mercoledì 26 febbraio 2020

Non fumare e mangiare sano per mantenere giovane il cervello

Non fumare 

e mangiare sano
per mantenere 

giovane 

il cervello

Problemi di udito e pochi rapporti sociali aumenterebbero il rischio di un precoce declino cognitivo. 

Il fumo e l'insonnia, dal canto loro, favorirebbero patologie come l'Alzheimer: fare quindi attenzione alla routine.

Per mantenere il cervello attivo e giovane ci sono degli accorgimenti necessari, che passano soprattutto attraverso lo stile di vita quotidiano. Ne ha parlato Michela Matteoli, responsabile di Humanitas Neuro Center, direttore dell’Istituto di Neuroscienze del Cnr e docente di Humanitas University, in un’intervista su D-La Repubblica, che di seguito riportiamo integralmente da Humanitasalute.

Anche la solitudine è nemica della salute del cervello (Non fumare e mangiare sano per mantenere giovane il cervello)
Anche la solitudine è nemica della salute del cervello


Proteggere l’udito, tenere il cervello allenato, mangiare in maniera corretta, dormire a sufficienza, essere fisicamente attivi e curare la socialità e non fumare sono alcuni dei consigli di Michela Matteoli.

Salvaguardare l’udito
Secondo diversi studi, chi ha problemi di udito avrebbe un rischio del 30-40% in più di accelerazione del declino cognitivo. «Le indagini non hanno ancora chiarito del tutto le basi neurofisiologiche che legano i problemi di udito al decadimento delle funzionalità cerebrali, ma è certo che proteggere le orecchie dal rumore eccessivo è una scelta virtuosa anche per il cervello». È bene dunque non usare per più di due ore consecutive i dispositivi musicali, regolando gli auricolari su volumi medio-bassi (sotto i 40 decibel).

Allenare la mente
Allenare la mente favorisce le capacità cognitive e aiuta a prevenire la demenza perché aumentano le connessioni tra neuroni. «Svolgere nuovi compiti stimola una crescita dell’attività cerebrale in diverse aree, al contrario di quanto accade con compiti giornalieri più abitudinari», spiega la specialista. Per esempio, è consigliabile spazzolare i denti con la mano non dominante, svolgere piccoli compiti a occhi chiusi (purché in sicurezza), «usare il tatto, anziché la vista, per identificare gli oggetti stimola le aree corticali che elaborano le informazioni tattili e rafforzano le sinapsi». Via libera dunque alle attività creative, compreso cucinare: «La cucina è un esercizio globale per il cervello perché agisce su tutti e cinque i sensi. Provare ricette diverse, sconfinando nell’esotico e impiegando ingredienti sconosciuti, apre la strada a nuovi circuiti e migliora l’attenzione», suggerisce la Matteoli.

Mangiare in maniera equilibrata
Oltre ad assicurare all’organismo una buona idratazione, che aiuta le performance cerebrali, è importante assicurarsi una dieta sana ed equilibrata. Sono moltissimi gli studi che si occupano di alimentazione e buon funzionamento cerebrale. Il Rush University Medical Center di Chicago, per esempio, sostiene che la Dieta Mind riduca in maniera significativa le probabilità di sviluppare Alzheimer. La Matteoli ne spiega i principi base: «Consumare cereali integrali tre volte al giorno e molta verdura a foglia larga, fonte di vitamina C e di altre sostanze neuroprotettive, Ideale anche una piccola quantità di noci e semi di zucca, ricchi di acidi grassi essenziali omega 3 e omega 6 e di minerali come zinco e magnesio, importanti per la biochimica cerebrale e i processi di memorizzazione».

Combattere l’insonnia e dire no al fumo
Insonnia, fumo, smog, solitudine e sedentarietà sono nemici della salute del cervello. «La privazione del sonno non solo causa disturbi nei ritmi circadiani e nella melatonina, ma fa aumentare le concentrazioni di beta-amiloide, proteina alla base dei processi distruttivi dell’Alzheimer. Inoltre causa depressione, una condizione che compromette le funzioni cognitive, innescando un circolo vizioso», spiega la specialista. È bene dunque non cenare troppo tardi ed eliminare la caffeina, evitare le discussioni serali e non guardare schermi di computer e cellulari prima di dormire.

È bene poi non fumare: il fumo infatti «riduce l’apporto di ossigeno al cervello, favorendo le malattie neurodegenerative». Anche una vita sociale scarsa favorisce il decadimento cognitivo e in questo senso occorre prestare particolarmente attenzione alle persone anziane: «Gli appartenenti alla terza età che frequentano poche persone o nessuno, presentano alterazioni della beta-amiloide, la proteina dell’Alzheimer»; ha precisato la professoressa. Importante poi mantenersi fisicamente attivi, praticando attività fisica regolare.
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