giovedì 22 ottobre 2020

3. premio Zanfron: vincono Giulia Diamanti e Mauro Pigozzo

 

3. premio Zanfron: 

vincono Giulia Diamanti 

e Mauro Pigozzo


Due storie di riscatto, due storie di sfida innanzi tutto con se stessi, due storie al femminile. Una declinata attraverso le immagini parlate, l’altra attraverso le parole scritte. In entrambe a colpire sono il ritratto in presa diretta delle protagoniste, “scattato” come avrebbe fatto “Bepi” Zanfron, cercando di cogliere il volto genuino, il sorriso spontaneo, l’originalità del soggetto.
La terza edizione del premio giornalistico intitolato alla memoria del “fotografo del Vajont” ha visto imporsi la collega di Prato, Giulia Diamanti, nella sezione video, e il collega trevigiano di Castelfranco, Mauro Pigozzo, nella sezione carta stampata. Diamanti ha portato alla luce la “rinascita” di Eleonora Delnevo paralizzata dalla vita in giù per un incidente durante una arrampicata e tornata a scalare con la forza delle braccia e non solo. Pigozzo ha raccontato la tenacia della ingegnera veneziana Silvia Rampazzo, runner vittoriosa anche sui maschi alla gara di Auronzo di Cadore. Sullo sfondo di queste vicende diversamente toccanti, l’ambiente montano inteso come vita e destino e non certo come quinta teatrale: esperienza assoluta e unica. Inclusiva. Così come la sentiva e la trasmetteva Zanfron nelle foto che hanno immortalato, al di là della tragedia del 9 ottobre 1963, anche decenni di avvenimenti sportivi, lui che era grande appassionato di ciclismo.

LA CERIMONIA – La proclamazione dei vincitori e la consegna del premio, sabato 17 ottobre nella sala consiliare del Municipio di Longarone. A fare gli onori di casa il sindaco del comune, spazzato via 57 anni anni fa dalla frana del monte Toc, Roberto Padrin che ha voluto accomunare per l’altruismo e la capacità di coesione, la figura di Zanfron a quella del dottor Antonino Vicari Sottosanti, scomparso di recente. «Propongo un minuto di silenzio – ha detto – per quello che è stato il medico di base di tutti dopo il Vajont, indicandoci come Bepi il lungo e certo doloroso percorso della ripartenza, facendo sì che il disastro diventasse e restasse un monito per il mondo, però con un grande messaggio positivo, che mai come oggi serve: appunto che si può ripartire». Gli ha fatto eco Monica Andolfatto, segretaria regionale del Sindacato giornalisti Veneto (Sgv), promotore insieme ad Assostampa Belluno (Asb) dell’iniziativa: «Grazie a quanti con entusiasmo e impegno consentono la buona riuscita di questo premio che intende celebrare non la commemorazione, bensì la memoria sempre presente di una persona che è diventata memoria, patrimonio di una comunità. E grazie innanzi tutto alla famiglia, di Bepi Zanfron, alla moglie Antonietta e ai figli Sara e Luca, che hanno voluto condividere con noi questo tragitto. Un tragitto che quest’anno ci ha portato a celebrare la montagna che va oltre le sciagure quasi sempre provocate dall’incuria umana, e che come nella sua natura diventa messaggio universale di uguaglianza e inclusione». «Questa terza edizione del premio “Giuseppe Bepi Zanfron” – ha aggiunto Ilario Tancon, presidente di Asb – ha voluto ampliare il tema originario legato al dissesto idrogeologico per dare spazio a uno dei tanti ambiti, quello sportivo, in cui si è cimentato Zanfron. Alla luce anche del binomio Mondiali di sci alpino 2021 e Olimpiadi Cortina-Milano 2026 che darà un futuro alla montagna». Commosso e applaudito il ricordo di Bepi da parte del figlio Luca Zanfron anche lui fotografo professionista che ha parlato sia a nome della madre che della sorella ringraziando tutti per affetto e vicinanza: «Mio padre voleva e doveva narrare del Vajont perché gli altri potessero sapere. Era un testimone del suo tempo che doveva comunicare ciò che vedeva. Tutte le esperienze che ha vissuto, compresa quella del ritorno dei bellunesi andati all’estero per lavorare: mi ricordo in particolare foto di gente che camminava lungo strade bianche con le valigie in mano in cerca della casa che avevano lasciato e che non c’era più. Magari può essere questo lo spunto per la prossima edizione del premio»

