Come diffuso dal report dell'Istat (Istituto nazionale di statistica), e successivamente anche durante il Workshop Migliore Insegna 2023, a gennaio 2023 si è stimato un aumento congiunturale per le vendite al dettaglio (+1,7% in valore e +1,2% in volume): sono, infatti, in crescita sia le vendite dei beni alimentari (+2,2% in valore e +1,9% in volume) sia quelle dei beni non alimentari (+1,4% in valore e +0,7% in volume). Così come è stato in crescita, nell'ultimo trimestre del 2022, il commercio dei beni alimentari (+1,7%) e ne è diminuito in volume (-0,8%). Su base tendenziale, a gennaio 2023, le vendite al dettaglio sono aumentate del 6,2% in valore e hanno registrato un calo in volume del 2,4%: si è registrato un andamento analogo, si legge, sia per le vendite dei beni alimentari (+7,5% in valore e -4,4% in volume), sia per quelle dei beni non alimentari (+5,2% in valore e -0,9% in volume). Dall'indagine emerge che la fiducia dei consumatori si è contratta dopo il rimbalzo del 2021, con l'aumento dei prezzi come uno dei principali motivi di preoccupazione.
Gli acquisti degli alimentari calano del 4,4%Otto italiani su 10 hanno preso l’abitudine di fare una lista ponderata degli acquisti
Il caro prezzi, infatti, riporta anche la Coldiretti, ha tagliato del 4,4% le quantità di prodotti alimentari acquistate dagli italiani nel 2023 rispetto allo scorso anno che sono però costretti a spendere comunque il 7,5% in più a causa dei rincari determinati dalla crisi energetica. La situazione di difficoltà è resa evidente dal fatto che volano gli acquisti di cibo low cost con i discount alimentari che fanno segnare un balzo del +10,1% nelle vendite in valore, il più elevato nel dettaglio. Per difendersi dagli aumenti otto italiani su dieci (81%) hanno preso l’abitudine di fare una lista ponderata degli acquisti da effettuare per mettere sotto controllo le spese d’impulso, secondo l’analisi Coldiretti/Censis che evidenzia come siano cambiati anche i luoghi della spesa con il 72% degli italiani che si reca e fa acquisti nei discount, mentre l’83% punta su prodotti in offerta, in promozione. Le famiglie infatti vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti.
Prandini: «Le difficoltà delle famiglie si trasferiscono direttamente sulle imprese»
Sulla pubblicazione di questi dati si è espresso anche Ettore Prandini, presidente della Coldiretti: «Le difficoltà delle famiglie si trasferiscono direttamente sulle imprese dove l’aumento dei costi di produzione colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare a partire dalle campagne dove più di un'azienda agricola su dieci (13%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività, ma ben oltre 1/3 del totale nazionale (34%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dei rincari» ha commentato il presidente Prandini, nel sottolineare l’esigenza di «raddoppiare da 5 a 10 miliardi le risorse destinate all’agroalimentare nel Piano nazionale di ripresa e resilienza spostando fondi da altri comparti per evitare di perdere i finanziamenti dell’Europa. Nell’ambito del Pnrr abbiamo presentato tra l’altro progetti di filiera per investimenti dalla pasta alla carne, dal latte all’olio, dalla frutta alla verdura con più di 50 proposte e migliaia di agricoltori, allevatori, imprese di trasformazione, università e centri di ricerca coinvolti. Un impegno che - conclude Prandini - ha l’obiettivo di combattere la speculazione sui prezzi con una più equa distribuzione del valore lungo la filiera per tutelare i consumatori ed il reddito degli agricoltori dalle pratiche sleali».
I risultati del Workshop Migliore Insegna 2023
Inoltre, in occasione del Workshop Migliore Insegna 2023, sono stati presentati i risultati della ricerca “Migliore Insegna”, la grande indagine indipendente realizzata da Ipsos in per Largo Consumo e volta a raccogliere le valutazioni delle esperienze di acquisto degli italiani sia nei negozi fisici che online. Dall‘indagine emerge che la fiducia dei consumatori si è contratta dopo il rimbalzo del 2021. L’aumento dei prezzi è uno dei principali motivi di preoccupazione. Le strategie per farvi fronte sono diverse e sono per lo più orientate alla limitazione degli sprechi più che alla rinuncia totale dei consumi. Oltre un italiano su due dichiara di rinunciare all’acquisto di prodotti superflui, uno su due di limitare gli sprechi di cibo e di comprare soprattutto i prodotti in promozione.
La presentazione del Workshop Migliore Insegna 2023A risentire di questo generale clima, secondo Migliore Insegna, sono anche i giudizi dei clienti sulle esperienze d’acquisto nei diversi ambiti della distribuzione. Infatti, il giudizio complessivo sulla distribuzione italiana, dopo un apprezzamento generale del 2021, ritorna ai valori del 2020. I giudizi più contenuti dei clienti risentono in parte della percezione inflattiva, accompagnata dalla diminuzione di sconti e promozioni, principalmente per alcuni settori. La percezione degli aumenti dei prezzi varia a seconda dei settori: il 76% ha notato (%molto+abbastanza) un aumento dei prezzi nelle insegne di alimentari e grocery, il 68% nelle insegne della cura della casa, e il 64% nei settori abbigliamento e accessori e ristorazione. Oltre a questo, i clienti si sono accorti anche di una diminuzione degli sconti e del numero di prodotti in promozione (30% dichiara che sono diminuiti).
Ma cosa rende maggiormente soddisfatti i consumatori nella loro esperienza d’acquisto? Quest’anno la ricerca Migliore Insegna ha misurato la soddisfazione delle esperienze di acquisto in tre ambiti: aspetti funzionali di acquisto, aspetti strategici, legati all’identità di insegna, e aspetti che misurano la relazione emotiva con l’insegna. Sugli aspetti funzionali si registra una soddisfazione in leggero calo: il giudizio su prezzi, promozioni, qualità prodotti, assortimento, assistenza all’acquisto e aspetto dei negozi, calano rispetto ai due anni precedenti, attestandosi su una valutazione media inferiore al 4,0 (3,81 su una scala da 1 a 5). Gli aspetti legati all’identità di insegna, che hanno registrato anche nelle edizioni precedenti valori più contenuti, segnano invece un miglioramento. Le valutazioni delle insegne su aspetti strategici di identità di insegna, quali Esperienze personalizzate, Attenzione all’ambiente, Responsabilità sociale e Programma fedeltà, mostrano un trend in crescita pur rimanendo su livelli di soddisfazione ancora tiepidi (3,46 su una scala da 1 a 5).Italiaatavola
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