mercoledì 25 novembre 2015

Il meglio delle grappe trentine a Milano

Il meglio delle grappe trentine 

a Milano alta qualità 

in attesa di certificazione

L'Istituto di tutela Grappa del Trentino è stato rappresentato da tre
distillatori che hanno portato al Priceless di Milano il meglio delle loro produzioni, in abbinamento a un menu studiato ad hoc

Tre distillatori dal Trentino hanno raccontato l'unica grappa italiana certificata da un marchio di tutela, il tridente. Il tutto è avvenuto a Milano con cornice ilPriceless di piazza della Scala grazie alla serata promossa dall'Istituto di tutela Grappa del Trentino con la collaborazione del Consorzio Trentodoc, che ha dato i vini da abbinare al menu a base di grappa trentina pensato dallo chef campano Giuseppe Iannotti (1 stella Michelin). 



Una realtà importante quella della grappa in Trentino, che dal 1969 è coordinata dall’Istituto di tutela che conta oggi 30 soci, dei quali 20 distillatori che rappresentano la quasi totalità della produzione trentina. L’Istituto ha il compito di valorizzare la produzione tipica della grappa ottenuta esclusivamente da vinacce prodotte in Trentino e di qualificarla con un apposito marchio d’origine e con la dicitura “Trentino Grappa”. E un salto di qualità, capace di spingere più in alto tutto il settore nazionale, potrebbe giungere a breve con nuovi livelli di certificazione. 



La produzione annua di grappa del Trentino rappresenta circa il 10% di quella nazionale, vale a dire circa 4 milioni di bottiglie equivalenti (da 70 centilitri). La produzione media annua di grappa in Trentino è di circa 10mila ettanidri di grappa distillando, sempre in media annua,16 mila tonnellate di vinaccia. Tre le tipologie principali di grappa prodotta: quella da uve aromatiche (40% del totale), quella destinata all’invecchiamento (circa il 35%) e quella da vinacce miste (circa il 25% della produzione). Il fatturato medio annuo che la grappa genera in Trentino è calcolato intorno ai 15 milioni di euro per l’imbottigliato e 2 milioni di euro per quanto riguarda la materia prima. 

Beppe Bertagnolli«Per i produttori di grappa - sostiene Beppe Bertagnolli (nella foto) dell’omonima distilleria - quest’ultima è stata un'annata eccezionale. Da precisare che in Trentino dobbiamo distillare entro il 31 dicembre, altrimenti non potremmo chiamarla “grappa trentina”. Questo dimostra la freschezza delle vinacce, dal momento in cui andiamo a raccoglierle fino alla distillazione. Chiaramente il nostro lavoro è legato al 10% della produzione nazionale».

Una produzione importante che dimostra quanto sia solido e valido il lavoro dell’Istituto tutela Grappa del Trentino. Un gruppo di produttori che si è consolidato negli anni, sia a livello qualitativo sia per quanto riguarda la coesione e l’eccellente lavoro di squadra.

«L'Istituto tutela della Grappa del Trentino - continua Bertagnolli - è nato negli anni Sessanta; abbiamo anticipato il senso di unione nazionale, e siamo riusciti anche grazie alla collaborazione dell'Istituto agrario San Michele già negli anni Sessanta ad analizzare le nostre grappe in continuazione, chimicamente e organoletticamente. Abbiamo cercato di migliorare il prodotto finale e continuiamo a farlo, per quanto riguarda la freschezza delle vinacce, per le sostanze di fermentazione, per la semplicità della distillazione, ovvero a bagnomaria».

«Stiamo puntando all’ottenimento di una certificazione a livello nazionale - conclude Beppe Bertagnolli - il Ministero di competenza vorrebbe certificare tutte le grappe italiane, e posso dire che noi ci siamo mossi da molto tempo per raggiungere in tempi rapidi questa certificazione».
italiaatavola

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