giovedì 23 settembre 2021

Recuperano i consumi ma l’autunno è pieno di incognite

 

Recuperano i consumi 

ma l’autunno 

è pieno di incognite


Prosegue anche nei mesi di luglio e agosto il recupero dei consumi. L’autunno, tuttavia, appare denso di incognite, riguardanti non solo l’emergenza sanitaria, in cui l’ampliamento della platea dei vaccinati si confronterà con una stagione più favorevole alla trasmissibilità dei virus respiratori, ma anche l’evoluzione di alcune importanti variabili economiche.


Seppure nelle stime di Confcommercio il terzo trimestre si chiuderebbe con una variazione del 2,2% congiunturale, rendendo più probabile lo scavalcamento dell’asticella al 6% per la crescita del PIL nel 2021, le preoccupazioni riguardano la possibilità che nel 2022 un tasso d’inflazione attorno al 3% limiti la crescita dell’attività a partire da un rallentamento dei consumi.


Ad agosto l’ICC, pur mostrando ancora una variazione positiva nel confronto annuo (+1,2%), segnala un rallentamento nella domanda di beni. Questo fenomeno era in larga parte atteso, in considerazione di un ritorno a stili di vita che privilegiano la spesa nei servizi, soprattutto quelli legati al tempo libero, ma suggerisce comunque l’idea che si sia in prossimità di una specie di soglia. Allo stesso tempo, è possibile che la fiducia di imprese e famiglie abbia smesso di migliorare.


Contribuisce al clima d’incertezza la ripresa dell’inflazione. Stando alle nostre stime a settembre la variazione dei prezzi al consumo dovrebbe attestarsi al 2,7%, in netto aumento rispetto al 2,0% di agosto. Il fenomeno comincia a creare qualche apprensione proprio perché non sembra destinato a rientrare nell’immediato futuro, contrariamente alla diffusa suggestione che le cause dell’aumento dei prezzi siano transitorie. Per ottobre è atteso, a meno di sostanziali interventi da parte del Governo, un deciso rialzo della bolletta energetica. Gli effetti di questa recrudescenza dell’inflazione non potranno non riverberarsi sui comportamenti delle famiglie, tenendo anche presente che gran parte dei rincari si concentrano su segmenti di consumo ai quali è quasi impossibile rinunciare. D’altra parte, non si può neppure escludere che l’eventuale perdurare di queste tensioni sui prezzi non modifichi le aspettative d’inflazione, riducendosi, di conseguenza, la distanza tra inflazione osservata e inflazione core, con effetti sulla politica monetaria. ITALIAATAVOLA

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