenziato che degli oltre 10mila annunci presenti nel 2021 circa il 30% delle proposte era gestito da una ventina di host. Cè quindi chi detiene oltre un centinaio di appartamenti e di fatto intere abitazioni.

Inoltre su Airbnb, alla fine del 2021, c’erano 10.268 annunci per pernottare a Firenze (7.586 appartamenti, 2.150 stanze private, 35 stanze condivise e 183 stanze d’albergo), ma sulla piattaforma creata dalla Città metropolitana risultavano registrate solo 6.904 attività ricettive extra-alberghiere. Questo significa che almeno 3.000 host sono «fantasmi» che si muovono in un vuoto normativo. Ovvero, si sono regolarmente registrati sulla piattaforma digitale legata agli affitti brevi, ma poi non hanno registrato l'attività in Comune omettendo quindi di pagare la tassa di soggiorno e le tasse per l'attività di accoglienza.

Il caso più emblematico, denunciato sulle pagine del Tirreno è sicuramene quello di San Jacopino. Quello che fino a qualche anno fa era un vivace rione si è trasformato in un gigantesco B&B a uso e consumo dei turisti. I pochi residenti rimasti denunciano di ricevere quotidianamente delle telefonate da parte delle agenzie che si occupano delle locazioni brevi che promettono loro cifre esorbitanti per liberare i propri appartamenti al fine di destinarli ai turisti.

Ora spetterà alla task force congiunta messa in atto dal Comune di Firenze e dalla Guardia di Finanza scovare gli eventuali furbetti e ripristinare la legalità.

Il caso di Venezia e dei ventimila turisti fantasma

Anche a Venezia durante la settimana di Pasqua era emerso un caso simile. Nella città lagunare erano infatti stati segnalati 20mila "turisti fantasma". Grazie all'aggancio dei cellulari alle celle dei ripetitori si era infatti scoperto che avevano dormito in città, senza però sapere dove con esattezza, perché le locazioni non erano registrate.

A Venezia tra centro storico, isole e terraferma in teoria ci sono circa 82mila posti letto fra hotel e locazioni extra-alberghiere (B&B, affittacamere e case vacanze), ma in realtà si sono registrati nella settimana di pasqua oltre centomila turisti. Quindi i conti non tornavano.

Anche per questo motivo la città da questa estate farà scattare l'obbligo della prenotazione per chi vorrà visitarla.

Ad Agrigento arriva il software per scovare case vacanze B&B non registrati

Anche Agrigento sta avendo gli stessi problemi delle città turistiche del Nord e del Centro Italia e così in soccorso della città siciliana sta per essere messa in campo la tecnologia.

Il Comune ha infatti deciso di dotare i propri uffici di un nuovo software che potrebbe aiutare gli uffici a scoprire il sommerso. Si chiama Stay tour MapControl e permette di combattere, nel modo più efficace, il problema dell'abusivismo. In pratica il programma compara le presenze di soggetti che offrono ospitalità online, parzialmente o totalmente sconosciuti agli organi amministrativi. Associa infatti le varie strutture con le relative inserzioni online anche tramite geolocalizzaione. Compie quindi una sorta di censimento delle inserzioni online analizzando i dati estratti dai vari portali.

Il braccio di ferro legale a Roma tra Comune e Airbnb

A Roma poco tempo fa è andato invece in scena un braccio di ferro legale che ha visto contrapporsi gli uffici comunali e la piattaforma AirBnb. Comune e privato avevano infatti stilato un accordo legato alla tassa di soggiorno e alla comunicazione degli ospiti presenti nelle strutture prenotate tramite la piattaforma digitale. Alla fine i soldi sono stati erogati, ma i dati legati agli ospiti no. Da qui la decisione del Comune di fare ricorso alla Corte dei Conti. È stata poi AirBnb a dichiarare di avere commesso degli errori e di aver versato 70mila euro di tasse di soggiorno mancanti. La vicenda però non si è ancora conclusa visto che il Comune promette ulteriori controlli

Le associazioni di categoria «Servono più controlli, ma anche regole più chiare»

Da tempo le associazioni di categoria chiedono al Governo di intervenire per ristabilire un principio di leale concorrenza tra gli hotel e le agenzie che operano in rete nel settore degli affitti brevi. «Il caso di Firenze è una fotografia di quando sta avvenendo in Italia - ha spiegato Barbara Casillo, direttore nazionale di Confindustria Alberghi - C'è stato uno sviluppo incontrollato di questi host e ora ci troviamo casi dove ci sono persone che non sono più dei semplici proprietari di casa, perché arrivano a gestire 160 appartamentiServono quindi più controlli o, meglio ancora una legge che garantisca più trasparenza ed eviti la concorrenza sleale. Gli alberghi infatti pagano migliaia di euro in tasse per qualsiasi cosa, persino se si decide di mettere il proprio logo sullo zerbino. Svuotare i centri storici significa inoltre perdere per sempre un'identità che ha sempre contraddistinto l'Italia. Siamo quindi felici che sempre più istituzioni, sebbene individualmente, si stiano attivando per cercare di porre rimedio a questa situazione».

Per Francesco Bechipresidente di Federalberghi Firenze servono più controlli. «Tutti Comuni dovrebbero dotarsi di una apposita task force, da finanziare in parte coi proventi recuperati dai controlli delle attività in nero - ha spiegato - Ci sono diversi modi per evidenziare le "anomalie" per capire se un residente sta effettivamente vivendo nel suo appartamento o se, viceversa, lo ha affitato. Basti pensare al controllo dei rifiuti o ai consumi di energia elettrica».iAT

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