lunedì 2 giugno 2014

69° CONGRESSO NAZIONALE ASSOENOLOGI

Fino al 4  giugno un Congresso
per vincere le sfide di donami

In un contesto dall’alto valore umano e professionale, tre giornate di confronto, aperto tra personalità di spicco
della filiera vitivinicola. Per mostrare che il vino italiano, per essere business, non deve trascurare l’impegno, il know- how, la  fantasia, la cultura…
Giuseppe Martelli direttore Assoenologi
Nell’anno del record dell’export vitivinicolo (oltre 5 miliardi di euro a fine 2013), Assoenologi ha dato appuntamento in Romagna, uno dei territori chiave per la produzione italiana. Il 69° Congresso nazionale dell’Associazione enologi enotecnici italiani (Assoenologi) - l’organizzazione nazionale di categoria che rappresenta i tecnici del settore vitivinicolo guidata dal presidente Riccardo Cotarella e dal direttore Generale Giuseppe Martelli - si svolge infatti dal 1 al 4 giugno a San Patrignano, in provincia di Rimini. Un appuntamento caratterizzato da una nuova formula, ma dallo stesso im-pegno nel fornire contenuti di spessore. Quest’anno il tema guida è infatti quanto mai aperto: “Raccontare il vino: storia, territori e cultura” e viene af-frontato tramite due animati talk show moderati dal giornalista Bruno Vespa, ma anche attraverso il confronto tra il nostro Paese e realtà di riferi-mento come la Francia, la Spagna e la Germania.
Nell’apertura ufficiale del giorno 1 giugno è previsto l’intervento video di Maurizio Martina, ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali e di Paolo De Castro, presidente della Commissione Agricoltura dell’Unione Europea. Il clou è però nella mattinata del 2 giugno con due sessioni di la-vori dedicate ai temi:
- “Il vino nei numeri tra produzione e consumo” (con i contributi di Carlo Dalmonte, presidente Caviro, Ruenza Santandrea, presidente Cevico, Giovanni Mantovani, direttore generale VeronaFiere, Serge Dubois, presidente Union internationale des œnologues, Giuseppe Martelli, direttore generale Assoenologi, Lamberto Vallarino Gancia, presidente Federvini, Domenico Zonin, presidente Unione italiana vini);
- “Una strategia per vincere le sfide di domani” (con personaggi come Marilisa Allegrini, alla guida dell’omonima griffe dell’Amarone, Ettore Nicoletto, amministratore delegato di Santa Margherita, Letizia Morat-ti, produttrice, con Gianmarco Moratti, del Castello di Cigognola, Lucio Tasca d’Almerita, alla guida dell’omonima cantina siciliana, Mario Moletti Polegato, presidente Geox e produttore con la cantina di famiglia Villa Sandi, ma anche Massimo D’Alema, produttore in terra d’Umbria con La Madeleine, e Oscar Farinetti, patron di Eataly e “vigneron” con Fontanafredda”).
La scelta delle discussioni aperte, invece delle relazioni preconfezionate, punta a trovare una soluzione per il dissonante dualismo tra un mercato interno stagnante e un contesto internazionale scoppiettante e magari proporre una strategia di crescita che vada al di là della consueta anarchia italiana. Perché anche nell’anno del boom dell’export il vino italiano ha comunque registrato alcuni segnali di debolezza: Può bastare infatti una decisione un po’ affrettata e non condivisa da parte della Commissione Ue come quella di mettere in discussione il regime dei diritti d’impianto a mettere in crisi la filiera.
Spazio quindi a un serrato confronto che trova un forte stimolo nello stes
so scenario scelto dal presidente di Assoenologi Riccardo Cotarella: la Comunità di San Patrignano, un ambiente che coniuga una forte carica morale e umana, ma anche la capacità di sapersi imporre sul piano operativo e professionale, nel settore enologico e in altri comparti produttivi.
L’occasione per mettere in luce l’evoluzione qualitativa dell’enologia romagnola viene nel pomeriggio del 2 giugno con la degustazione guidata dal presidente nazionale Riccardo Cotarella e dal presidente della sezione Romagna di Assoenologi Pierluigi Zama, dedicata sia ai vini tradizio-nali che a quelli innovativi.
La forte impronta internazionale dell’evento viene confermata anche quest’anno con gli interventi di Martin Santiago Jordi, presidente della Fede-ración Española de Asociaciones de Enólogos parlerà anche della situazione vitivinicola in Spagna e di Edmund Diesler, presidente della Bund Deutscher Önologen. Ma soprattutto con la Francia al centro della terza sessione dei lavori nella mattinata di martedì 3 giugno, dedicata alla capacità di “fare sistema” dei nostri cugini transalpini. Una capacità messa in evidenza attraverso le esperienze di Thierry Gasco, direttore Pommery (Champagne) di Nadine Gublin, consulente di grandi marchi ( Borgogna) e di  Olivier Berrouet, direttore Château Pétrus  (Bordeaux) e le parole d  Cyril Payon, Presidente Union des Œnologues de France.
I lavori saranno trasmessi anche in diretta radio su “Decanter”, la trasmissione firmata da Fede & Tinto su “Radio 2”.

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