venerdì 20 marzo 2015

ENOGASTROLOGIA: L’ARIETE A TAVOLA


 

PER L’ARIETE, A TAVOLA
GENUINITA’ E OPULENZA

Con L’equinozio di primavera, cioè il giorno in cui il percorso ellittico del sole
incontra l’equatore celeste passando dall’emisfero australe a quello boreale, si apre un nuovo ciclo annuale.
Segna la fine dell’inverno e l’arrivo della primavera, e la natura rinasce con impeto irrefrenabile, un risveglio che non sempre tiene conto delle condizioni atmosferiche. E’ la forza vitale, il desiderio irresistibile di creare e rinnovare a spingere la natura a far sbocciare i primi germogli, a far crescere i fili d’erba dall’asfalto delle strade, a far nascere alberi in luoghi impensabili e ostili. La sfida della vita alle avversità e l’ottimismo della forza vitale che comunque la natura, nelle sue espressioni più varie, vince sempre. 
Per gli antichi l’uomo era strettamente legato all’universo e alle sue leggi cosmiche, convinti che ogni cosa su questa terra avesse la sua corrispondente nella volta celeste. Per questo, ai nati in questo periodo, attribuirono le caratteristiche di un focoso, impetuoso e battagliero Marte, pianeta signore del segno dell’Ariete, sorretto dall’ottimismo del Sole e dalla capacità di rinascita di Plutone (secondo Signore del segno).
 Della primavera il segno possieda freschezza, la semplicità di una mente molto motivata, la volontà di perseguire i propri ideali (pochi ma chiari). La tradizione li vuole appassionati, impulsivi, dinamici, ribelli alle convenzioni, testardi, ansiosi e spericolati.  Hanno il difetto di essere talvolta un po’ presuntuosi e prepotenti e di imporre le proprie idee ai “partner”. In effetti, i nativi dell’ariete non riescono a stare fermi e il tempo libero è un incubo da riempire con mille attività: sport, escursioni, associazioni, interessi artistici e letterali.
Di costituzione fisica robusta e atletica, devono tenere d’occhio il tono muscolare che si mantenga elastico e scattante. L’appesantimento potrebbe risultare deleterio alla loro immagine, ma la loro dinamicità (a volte eccessiva) li aiuterà a restare giovanili e belli. Certo è che tutto questo comporta un notevole dispendio energetico a che quindi l’alimentazione deve tenere conto del forte consumo di aminoacidi, di glucidi, per l’energia sempre disponibile ma soprattutto deve considerare i forti sapori di questo segno. I nati in questo periodo sono soggetti iperattivi, con accentuata attività ipertiroidea, che permette di bruciare alacremente le calorie ingerite durante i pasti, consumati anche troppo velocemente a scapito della masticazione, di qui le cefalee che li affliggono dovute a un sovraccarico dello stomaco.
Di forte e gagliardo appetito, gli Arieti si orientano preferibilmente verso la carne, ricca di proteine e aminoacidi, e i primi piatti a base di carboidrati per fornirli di energie spendibili.
Mangia in maniera disordinata, seguendo più gli impulsi della fame che quelli dell’orario, inoltre è dotato di un ottimo appetito.  Mangiare è per lui soddisfare un bisogno elementare, e non gli interessano molto gli addobbi o le raffinatezze a tavola. La preferisce semplice ma ravvivata dai colori accessi di accessori e piatti di portata, un’atmosfera informale ma simpatica e spigliata. Amante della carne alla piastra, spiedini e grigliate miste, accompagnate da vini schietti, decisi come un bel Sangiovese Riserva (consigliamo quello di Umberto Cesari di Castel San Pietro, Bologna) dovrebbe stare però attento agli acidi urici, con conseguenti doloretti a giunture ed estremità. Sarebbe dunque consigliabile arricchire la gamma degli alimenti introducendo zuppe, minestre di verdure, paste al forno ripiene forse di verdure, pesce al forno o cotto in modo che comunque i forti gusti dell’Ariete siano rispettati. Orientato verso la quantità, potrebbe, per esempio, introdurre due verdure con il secondo: una fresca e una lessata, per aiutare lo stomaco nella digestione.
Ma soprattutto dovrebbe limitare cibi troppo elaborati e speziati, il peperoncino e le bevande altamente alcoliche e lasciarsi tentare a volte dalla frutta, magari esotica, dalle forme e dal sapore inconsueti e, se proprio desidera un superalcolico, preferire una grappa genuina a un qualsiasi altro digestivo elaborato.
Daniela Mosena

ED ECCO UNA PROPOSTA
PER L’OSPITE ARIETINO

Capriolo in umido con polenta.
Ingredienti: 800 grammi di capriolo che avrete preventivamente macerato in un vino rosso (giovane ma di corpo) tanto da coprire tutta la carne, per 24 ore; dei chiodi di garofano, bacche di ginepro pestate, un cucchiaio di timo e maggiorana, alcune foglie di salvia, una cipolla media, un gambo di sedano,  5 cucchiai di olio d’oliva extravergine, una noce di burro, un cucchiaio di cannella in polvere, 50 grammi di pomodoro concentrato e un bicchiere di brodo, sale e pepe.
Preparazione: alla carne di capriolo marinata togliete l’eccesso di liquido; soffriggete in un tegame (preferibilmente di coccio) la cipolla e l’intero gambo di sedano, finemente tritati nell’olio; insaporite con la salvia, il timo, i chiodini garofano, le bacche di ginepro, la maggiorana, la cannella. Lasciate evaporare; poi aggiungete la conserva di pomodoro, allungata nel brodo, e continuate a cuocere per un’ora, a fuoco molto basso. Il capriolo sarà pronto quando la carne sarà tenera e il sughino giustamente addensato.  Servite l’umido
accompagnandolo con la polenta e con un buon vino rosso d’annata come un buon amarone della Valpolicella (consigliamo un Villa Girardi di San Pietro in Cariano)

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