L'estate 2022 sarà all'aria aperta:
tutti pazzi
per il campeggio
L’Osservatorio del turismo all’aria aperta stima una crescita in Italia tra il 2% e l’8% rispetto al 2021 e nelle previsioni più rosee si supereranno i fatturati pre-Covid. Il turista sta riscoprendo le tematiche ambientali e la necessità di un maggiore contatto con la natura, per questo le imprese stanno investendo in sostenibilità e nuove tecnologie
Ormai è chiaro: c’è sempre più voglia di aria aperta. I tempi interminabili di pandemia, quelli che ci hanno costretti a stare chiusi in casa senza sapere quando e come sarebbe finita, hanno probabilmente dato la scossa decisiva. E ora l’open air pare essere diventata una priorità per tanti, non solo al ristorante ma anche in vacanza.
Lo dice uno studio a opera dell’Osservatorio del turismo outdoor, firmato da Human Company in collaborazione con la società di consulenza Thrends, che parla di una crescita tra il 2% e l’8% su base annua del turismo all’aria aperta, con le presenze nelle strutture open air che dovrebbero attestarsi tra 45,4 e 48 milioni già nell’estate del 2022.
Nel 2022 fatturato superiore al pre-Covid per il turismo all'aria aperta
I numeri lo scorso anno erano ancora al di sotto del periodo pre-pandemia (rispetto al 2019 la diminuzione era tra il -14% e il -18%), ma dal 2022 la ripresa sarà definitiva, almeno per il settore camping, village e glamping che dovrebbe ritrovare un fatturato con livelli superiori al pre-Covid per una propensione alla spesa nell’ultimo biennio di gran lunga più alta rispetto al passato.
Nel confronto con il 2020, il periodo più difficile per l’emergenza sanitaria, le strutture ricettive italiane all’aria aperta nel 2021 avevano già fatto segnare un +38%, confermando le previsioni elaborate dall’Osservatorio. E quest’anno, come detto, sarà ancora meglio.
I turisti open air saranno la maggioranza
A lasciare un filo d’incertezza è la guerra in Ucraina: secondo lo studio dell’Osservatorio del turismo outdoor qualche turista potrebbe essere condizionato dalle notizie che arrivano dai territori interessati al conflitto e, in alcuni casi, scegliere di rinunciare alla vacanza.
Ma la spesa complessiva generata nel 2022 varierà comunque tra i 2,41 e i 2,55 miliardi di euro, a seconda dei due possibili scenari legati alle vicende belliche presi in considerazione, con un budget giornaliero pro capite stimato attorno ai 53 euro.
I turisti open air dell’estate 2022, secondo i modelli previsionali, saranno la maggioranza, attorno al 54% delle presenze totali.
Questa estate 26 milioni di italiani in campeggio
Nel quadro più ottimistico, gli italiani che sceglieranno campeggi e villaggi saranno 26 milioni, solo 5,2% in meno rispetto al 2019. Anche in caso di prosecuzione della guerra in Ucraina, comunque, non si dovrebbe scendere sotto i 25 milioni di presenze italiane: +8% rispetto al 2021 e -8% nei confronti del pre-pandemia.
La vera variabile è dunque legata ai turisti stranieri nelle strutture italiane all’aperto. Nello scenario migliore potrebbero arrivare a 22 milioni, con un +8% su base annua.
In quello più pessimistico i circa 20 milioni di presenze attese significherebbero un -0,4% rispetto al 2021.
Tedeschi e austriaci i turisti più numerosi
A fare la parte del leone, per quanto riguarda i pernottamenti, saranno i principali 5 mercati esteri: Germania, Austria, Svizzera, Francia e Olanda, che già l’anno scorso hanno rappresentato l’88% di tutte le presenze internazionali.
Se il quadro generale sarà favorevole, le presenze da questi Paesi potrebbero aumentare del 9%, per circa 19,5 milioni totali. In caso contrario, ci si dovrebbe attestare attorno ai 18 milioni, con un range di variazione tra il +1,7% e il -2% rispetto al 2021.
Le imprese al passo con la ripresa
Il turista sta riscoprendo in particolare la necessità di un maggiore contatto con la natura, di una vacanza proiettata nel verde. Va crescendo la consapevolezza di quanto sia centrale il tema ambientale. «L’evoluzione è avvertita da tempo, soprattutto nelle strutture più frequentate dagli ospiti provenienti dal Nord Europa - spiega il presidente nazionale e Nordest di Faita-Federcamping, Alberto Granzotto - Le nostre imprese stanno cogliendo le trasformazioni del mercato e investendo su soluzioni innovative, dal conseguimento dei marchi di qualità delle strutture, alla circolarità delle materie prime utilizzate, alla formazione professionale».
«I numeri che abbiamo raccolto su questo primo scorcio di primavera - continua Granzotto - ci fanno guardare avanti con moderato ottimismo in termini di presenze e prenotazioni, che si allineano al periodo pre-pandemico, e in termini di fatturato, che potrebbe anche essere superiore al 2019. Restano le incertezze legate alla diffusione del virus, ancora preoccupante in diversi Paesi, e agli sviluppi della guerra in Ucraina».
Sul Garda si annuncia un’estate da tutto esaurito
Il bilancio di Pasqua e le previsioni da giugno all’autunno elaborati da H-Benchmark per Faita-Federcamping confermano il boom del settore, con un vero e proprio exploit nelle strutture del Garda, che hanno messo a segno una media di occupazione di circa il 57% e punte dell’86% nelle giornate del 15 e 16 aprile, venerdì e sabato di Pasqua. Tra le nazionalità di provenienza, in testa è la Germania (73,6 per cento). L’Italia segue a distanza (12,5 per cento), assieme, con percentuali più basse, a Svizzera, Austria e Paesi Bassi.
Bene anche le prenotazioni per le vacanze estive. Nelle strutture all’aria aperta sono superiori del 30 per cento rispetto a quelle pervenute ad aprile 2021, con punte di occupazione giornaliera tra l’85 per cento e il 98 per cento rispettivamente per la Pentecoste e per la seconda metà di agosto e inizio settembre. «Man mano che le date si avvicinano - sottolinea l’assessore al turismo, Federico Caner - sfioreremo il tutto esaurito, superando con tutta probabilità i livelli precovid».
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