La new generation della maison Ferrari: Marcello, Camilla, Matteo e Alessandro Lunelli |
Ferrari spumanti,
la storia siamo noi
Nato nel 1879 a Calceranica, sulle sponde del lago di Cadonazzo, da una famiglia della borghesia agricola trentina, dopo le scuole primarie egli frequenta l’Istituto Agrario di San Michele all’Adige. Ultimato il biennio di studi agronomici, nel 1897 con l’entusiasmo di un diciottenne parte per la Francia dove si specializza in viticoltura alla prestigiosa Ecole Supérieure Agronomique di Montpellier. N
E’ qui che intuisce le analogie pedoclimatiche delle colline di Reims con le montagne del Trentino. In seguito ritorna a Montpellier dove è assunto dal vivaista Richter e dove perfeziona la conoscenza della moltiplicazione delle talee e dell’innesto della vite.
Le esperienze del "sior" Giulio
in Francia, Tunisia e Germania
Grazie alla ditta Richter ha anche l’opportunità di sperimentare le nuove tecniche di coltura della vite in Tunisia, all’epoca colonia francese. Dopo oltre cinque anni trascorsi in Francia, in Germania e in Tunisia, Giulio Ferrari torna in Trentino, la sua terra natale, per trasferirvi le esperienze accumulate. Intuisce la straordinaria vocazione spumantistica del Trentino e comincia a diffondere, per primo in Italia, le barbatelle di Chardonnay. Dalle barbatelle alla spumantizzazione il passo è breve e così comincia a produrre poche selezionatissime bottiglie con il metodo “champenois”. Bottiglie che da subito entrano nel cuore dei cultori più esigenti che mai, in Italia, avevano assaggiato spumanti così eleganti, fini e sorprendenti.
Non avendo figli, Giulio Ferrari cerca un successore cui affidare il suo sogno. E fra i tanti pretendenti sceglie Bruno Lunelli, titolare di una famosa enoteca in largo Carducci a Trento. “Ho firmato una montagna di cambiali” (vox populi parla di 25 milioni di lire) confesserà Bruno Lunelli agli amici che all’epoca frequentavano l’enoteca per gustarsi un Marsalino o un vino dolce dei Castelli Romani.
Da 10 mila bottiglie degli anni
Cinquanta ai 7 milioni attuali
Grazie alla passione e al talento imprenditoriale, Bruno Lunelli riesce in pochissimo tempo – siamo nella prima metà degli anni Cinquanta – a incrementare la produzione, senza mai scendere a compromessi con la qualità, seguendo quella stessa linea tracciata dal fondatore.
La tradizione continua e Bruno Lunelli trasmette la passione ai suoi figli: sotto la guida di Franco, Gino e Mauro, la maison Ferrari diventa leader in Italia e sinonimo del brindisi italiano per eccellenza.In questi anni vedono la luce alcune delle etichette destinate a entrare nella storia: il Ferrari Brut, il Ferrari Maximum Brut Blanc de Blancs, il Ferrari Rosé, il Ferrari Perlé millesimato, le Riserve Lunelli e il mitico Giulio Ferrari Riserva del Fondatore. Oggi, a distanza di 120 anni, Ferrari è sinonimo di bollicine in Italia e nel mondo. Le 10.800 bottiglie custodite nella storica cantina del “sior” Giulio in via Belenzani al momento del passaggio di proprietà (1952), nel corso degli anni sono diventate 100 mila, poi un milione, poi due, poi quattro per raggiungere e sfiorare oggi quota 7 milioni.
Spumanti unici, vere e proprie icone che esaltano lo stile di una cantina senza eguali e un territorio – il Trentino – che ha dimostrato di poter competere ad armi pari con le migliori bollicine del mondo, Champagne compreso.
Una “maison” che si è mantenuta fedele al sogno del fondatore
Ieri la famiglia Lunelli, Franco, Gino, Mauro con la new generation (Matteo, Marcello, Alessandro, Camilla) ha festeggiato in pompa magna nello spendido scenario della cinqucentesca Villa Margon, prestigiosa sede di rappresentanza della Cantina, i 120 anni della storica maison trentina fondata nel 1902 dal mitico "sior" Giulio dei cui valori la famiglia Lunelli è garante da tre generazioni. Lo ha ribadito il presidente e amministratore delegato delle Cantine Ferrari Matteo Lunelli nel prendere la parola di fronte agli ospiti (imprenditori, buyer, winemaker, politici, amministratori locali, giornalisti) accorsi ieri in occasione dei brindisi che hanno accompagnato le sfiziose proposte gastronomiche preparate dalla brigata di cucina del tristellato ristorante bergamasco "Da Vittorio" e dallo staff di Locanda Margon. Proposte sfiziosissime all'insegna del territorio (dagli amuse bouche alle nuvole di polenta soffiata, dai salumi ai formaggi trentini) dal team dello stellato Edoardo Fumgalli. Piatti di pesce (crudo e cotto) e straordinaria carrellata di dessert, con spettacolare e coreografica torta "nuziale", dal team di Francesco Cerea, responsabile della ristorazione esterna e delle pubbliche relazioni del gruppo "Da Vittorio".
Trentodoc, 64 aziende associate
per 12 milioni di bottiglie
"Siamo orgogliosi di portare avanti il sogno di Giulio Ferrari e la visione imprenditoriale di nonno Bruno - ha detto commosso Matteo Lunelli - convinti di poter generare benessere per chi vi lavora e per la comunità che ci ospita, dimostrando responsabilità sociale e una forte attenzione all’ambiente. Possiamo guardare al futuro con ottimismo nonostante il periodo difficile che stiamo vivendo: guerra, crisi economica, inflazione. Il Trentodoc ci darà ancora con le sue bollicine di montagna grandi soddisfazioni. L'importante è l'unità di intenti. Oggi all'Istituto Trentodoc aderiscono 64 aziende e le bottiglie vendute sono oltre 12 milioni. Quando in azienda nel 1958 entrò lo zio Gino in Ferrari lavoravano tre dipendenti, oggi siamo più di 300. E in dieci anni abbiamo raddoppiato il fatturato".
Giuseppe Casagrande
Un francobollo commemorativo delle Poste Italiane
In occasione del 120° anniversario della casa spumantistica trentina le Poste Italiane in collaborazione con il Ministero dello Sviluppo Economico hanno realizzato un francobollo con annullo speciale dedicato alla serie tematica “le eccellenze del sistema produttivo ed economico”.
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