Secondo la Coldiretti, il parziale blocco della ristorazione con la chiusura dei locali anticipata su tutto il territorio nazionale alle 18 a partire dalla mezzanotte del 26 ottobre fino al 24 novembre, secondo quanto stabilito dal nuovo Dpcm del Governo per arginare la seconda ondata della pandemia, costerà un miliardo al f&b italiano per le mancate vendite di cibo e bevande. Ancor più drastica la Fipe, secondo cui la perdita per le imprese di ristorazione sarà di 2,7 miliardi.
Un danno pesantissimo per un settore in cui operano 330mila esercizi tra bar, mense e ristoranti da nord a sud dello Stivale, cui si sommano 70mila industrie alimentari e 740mila aziende agricole lungo la filiera, che garantiscono gli approvvigionamenti di materie prime e danno lavoro a 3,8 milioni di persone.

Misure urgenti

Ecco perché secondo il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, le limitazioni alle attività di impresa devono prevedere un adeguato sostegno economico lungo tutta la filiera e misure come la decontribuzione protratte anche per le prossime scadenze, superando il limite degli aiuti di stato. Solo così si potrà tutelare il comparto agroalimentare nazionale, che rappresenta la prima ricchezza del Paese e svolge un ruolo di traino per l’intero sistema economico e per il made in Italy in Italia e all’estero.
A sua volta la Federazione dei Pubblici Esercizi sottolinea come le restrizioni debbano essere accompagnate dai provvedimenti di ristoro economico in termini di indennizzi a fondo perduto, crediti d’imposta per le locazioni commerciali e gli affitti d’azienda, nuove moratorie fiscali e creditizie, il prolungamento degli ammortizzatori sociali e altri provvedimenti di sostegno a valere sulla tassazione locale. BARTU'