Main Headline:
Lavorare 8 ore
di fila è... storia
Tempo di rientro dalle vacanze estive. Si ritorna a lavorare. Con più slancio e maggiore produttività, magari cercando di recuperare il terreno perso mesi fa, durante il lockdown. Ma anche qui, per evitare il rischio di un burn-out, bisognerà adeguarsi. E invece di lavorare di più, occorrerà iniziare a pensare a lavorare meglio. Perché lavorare senza sosta affatica il cervello, con conseguente calo della concentrazione, meno efficacia e più errori. Quindi i lavoratori più produttivi non sono coloro che lavorano ininterrottamente per 8 ore di fila,
come si potrebbe credere, ma piuttosto coloro che fanno numerose pause tra le varie sessioni
di lavoro. Che non devono essere fatte a casaccio, ma seguire una struttura ben definita.
Ovvero, staccare dopo 52 minuti di lavoro intenso e concentrato, e dedicare i successivi 17
minuti per riposare e recuperare le energie, o semplicemente rilassarsi, divagare e distogliere
la mente dalle proprie mansioni, per poi riprenderle con ancora più energia per altri 52 minuti.
Poi nuovamente break e così fino al termine della giornata. In questo modo tutte le distrazioni
vengono concentrate all’interno delle pause e non disperse durante l’attività.
Lo afferma uno studio condotto dalla società lettone Draugiem Group, che si occupa di media,
che ha misurato quanto tempo spendiamo in determinate mansioni lavorative e lo ha
confrontato con i nostri livelli di produttività. Secondo lo studio in questione, il modo di
organizzare la giornata lavorativa prediletto da molte compagnie, ovvero le famose 8 ore
lavorative, è antiquato in quanto radicato in un’altra epoca, la Rivoluzione industriale. E la
svolta di duecento anni fa, fatta per arrivare a un approccio più umano al lavoro, oggi
possiede per noi scarsa importanza.
Una questione di cervello
Non solo: è anche controproducente perché mina alla radice la produttività dei lavoratori. Ma come si è giunti a queste conclusioni? La risposta l’ha fornita un’applicazione computerizzata chiamata DeskTime, per registrare le abitudini lavorative degli impiegati in tempo reale, sviluppata dalla Draugiem Group. Nello specifico, l’applicazione misurava quanto tempo trascorrevano le persone in vari incarichi e lo paragonava ai loro livelli di produttività.
Mentre confrontavano le attività delle persone, i ricercatori si sono imbattuti in una scoperta affascinante: la lunghezza della giornata lavorativa non contava molto; a contare era il modo in cui le persone strutturavano le loro giornate. In particolare, coloro che si preoccupavano di prendersi delle brevi pause erano più produttivi
di quelli che lavoravano più a lungo. Il rapporto ideale pausa/lavoro è di 52 minuti di lavoro,
seguiti da 17 minuti di riposo. Le persone che mantenevano questo schema avevano un livello
di concentrazione unico nel loro lavoro. Per circa un’ora alla volta, si dedicavano al 100%
all’incarico che dovevano portare a termine. Non controllavano Facebook “velocemente”, né
si facevano distrarre dalle e-mail. Quando si sentivano stanche (nuovamente, dopo circa
un’ora), si prendevano delle piccole pause, durante le quali si alienavano completamente dal
loro lavoro. Questo le aiutava a rituffarsi nuovamente in un’altra ora di lavoro produttiva.
Le persone che hanno scoperto questo magico rapporto di produttività schiacciano i loro
avversari perché sfruttano un bisogno fondamentale della mente umana: il cervello funziona a
ondate di elevata energia (circa un’ora), seguite da ondate di bassa energia (15-20 minuti). Per
la maggior parte di noi, questo flusso e riflusso naturale di energia ci fa oscillare tra periodi
concentrati di elevata energia seguiti da periodi meno produttivi, quando siamo stanchi e
cediamo alle distrazioni.
