In
160 battute 1000 sms in rime libere
Ecco la recensione di Panorama (Edit)
Ottimo sucesso quello dell'ultimo libro di Sostene Schena
"in 160 battute 1000 sms in rime libere" che, come "libro da comodino", molti hanno considerato utile per chi strapazza la lingua italiana, per nulla impegnativo e scritto soprattutto per i giovani: una traccia per i loro sms all'amata; ecco qui di seguito una delle recensioni, quella di Panorama Edit di Luca Dessardo.
"in 160 battute 1000 sms in rime libere" che, come "libro da comodino", molti hanno considerato utile per chi strapazza la lingua italiana, per nulla impegnativo e scritto soprattutto per i giovani: una traccia per i loro sms all'amata; ecco qui di seguito una delle recensioni, quella di Panorama Edit di Luca Dessardo.
L'esatto contrario delle pazienti lettere di una volta, dalla sintassi e
calligrafia curatissime, troviamo al giorno d’oggi gli SMS, il veicolo più
usato per la comunicazione dei propri sentimenti amorosi. Ogni SMS corrisponde
a 160 battute: pare che l’amore ai tempi del cellulare debba necessariamente
venire sintetizzato fino a farlo stare in uno schermo. Un esercizio di brevità
insomma, che spinge gli innamorati ad abbandonare la prolissità della prosa e
concentrarsi su una forma in un certo senso più vicina alla poesia.
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A tentare di dimostrare questa potenzialità poetica
degli SMS è il giornalista e improvvisato poeta Sostene Schena, che nella sua
raccolta di poesie “in 160 battute: 1000 SMS...in rime libere” ci
presenta appunto 1000 poesiole nella forma di lapidari SMS.
Con questi componimenti da baci Perugina, il cui intento è quello di
rallegrare il lettore come appunto rallegra “trovare dentro quella cartina/ una
bella frase sulla felicità”, lo scrittore vuole riscoprire la poesia d’amore,
uscendo dalle restrizioni metriche di una forma poetica classica e
proponendosi come unico limite quello dei 160 caratteri.
La metrica, per citare l’autore, “mi fa molto
ragionare! ma non mi lascia amare”. Rimane tuttavia la rima, questa
particolarità comunemente associata alla poesia. In una sorta di
auto-riflessione, l’autore si chiede se le rime siano in effetti “frasi
abusate”, o se sia la mentalità delle persone a essere “retriva”. La
fascinazione puerile dell’io poetico per la rima facile ribadita in tutti e 1000
gli SMS rende abbastanza ovvia la risposta.
Le rime sono prevalentemente baciate: oltre alla
palese allusione al bacio, va notato come questo particolare schema sia molto
orecchiabile e immediato. Alquanto semplici, in alcuni casi addirittura
banali, l’immediatezza delle rime di questa raccolta si addice però allo
spensierato poetare di un teenager, la voce poetica dietro alle composizioni,
che ammette apertamente: “Io non mi sento un poeta! ma solo un bravo ragazzo”.
Coerentemente con le esuberanze tipiche dell’adolescenza,
la punteggiatura è a dir poco erratica, mentre il tono degli SMS subisce
sbalzi repentini di umore: il poeta viaggia tra stati di sicurezza e
insicurezza, ansia e tranquillità, gelosia e fiducia. Particolari le
descrizioni dei dolori del giovane poeta, il quale soffre a causa degli SMS
inviatigli (o non inviatigli) dall’amata, ed è ossessionato con le di lei
telefonate.
Non mancano neppure i riferimenti all’amore fisico.
Di adolescenziale c’è infatti anche una libidine particolarmente ostentata,
tipica dello “sexting” tanto di moda tra i giovani di
oggi: “(...) tu mi fai venir la scossa/ Io riparto alla riscossa/ per cercare
quella fossa/ dove il cuor restare possa”. Meno male che non è una raccolta di
MMS!
Ad ogni modo gli alti e i bassi dell’amore non sono
il solo tema trattato. In particolare l’autore si sofferma su vino, cioccolato
e gastronomia (si scopre in ciò l’interesse per l’enogastronomia nutrito da
Schena), mentre l’intento di fondo di questi SMS aforistici è quello di
condensare in 160 caratteri la vita di ogni giorno. A proposito, vorrei citare
l’SMS 489, una vera e propria dichiarazione poetica dell’autore che riassume
perfettamente questa raccolta: “So che le tue giornate/ son dure e affollate/
che le cose più dure/ son lettere e fatture/ Provo così ad alleggerire/ cose
difficili da digerire/ con parole... rimate”.
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