lunedì 19 ottobre 2020

Covid, dobbiamo preoccuparci? Letalità bassa e pochi ricoverati gravi

 

Covid, dobbiamo 

preoccuparci?
Letalità bassa 

e pochi 

ricoverati gravi


La curva del contagio sale: oltre 10mila casi il 16 ottobre. Ma la pressione sugli ospedali che ci fu a marzo è ancora lontana. Tutti i dati del bollettino giornaliero a confronto con il quadro pre-lockdown.

Ora l'Italia ha superato anche la soglia psicologica dei 10 mila casi giornalieri. Il bollettino di venerdì 16 ottobre 2020 ha registrato +10.010 persone positive al coronavirus rispetto a giovedì, quando i nuovi contagiati erano stati 8.804. Dall'inizio della pandemia 391.611 italiani hanno contratto il virus Sars-CoV-2.

La tabella sui dati giornalieri del coronavirus - Coronavirus, 10.010 casi giornalieri con 150 mila tamponi e 55 morti
La tabella sui dati giornalieri del coronavirus

NUOVO PICCO DI CONTAGI: MAI COSÌ TANTI IN 24 ORE

morti sono aumentati di 55, salendo a un totale di 36.427, mentre sono state dimesse 247.872 persone. La letalità resta stabile in questi giorni allo 0,3%, lontanissima da quella di marzo (7,8%). Attualmente dunque i soggetti positivi sono 107.312. I casi di oggi stabiliscono un nuovo picco di contagi: non erano mai stati così tanti nel nostro Paese in 24 ore. È il terzo record consecutivo da quando il 14 ottobre sono stati registrati 7.332 nuovi casi, superando il tetto massimo del 21 marzo nella fase più acuta.

LE REGIONI PIÙ COLPITE: LOMBARDIA, CAMPANIA E PIEMONTE

tamponi fatti il 16 ottobre però sono stati 150.377 (12.555 in meno rispetto a giovedì che erano stati 162.932), mentre a marzo erano appena poco più di 26 mila. Le regioni più colpite dall’ondata sono la Lombardia (+2.419) che detiene il record di più contagi per il quarto giorno di fila, Campania (+1.261) e Piemonte (+821).

Coronavirus, 10.010 casi giornalieri il 16 ottobre - Coronavirus, 10.010 casi giornalieri con 150 mila tamponi e 55 morti
Coronavirus, 10.010 casi giornalieri il 16 ottobre

RICOVERI E TERAPIA INTENSIVE: DATI LONTANI DA QUELLI DI MARZO

Quindi la percentuale dei positivi individuata oggi, rispetto al numero dei tamponi processati, è al 6,6%, giovedì era del 5% e a marzo era addirittura del 25%. I ricoverati con sintomi sono 6.178, in terapia intensiva ci sono 638 persone. Sette mesi fa in ospedale c'erano oltre 17 mila malati, di cui 2.857 in terapia intensiva. Ecco perché la pressione sul sistema sanitario è senza dubbio ancora molto minore rispetto a quella che ha portato al primo lockdown. Ma per evitare che la situazione precipiti il governo sta comunque pensando di istituire un coprifuoco alle 22.

MASCHERINE: LA VENDITA AL DETTAGLIO ERA CROLLATA TROPPO PRESTO

E sul fronte delle mascherine, cosa è cambiato in questi mesi? I dati di Iqvia, una banca dati sul mercato della sanità, mostrano chiaramente il trend di mercato riguardo alla vendita al dettaglio di mascherine protettive. Gli italiani hanno smesso troppo presto di comprarle e di usarle: all’inizio dell’estate è stata abbassata la guardia. E quando tutti le hanno cercate e indossate di nuovo, ormai era tardi: il virus aveva già ripreso a circolare. italiaatavola

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