giovedì 4 agosto 2022

Nuova ondata di caldo, a rischio 332mila aziende agricole

Nuova ondata di caldo, 

a rischio 332mila 

aziende agricole


La nuova ondata di caldo rovente interessa territori già duramente provati dalla siccità compromettendo i raccolti di quasi la metà (46%) degli agricoltori italiani per un totale di 332mila imprese. 

È l’allarme lanciato dalla Coldiretti per l’arrivo della nuova ondata di calore con temperature fino a 40 gradi che interessa l’intera Penisola a partire dalla Pianura Padana dove per la mancanza di acqua è minacciato oltre il 30% della produzione agricola nazionale e la metà dell’allevamento che danno origine alla food valley italiana. Il livello del fiume Po ai minimi da decenni è rappresentativo della situazione di carenza idrica che riguarda anche i grandi laghi del Nord con il Maggiore che ha appena il 10% di riempimento dell’invaso e quello di Garda è pieno poco meno di 1/3 (30%).

Le campagne italiane sono allo stremo con cali produttivi del 45% per il mais e i foraggi che servono all’alimentazione degli animali, del 20% per il latte nelle stalle, del 30% per il frumento duro per la pasta di oltre 1/5 delle produzione di frumento tenero, del 30% del riso, meno 15% frutta ustionata da temperature di 40 gradi, meno 20% cozze e vongole uccise dalla mancanza di ricambio idrico nel Delta del Po, dove si allargano le zone di “acqua morta”, assalti di insetti e cavallette con decine di migliaia di ettari devastati. Preoccupa anche la vendemmia appena iniziata in Italia con una prospettiva di un calo del 10% delle uve mentre è allarme negli uliveti con il caldo che rischia di far crollare le rese produttive.

Nuova ondata di caldo, a rischio 332mila aziende agricole


Siamo di fronte a un impatto devastante sulle produzioni nazionali con danni che superano i 6 miliardi di euro, pari al 10% della produzione nazionale. Con l’Italia che è dipendente dall’estero in molte materie prime – sottolinea la Coldiretti – e produce appena il 36% del grano tenero che serve per pane, biscotti, dolci, il 53% del mais per l’alimentazione delle stalle, il 56% del grano duro per la pasta e il 73% dell’orzo, si sta verificando un aumento delle importazioni dall’estero con un ulteriore aggravio di costi soprattutto per gli allevamenti, che dipendono dai cerali e dai foraggi per l’alimentazione degli animali.


«Occorre intervenire nell’immediato con misure di emergenza per salvare i raccolti e il futuro di aziende e stalle in grave difficoltà” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “la devastante siccità che stiamo affrontando ha evidenziato ancora una volta che l’Italia ha bisogno di nuovi invasi per raccogliere l’acqua a servizio dei cittadini e delle attività economiche, come quella agricola che, in presenza di acqua, potrebbe moltiplicare la capacità produttiva in un momento in cui a causa degli effetti della guerra in Ucraina abbiamo bisogno di tutto il nostro potenziale per garantire cibo ai cittadini e ridurre la dipendenza dall’estero».

«Con l’Anbi, l’Associazione nazionale delle bonifiche, abbiamo elaborato – conclude Prandini – un progetto immediatamente cantierabile per la realizzazione di una rete di bacini di accumulo (veri e propri laghetti) per arrivare a raccogliere il 50% dell’acqua dalla pioggia. I laghetti sarebbero realizzati senza cemento, con pietra locale e con le stesse terre di scavo con cui sono stati preparati, per raccogliere l’acqua piovana e utilizzarla in caso di necessità». 

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