IL PREMIO – Il premio giornalistico “Giuseppe Bepi Zanfron” è stato istituito nel 2018 e vuole ricordare il fotografo, giornalista pubblicista, scomparso nel 2017, autore dei primi scatti della tragedia del Vajont il 9 ottobre 1963 e che per mezzo secolo ha documentato con le sue fotografie la realtà bellunese in tutte le sue molteplici sfaccettature. L’iniziativa è stata proposta da Sindacato giornalisti Veneto e da Assostampa Belluno, con il contributo del Consorzio dei Comuni del Bacino Imbrifero Montano del Piave (Bim) appartenenti alla Provincia di Belluno e con il patrocinio della Regione del Veneto, della Provincia di Belluno, del Comune di Longarone, dell’Unione stampa sportiva italiana (Ussi), della Fondazione Vajont, del Comitato olimpico nazionale italiano di Belluno e dell’Associazione bellunesi nel mondo (Abm). A condurre i lavori Silvano Cavallet. Il  saluto dell’Ussi regionale (gruppo di specializzazione di Sgv) è stato  portato dal vicepresidente Gilberto Padovan, che come molti dei presenti ha avuto la fortuna di conoscere e apprezzare Zanfron. Mentre in rappresentanza di Abm e Bim sono intervenuti, nell’ordine la vice presidente Patrizia Burigo, che ha ricordato come Zanfron sia stato anche il fotografo dei bellunesi emigrati all’estero contribuendo a mantenere stretto il legame con la terra d’origine, e il presidente Umberto Soccal, il quale ha puntato l’attenzione sulla valorizzazione del territorio tratto comune del premio e della missione del consorzio che raccoglie tutti i sindaci della provincia. La giuria è composta da: Sara Zanfron presidente, fotografa professionista e figlia di “Bepi”, Monica Andolfatto (segretaria regionale Sgv), Ilario Tancon (presidente Asb), Michela Canova (consigliera nazionale Ordine dei giornalisti), Adriano Barioli (fotografo professionista), Giovanni Viel (giornalista sportivo). Lettere di saluto e congratulazioni per i vincitori sono arrivate dal Ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà e dal Presidente della Regione Veneto Luca Zaia.

LE MOTIVAZIONI – Premio a Giulia Diamanti sezione “video”; giornalista praticante residente in provincia di Prato, è l’autrice del video-reportage “Lola sogna e muove le montagne” trasmesso su Corriere.tv e dedicato alla storia di Eleonora Delnevo, bergamasca, consulente ambientale di professione e climber per passione, vittima di un incidente che l’ha costretta in carrozzina ma capace, con l’aiuto degli amici, di tornare a scalare le montagne, tra le quali la via Zodiac su El Capitan in Yosemite (California).

https://video.corriere.it/lola-climber-la-lesione-spinale-che-ha-scalato-el-capitan-la-sola-forza-braccia/7154ebee-653c-11e9-b0e8-52e3f9e9cd1b?refresh_ce-cp

“Per il servizio completo e coinvolgente per il rapporto interpersonale della cronista con la protagonista del servizio, e per aver sottolineato la capacità di inclusione della montagna che sviluppa ancora di più lo spirito solidale di alpinisti e montanari”.

Premio a Mauro Pigozzo, sezione “carta stampata”; trevigiano, giornalista professionista del Corriere del Veneto, autore degli articoli sul Corriere della Sera e sul Corriere del Veneto intitolati “Silvia supera gli uomini in montagna «Per le donne la fatica è uno stimolo»” e “Ultra runner al femminile «Così si battono i maschi»”, articoli relativi alla vittoria della veneziana Silvia Rampazzo alla Camignada poi Siè Refuge di Auronzo di Cadore, storica gara di corsa in montagna. “Per aver superato la semplice cronaca della performance sportiva e aver lasciato spazio all’ambiente montano come coprotagonista della gara e della vittoria, mettendo in risalto la montagna come stile di vita”.

 

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