Alcune tecniche
Il modo migliore per combattere la stanchezza e le distrazioni frustranti è porre l’attenzione
sulla vostra giornata lavorativa. Invece di lavorare per un’ora o più e cercare poi di resistere
alle distrazioni e alla stanchezza, quando la vostra produttività inizia a calare, prendete questo
come segnale per ritagliarvi una pausa. Le vere pause sono facili da prendere quando si è
consapevoli del fatto che renderanno la giornata ancora più produttiva. Spesso lasciamo che
sia la fatica a vincere perché continuiamo a lavorare nonostante questa (molto dopo aver perso
energie e concentrazione) e le pause che ci prendiamo non sono vere pause (controllare le e-
mail e guardare video su YouTube non vi ricarica allo stesso modo di una passeggiata). La
giornata lavorativa da otto ore può funzionare per voi se potete suddividere il vostro tempo in
intervalli strategici. Una volta che allineerete la vostra energia naturale con i vostri sforzi, le
cose procederanno molto più speditamente. Ecco quattro consigli che vi aiuteranno ad
adottare il ritmo perfetto.
Suddividete la vostra giornata in intervalli di un’ora. Normalmente pianifichiamo ciò che
dobbiamo portare a termine entro la fine della giornata, della settimana o del mese, ma siamo
più efficienti quando ci concentriamo su ciò che possiamo fare adesso. Oltre a farvi adottare il
giusto ritmo, pianificare la vostra giornata a intervalli di un’ora semplifica gli incarichi
complessi suddividendoli in parti gestibili. Se volete essere precisi, potete pianificare le vostre
giornate ad intervalli di 52 minuti, ma vanno bene anche di un’ora.
La strategia dell’intervallo funziona soltanto perché utilizziamo i nostri livelli di energia
massima per raggiungere un livello di concentrazione estremamente alto per una quantità di
tempo relativamente breve. Quando non rispettate la vostra ora scrivendo messaggi,
controllando le e-mail o dando una veloce occhiata a Facebook, annullate interamente
l’intento dell’approccio. Nello studio del Draugiem, si è scoperto che i dipendenti che
prendevano pause più frequenti rispetto all’orario ottimale erano più produttivi di quelli che
non si riposavano completamente. Allo stesso modo, quelli che si prendevano deliberatamente
delle pause rilassanti rendevano meglio di coloro che, quando si “riposavano”, avevano
difficoltà a staccarsi dal proprio lavoro.
Il metodo pomodoro
Allontanarvi dal vostro computer, telefono e lista delle cose da fare è essenziale per migliorare la produttività. Pause come passeggiate, letture e chiacchierate sono le forme più efficaci per ricaricarvi perché vi portano via dal vostro lavoro. Durante una giornata impegnativa, si potrebbe essere tentati di considerare il controllo delle e-mail o le chiamate al cellulare come delle pause, ma non lo sono, quindi non cedete a questa linea di pensiero.
Non aspettate fino a quando non è il vostro corpo a chiedervi una pausa. Se attenderete fino a che non vi sentirete stanchi per prendervi una pausa, sarà troppo tardi – avrete già perso il picco della produttività. Attenervi al vostro schema vi assicurerà di lavorare quando sarete più produttivi e di riposare durante i periodi in cui altrimenti lo sareste meno. Ricordate, è molto più producente riposare per brevi periodi piuttosto che continuare a lavorare quando si è stanchi e distratti.
Esistono anche altre tecniche per lavorare in modo ottimale: il metodo Pomodoro, che
consiste nell’alternare 25 minuti di lavoro a 5 minuti di pausa e dopo 4 cicli da 25 minuti è
possibile concedersi delle soste più lunghe, di 15-20 minuti; cicli di 90 minuti di lavoro
seguiti da 20 minuti di pausa, un metodo utilizzato da alcuni atleti, musicisti o attori per
migliorare le proprie prestazioni; due pause di 15 minuti al giorno, purché lontano dal
computer.
Fare qualche break, anche breve, durante la giornata, fa bene alla salute soprattutto di chi
lavora davanti al computer. Riduce i dolori alla schiena o alla nuca e salvaguarda la vista
sottoposta a continue sollecitazioni da monitor. Infine, una regola fondamentale: non saltare
mai la pausa pranzo! Approfittate di questo momento per mangiare in tranquillità, scambiare
due chiacchiere con i colleghi o addirittura fare una piccola passeggiata, se possibile.
Idealmente, si consiglia di fare una pausa di almeno 45 minuti.
PANORAMA EDIT
PANORAMA EDIT
Nessun commento:
Posta un commento