mercoledì 22 dicembre 2021

Draghi: «Mascherine e tamponi per difendere la normalità raggiunta»

 

Draghi: «Mascherine e tamponi per difendere la normalità raggiunta». Domani, cabina di regia

Nella conferenza di fine anno, il premier detta la linea: «Ogni decisione è guidata solo dai dati». Priorità restano però le terze dosi: 15,6 milioni quelle già inoculate. Domani nuove indicazioni su: mascherine all'aperto e al chiuso, tamponi (anche per i vaccinati), riduzione della durata del green pass ed estensione dell'obbligo vaccinale


Oggi23 dicembre, la cabina di regia convocata dal presidente del Consiglio Mario Draghi seguita dal Consiglio dei ministri metteranno un punto alle nuove eventuali strette per le combattere la propagazione della pandemia Covid. In Italia, nelle ultime 24 ore, sono stati oltre 30mila i positivi (quasi il doppio del giorno precedente): il numero più alto registrato da un mese a questa parte. «Gli scienziati ci dicono che la variante Omicron sia più contagiosa. Il suo arrivo ha aperto una nuova fase della pandemia. Ma i vaccini restano lo strumento di difesa migliore dal virus, questo il messaggio. Dei decessi, i tre quarti sono non vaccinati. Abbiamo somministrato oltre 100 milioni di dosi. Oggi l’80% della popolazione ha ricevuto almeno una dose. Abbiamo somministrato 15,6 milioni di terze dose. Invito tutti i cittadini a continuare a vaccinarsi. La terza dose è la priorità», ha affermato Draghi durante la conferenza di fine anno. 

Mario Draghi: «Difendere la normalità raggiunta»

Le parole del presidente del Consiglio vanno oltre: «Ho detto più volte che dobbiamo difendere la normalità raggiunta. Che significa niente chiusure, scuola in presenza, socialità soddisfacente. Per farlo dobbiamo prendere tutte le precauzioni possibili. Di fronte all’alta contagiosità di Omicron, cosa si può fare per rallentarne la diffusione? Uso della mascherina, uso del tampone anche se vaccinato, ecc. Domani ne parleremo. Ma ogni decisione è guidata solo dai dati». Comprese quelle relative a un possibile ritorno allo smart working per la pubblica amministrazione, l'utilizzo in determinate circostanze della mascherina Ffp2, sulla tipologia di test (in questo caso l'antigenico) da utilizzare per ottenere il green pass, sull'eventuale estensione dell'obbligo vaccinale (per cui lo stesso Draghi aveva manifestato il proprio consenso prima dell'introduzione del green pass) e, in caso, la quarantena per i non-vaccinati (stile Austria). 

Il tutto con un occhio rivolto al 2022: «Al momento non ci sono nuove proiezioni sull’impatto di Omicron sull’economia italiana del prossimo anno. Quelle fatte per il si sono rivelate sbagliate per difetto. Tutti gli indicatori seguono una tendenza in positivo. Normale chiedersi se questa pandemia possa avere un impatto. Ma finora noi non vediamo un'inversione per l’Italia. In Germania, per esempio, dove la situazione è più grave, invece, gli indicatori sulla fiducia vertono in negativo. Molto dipende dal contenuimento della pandemia. Difendere la normalità significa difendere la crescita, i posti di lavoro»

Verso la stretta a partire dal 27 dicembre

Si va verso una stretta. Sebbene niente sia deciso e si attendano gli ultimi dati disponibili (soprattutto quelli relativi alla diffusione della variante Omicron), il giro di vite pare scontato. Molto probabilmente a partire dal 27 dicembre. Natale quindi salvo. Eccenzion fatta per le varie ordinanze di sindaci e presidenti di Regioni e restrizioni legate ai recenti cambi di colore di alcuni territori (che, almeno in zona gialla e cono il super green pass, non dovrebbero comunque causare particolari disagi ai vaccinati e agli esercizi commerciali come bar e ristoranti). Di seguito una sintesi dei possibili interventi del Governo. 

Durata del green pass ridotta da 9 a 6 o 7 mesi

Tema principale è la durata del green pass. La certificazione verde dovrebbe passare dalla durata attuale di 9 mesi (confermata anche dalla Commissione Europea relativamente ai viaggi e alle persone che hanno concluso il primo ciclo vaccinale con doppia dose) a 6 o 7 mesi.

 Mascherina all'aperto obbligatoria. E forse servirà anche la Ffp2

L’utilizzo della mascherina all’aperto sembra anch’essa una misura scontata. Diversi sindaci nei giorni scorsi avevano già accelerato su questo fronte mettendo in sicurezza le principali vie dello shopping in previsione di assembramenti per gli acquisti di Natale. Misure ricalcate anche dai governatori e comunque in linea con il passaggio o l’avvicinarsi di diverse Regioni alla zona gialla. La questione nella questione riguarda la possibile adozione di dispositivi di protezione Ffp2 per quanto riguarda alcuni luoghi al chiuso come trasporto pubblico, uffici pubblici e luoghi di stretto contatto come musei, cinema, stadi e palazzetti dello sport, eventi all’interno, discoteche e simili. 

Tamponi anche ai vaccinati? Solo in alcuni casi particolari

In ogni caso, il fronte principale è quello del tampone anche per i vaccinati. Il super green pass potrebbe non bastare per accedere a feste, discoteche e grandi eventi come quelli (pochi vista la situazione) previsti per Capodanno. Una richiesta che sembra già anticipata dalla realtà dei fatti: nelle ultime 24 ore sono stati 851.865 i tamponi effettuati dagli italiani e si è superata la soglia del milione di green pass scaricati a seguito di test antigenico o molecolare.

Draghi: bisogna fare i tamponi nell'attesa della terza dose

 

Sul tema Draghi ha detto la sua durante la conferenza stampa: «Relativamente al tampone obbligatorio per i vaccinati, la cosa importante da capire è che fra la seconda dose e la terza, quando la copertura vaccinale tende a scadere, occorre fare il tampone. Si tratta di una misura temporanea ma necessaria per contrastare la diffusione del virus». 

Estensione dell'obbligo vaccinale e riduzione dell'attesa per il richiamo

Sul tavolo del Governo c’è anche la possibile estensione dell’obbligo vaccinale. Ora limitato a sanitari, personale scolastico e forze dell’ordine, l’ipotesi è di estendere l’obbligo ad altre categorie di lavoratoria partire da quelle a stretto contatto con il pubblico. Contestualmente, come già sta accadendo in altri Stati, il decreto che nascerà dal confronto nel Consiglio dei ministri potrebbe contenere il via libera a effettuare la terza dose quattro mesi dopo la seconda, in modo da ridurre il rischio per la mancata copertura vaccinale

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