venerdì 20 maggio 2022

Stessa spiaggia… diverse “concessioni”: nel Lazio niente rinvio alla Corte Ue

 

Stessa spiaggia… 

diverse “concessioni”: 

nel Lazio niente rinvio 

alla Corte Ue

Mentre il Tar di Lecce ha accolto le tesi dei balneari, rinviando la decisione al tribunale di Lussemburgo, quello del Lazio ha dato loro torto su tutti i fronti. Visto il caos, serve un’adeguata riforma dal parlamento


Sabbie bollenti, è proprio il caso di dirlo. Perché sulla questione delle concessioni balneari è tutto il contrario di tutto, ragion per cui serve che il parlamento intervenga con un’adeguata riformaLo stesso giorno in cui il Tar di Lecce pubblicava l’eclatante ordinanza con cui ha rinviato la decisione alla Corte di giustizia europea, il Tar del Lazio si è pronunciato sul contenzioso tra alcuni concessionari balneari di Nettuno, l’amministrazione comunale e l’Autorità garante della concorrenza, che si era opposta all’estensione dei titoli al 2033. In partica, stesso contenzioso, stessi ricorsi e stesso giorno, ma in due tribunali diversi e con decisioni opposte.


A differenza del Tar di Lecce, il tribunale amministrativo laziale ha invece ritenuto «non sussistenti i presupposti per la rimessione alla Corte Ue delle questioni pregiudiziali». Secondo il Tar Lazio, infatti, come riporta mondobalneare.com, sulla questione si è già espressa adeguatamente l’adunanza plenaria del Consiglio di Stato, che lo scorso novembre ha annullato la proroga al 2033 e imposto allo Stato italiano di riassegnare tutte le concessioni balneari tramite gare pubbliche entro il 2023.

Stesso contenzioso, decisone opposta

A parte per le località differenti, i due casi sono identici: anche il Comune di Nettuno, come quello di Ginosa, aveva infatti ricevuto dall’Agcm-Autorità garante della concorrenza e del mercato, una diffida a ritirare le estensioni al 2033 poiché ritenute in contrasto col diritto europeo; e anche in questo caso i concessionari balneari si sono opposti alla diffida e l’associazione Sib-Confcommercio è intervenuta ad opponendum chiedendo il rinvio alla Corte di giustizia europea. 



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