martedì 17 marzo 2015

NIZZA ULTIMO GIOIELLO DEL PIEMONTE

Nizza è vino e territorio l'ultimo gioiello
 di casa Piemonte al Vinitaly 2015

Nel cuore del Monferrato, circondata da dolci colline, sorge la cittadina di Nizza Monferrato

uno dei centri italiani di produzione vinicola più famosi al mondo. In tavola la grande signora è la Barbera, vino rosso di grande personalità, da sempre espressione del forte legame fra il territorio e l'eccellenza enologica locale.Legame che dal primo gennaio 2014 è ulteriormente rafforzato dal coronamento di un progetto iniziato ben undici anni prima e che ha visto il Nizza passare da semplice sottozona della DOCG Barbera d'Asti Superiore a denominazione a sé stante. La vendemmia 2014 sarà la prima a poter vantare il nome "Nizza" in etichetta, degna ricompensa per tutti i produttori che da più di un decennio hanno scelto di aderire a un disciplinare di produzione, inizialmente autoimposto, ancora più rigoroso di quello del Barolo.

L'Associazione Produttori del Nizza nasce nel 2002 allo scopo di tutelare, valorizzare e promuovere un vino che si vuole massima espressione del suo territorio d'origine. Ad oggi, sono 39 i produttori che vi partecipano, convinti che il "Nizza" sia il giusto portabandiera per una zona vitivinicola di estrema importanza a livello mondiale e che, anche grazie alla recente inclusione nella lista dei siti dichiarati patrimonio dell'umanità dall'Unesco, possa rafforzare l'attenzione della critica internazionale per questo angolo di Piemonte.

L'unione fa la forza
“La principale attività del Consorzio è sempre stata quella di permettere ai produttori di 'fare rete', aiutandoli a crescere, sostenendoli nel dialogo con le altre realtà e istituzioni territoriali e spingendoli a migliorare costantemente la qualità del proprio prodotto, non soltanto in cantina, ma partendo dalla vigna, là dove nasce un vero prodotto di eccellenza.” A parlare è il presidente dell'Associazione, Gianluca Morino, che ci racconta la vera essenza del progetto "Nizza".
“L'obiettivo che ci siamo posti era ambizioso: portare il Nizza a un livello qualitativo tale da potersi 'emancipare' dalle altre denominazioni per la Barbera, sottolineare l'inscindibile legame con il suo territorio di origine e proporsi come traino dell'intero modo 'Barbera'. Un po' come il Barolo ha fatto con le Langhe. A tal fine, abbiamo adottato un metodo particolare: una serie di periodiche degustazioni alla cieca tra soci. In questo modo, è stato possibile ottenere un consistente miglioramento generale del prodotto e attenuare le divergenze tra i produttori già affermati sul mercato e le realtà di dimensioni più piccole. Oggi, con una produzione totale di circa 300.000 bottiglie l'anno, possiamo ritenerci molto soddisfatti del livello di omogeneità e riconoscibilità ottenuto dal Nizza.”

La punta di diamante

Sì, perché il Nizza non è una semplice Barbera: “Il disciplinare prevede una resa massima di 70 quintali per ettaro, dieci in meno di quelli concessi per la produzione del Barolo. Queste rese così basse sono essenziali per garantire la massima qualità delle uve, punto di partenza di ogni grande vino. Inoltre, il Nizza si distingue dalle altre declinazioni del Barbera per vari motivi. Innanzitutto la denominazione: Il passaggio dal nome del vitigno al toponimo in etichetta sottolinea e rafforza il legame tra vino e territorio, facilitando l'identificazione da parte del consumatore e semplificando una Docg dal nome lungo e non molto intuitivo. In secondo luogo, la scelta di utilizzare soltanto uve Barbera e di affinare il vino per un minimo di 18 mesi (di cui almeno 6 in botte) a partire dal primo gennaio successivo alla vendemmia; il periodo minimo di affinamento si prolunga a 30 mesi (di cui almeno 12 in botti di legno) per la tipologia "riserva".”

La Barbera non è più un vino da apprezzare esclusivamente quando è giovane: “Oggi si trovano Barbera capaci di affrontare lunghi periodi di affinamento in bottiglia e di regalare emozioni inaspettate anche dopo qualche decennio. Il Nizza vuole sottolineare questo grande potenziale e proporre una Barbera dallo stile e dal carattere totalmente differente da quello delle versioni da supermercato - che, purtroppo, rappresentano spesso l'unico esempio di questo vino conosciuto dal consumatore straniero. Dopo quattro o cinque anni in bottiglia, il Nizza si rivela un vino molto dinamico, sviluppando una complessità e sentori terziari a dir poco sorprendenti.”
Infine, il disciplinare del Nizza è l'unico in Italia a non consentire nessuna forma di arricchimento per innalzare la gradazione. “Sarebbe inutile cercare di ottenere un vero Nizza partendo da uve che non presentano, al momento della raccolta, quelle caratteristiche tecniche essenziali a ottenere un vino della tipologia desiderata. I produttori del Nizza lavorano al meglio già in vigna, riducendo al minimo gli interventi 'correttivi' in cantina,” spiega Gianluca Morino.

Lo specchio di un territorio
Un vino, quindi, specchio di un territorio che ha molto da offrire a turisti e wine lover. Un paesaggio dalla bellezza unica e universalmente riconosciuta, pronto ad affrontare nuove sfide e a raccontarvi un capitolo importante della storia dell'enologia italiana, fatto di un perfetto connubio tra territorio, tradizione e originalità. Una Barbera che affonda le sue radici in un passato non sempre glorioso, ma che ha tutte le carte in regola per entrare a far parte del sempre più complesso panorama enologico internazionale.
Agli amanti del buon vino l'ultima parola, ma con questi presupposti, perché non cogliere l'occasione del Vinitaly ormai alle porte per scoprire in prima persona un vino dalla grande personalità?

Elisa Pesce
vinoecibo.it

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