martedì 28 settembre 2021

Luce e gas alle stelle: dal Governo 3 miliardi di aiuti a famiglie e piccole imprese

 

Luce e gas alle stelle: dal Governo 3 miliardi di aiuti a famiglie 

e piccole imprese

Le bollette energetiche rischiano di aumentare del 40% dall'1 ottobre. Dopo settimane di trepidazione, una buona notizia giunta direttamente dal presidente del Consiglio, Mario Draghi:Previsto infatti un fondo da 3 miliardi di euro che servirà per sostenere le spese anche di bar e ristoranti intervenendo, tra le altre cose, sul taglio dell'Iva


Da inizio ottobre le bollette di luce e gas potrebbero presentare conti salatissimi. Dal 1° ottobre infatti i rincari potrebbero salire al 45% in più per il gas e al 35% per la luce. Per bar e ristoranti è allarme rosso perché proprio mentre si sta lavorando per un autunno-inverno di quasi normalità, e quindi senza chiusure grazie alle norme sul green pass, ecco che la stangata potrebbe arrivare proprio dai consumi energetici. Il timore però si è ridimensionato nella giornata di giovedì quando il premier, Mario Draghi ha annunciato il taglio di alcuni oneri di sistema e l’ampliamento della platea della famiglie beneficiarie di bonus. 

Cosa prevede il decreto

Il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto che vale oltre 3 miliardi e che prevede il taglio (momentaneo) di alcuni oneri di sistema e l’ampliamento della platea della famiglie beneficiarie di bonus.

Le misure sono così divise: due miliardi sono destinati a tagliare gli oneri generali di sistema, 450 milioni sono le risorse per il bonus alle famiglie più deboli. L’Iva sulle forniture di gas per "usi civili e industriali" sarà abbassata dal 10 al 5% come si auspicavano le associazioni di categoria, Fipe su tutte. Il mancato introito degli oneri di sistema è parzialmente compensato con l’utilizzo di una quota parte, pari a 700 milioni, provenienti dalle aste delle quote di emissione di CO2. L’intervento fa seguito a quello da 1,2 miliardi avvenuto a fine giugno per limitare anche in quell’occasione un aumento doppio delle bollette per il terzo trimestre, ma allora il governo era sceso in campo negli ultimi giorni possibili, mentre stavolta ha agito con una settimana di anticipo rispetto alla deadline del 30 settembre, giorno in cui l’Autorità Arera deve stabilire le nuove tariffe che entrano vigore il primo ottobre e sono valide fino al 31 dicembre.

Le parole di Draghi

«In assenza di un intervento del governo - ha affermato il presidente del Consiglio, Mario Draghi durante i lavori dell’assemblea nazionale di Confindustria - nel prossimo trimestre il prezzo dell’elettricità potrebbe salire del 40% e quello del gas del 30%», confermando quanto aveva detto già dieci giorni fa il ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani dando per la prima volta la misura di quanto avrebbe potuto significare per le tasche degli italiani l’aumento del prezzo dei beni energetici e in particolare del gas. «Per questo - ha aggiunto Dragji -abbiamo deciso di eliminare per l’ultimo trimestre dell’anno gli oneri di sistema del gas per tutti, e quelli dell’elettricità per le famiglie e le piccole imprese». Il governo è impegnato «a disegnare strategie di lungo periodo per ridurre le nostre vulnerabilità».

Rincari da oltre 240 euro al mese

La preoccupazione era già scattata ad agosto quando il rincaro delle bollette era aumentato tra il 22 e il 24% rispetto all’agosto 2020. Ma, come detto, la curva è destinata a impennarsi ancora di più. Facendo due calcoli - per chiarire meglio la situazione di emergenza - significa che un locale che consuma 100mila kwatt l’anno potrebbe trovarsi a dover spendere 36mila euro ogni dodici mesi, rispetto ai 28mila che paga fino ad ora. Vuol dire un appesantimento di circa 800 euro al mese per ogni mese. Questa cifra di riferimento l’abbiamo utilizzata a titolo esemplificativo, è sopra la media nazionale, ma i rincari si noteranno comunque.

Mediamente si stima infatti che i consumi in bar e ristoranti si attestano attorno ai 30mila kwatt annui; ne consegue che la spesa sarebbe di circa 12mila euro e l’aumento mensile di oltre 240 euro. Cifre significative, soprattutto in un periodo di ripartenza, dove ogni minimo incasso e ogni minima spesa hanno un peso specifico superiore perché c’è da mettere una serie di pezze a buchi di bilancio che si sono generati tra il 2020 e il 2021.

 

Via l'Iva per aiutare le imprese?

Le associazioni di categoria - con la Federazione italiana pubblici esercizi in testa (Fipe) - si erano messe al lavoro per chiedere al Governo di intervenire con un sostegno alle aziende che gli consenta di limitare i danni e sono state accontentate. Le ipotesi erano: da una parte l’erogazione di incentivi o sostegni prettamente economici i quali però, l’abbiamo visto con il Covid, raramente sono in linea con le reali perdite denunciate; dall’altra parte l’ipotesi di sterilizzare l’Iva, ovvero “abbonarla”, aspetto che ridurrebbe notevolmente la somma che l’azienda dovrebbe erogare. 

Nessun commento:

Posta un commento