venerdì 23 giugno 2017

Val Sarentino: Pochi la conoscono

Val Sarentino

Pochi la conoscono

 Una cremosa scoperta nel cuore delle Alpi del Trentino alto Adige

Pochi, conoscono la Val Sarentino. Anche chi scrive fino ad pochi giorni fa non l’aveva mai visitata. Devo dire che è stata una piacevole scoperta. Pur essendo a due passi da Bolzano (circa 20 minuti di auto) è un luogo dove il turismo di massa non è ancora arrivato. Circondata dalla catena montuosa delle Alpi Sarentine, presenta scenari mozzafiato fatti di fitti boschi di conifere, prati infiniti dove pascolano le mucche, paesi come Ponticino, Villa, Campolasta, Valdurna e Sonvigo dove il tempo sembra essersi fermato, laghi azzurri, castelli e masi storici. E’ la meta ideale per gli amanti delle escursioni: dalla chiesetta di San Valentino ai leggendari Omini di Pietra sulla cupola rocciosa della Hope Reisch. Terra legata alle tradizioni degli antichi mestieri (il tessitore a mano di lana, il tornitore, il ricamatore di cuoio con penne di pavone, il marchio Trehs per le essenze al pino mugo) raccontate nel museo del maso Rohrerhof, citato la prima volta nel 1288. E’ considerato uno dei masi più grandi della valle. Oggi è un museo dove si può vedere la stube in stile gotico che risale al XVI secolo, su una trave è riportata la data 1703 che ricorda l’ampliamento della casa sul lato della montagna, il piano superiore ed il tetto.

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Il maso gestito dall’associazione Rohrerhaus , è anche meta per quanti vogliono gustare la vera cucina del luogo. Dalla selezione dei delicati quanto ricchi di sapori di formaggi agli ottimi affettati, in primis lo speck. Gli altri piatti tipici sono gli schlutzkrapfen fatti in casa ( mezzelune ricotta e spinaci tipici altoatesini) o gli striezel, una sorta di gnocco fritto ripieno con speck. Non mancano le zuppe, tutte molto saporite e gustose e il tradizionale strudel di mele. La cucina del territorio si può gustare anche nei numerosi ristoranti, tra cui quelli dell’hotel Olympia e dell’hotel Hollriegl, che sono anche ottime strutture alberghiere. Qui alla mattina, la colazione inizia sempre con lo yogurt Mila.


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Prima di tutto il nome Mila: nasce dall’unione da Mi (milch, latte, in tedesco) e la ( latte in italiano). Mila è una cooperativa di 2.600 soci contadini che hanno i masi in tutto l’Alto Adige, sopra ai 1000 metri di altitudine. La differenza con gli altri caseifici è che Mila lavora solo il latte delle mucche che si nutrono sui prati dell’Alto Adige. Quindi latte certificato al 100 per cento. Inoltre, l’unicità di Mila risiede nei valori della tradizione, nella storia, nella cultura dell’Alto Adige e nell’impegno quotidiano degli allevatori che hanno un unico obiettivo: preservare la qualità del latte di alta montagna, che viene raccolto 365 giorni all’anno per poi essere trasformato entro 24 ore in tanti prodotti freschi di grande qualità. Da ultimo, ma non secondario, c’è il fatto che i masi dei soci hanno mediamente 12 mucche in stalla. Ogni giorno, di tutto il latte che arriva negli stabilimenti il 26,7 per cento viene utilizzato in materia prima e confezionato in latte fresco (8.9 per cento) latte a lunga conservazione (11,7 per cento) e latte senza lattosio (6.1 per cento). Ultima novità è il latte al fieno. Il restante 73,3 per cento viene lavorato e trasformato in yogurt, burro, panna e formaggi. La Mila lavora con le tecnologie di produzione moderne e certificate ai più alti livelli.


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In occasione dello Jogustival, svoltosi in Val Sarentino, per festeggiare i 40 della Mila, è stata presentata la novità dell’estate 2017: la freschezza dello yogurt accompagnata dal sapore unico della mela Pink Lady. Un prodotto unico che mira a soddisfare il gusto di grandi e bambini. Il connubio perfetto tra dolce e acidulo ne fanno una golosità irresistibile.

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